C'è poco da fare, ieri, 19
febbraio è stata una giornata all'apparenza banale, le solite
incursioni della Guardia di Finanza nelle sedi della Lega piuttosto
che nei santuari della malavita organizzata, stiamo assistendo agli
ultimi atti della soppressione del dissenso politico in Italia, paese
in cui oramai il solo fatto di ascendere (si, proprio il termine
cristiano di ascensione, accedere ad un luogo più alto,
all'empireo ci direbbe il giullar di Stato Benigni
bestemmiando per mercede il Divin poeta) agli scranni delle cariche
politiche quasi in automatico determini una corruzione totale. Di
ogni soggetto, a prescindere da credo o estrazione o livello
culturale. Quando arrivano là rubano. Tutti.
Oppure come arrivano là
si innescano una serie di opportunità/trappole che verranno poi
messe all'incasso al momento giusto, quando il tipo non vuol
rispettar l'ordine dall'alto.
Quindi Monte Paschi Dio
ci scampi e liberi, i boiardi al suo interno li han voluti tutti da
D'Alema a Bertinotti (non ne ho idea ma tanto pensate che qualcuno
non conosca qualcuno che ha grufolato in quel trogolo?) la
Magistratura non riesce a non far gioire Berlusconi (il suo più
assiduo interlocutore) allorché in tutta fretta – smentendo la
tradizione gloriosa di lentezza che ha creato una decina di milioni
di pratiche “dormienti” - si affretta a due giorni dal voto a
spedire a destra e sinistra avvisi di garanzia...
Boia Deh! Esclamano i
miei amici livornesi accompagnandolo con una smorfia che solo a loro
vien spontanea ed efficace, un misto di disprezzo, delusione,
incazzatura e disgusto che per tirargliela via dalla ghigna ci
vorrebbe altro che la mareggiata di novembre scorso a Quercianella!
Poi dopo il Monte ... di
pietà, Napolitano che va a fare il saggio della montagna da
Obama seguitando nel pietoso teatrino antiberlusconiano che ha
esattamente il risultato opposto. Ma l'hanno capito tutti come
funziona! Non siamo mica ottuagenari rincoglioniti, eh!? Parlando
male di Berlusconi gli fa addirittura propaganda, è davvero un
manicomio indecoroso. Bersani che si genuflette alla assoluta
incompetenza delle griffe “accademiche”, pusillanimi naturali
asserviti alle più losche lobby finanziarie che lo stesso stinco
di santo Nobel per la Pace Obama (il Nobel per la Pace se lo
rimpallano i peggiori guerrafondai della storia, Obama che ha
superato perfino Nixon in spregiudicato cinismo e l'Unione Europea
che è un cenacolo di vipere tale che anche Cleopatra si periterebbe
a varcar la soglia di quel palazzo di Bruxelles) come quel signore
che ha tifato – ai tempi del crack argentino – per l'altro genio
della politica economica Carlos Menem. Già proprio lui, Monti
versione American Beauty, favorevole alle nozze gay, che per
darsi una parvenza umana si esibisce col cagnetto sulle ginocchia e
pare sempre di più l'automa del vecchio film di Alberto Sordi. Oscar Giannino, il nuovo che avanza, quello con le giacche che nemmeno il divino D'Annunzio avrebbe voluto per abito da camera, si auto-tromba ancor prima delle elezioni come millantatore, inseguendo titoli accademici, master, elementi qualificanti e referenzianti ...poveri noi, lo vedremo fotografato insieme a candidati locali della provincia fiorentina a dir poco suggestivi nella loro "novità", ingegnerini beneficiati dal PD insieme a cartelli locali del "cemento che ride". E che nella miglior tradizione italica ringraziano indirizzandosi ad un nuovo stipendio, più certo e duraturo, alle nostre spalle. Se dovevamo verificare la bontà anche della "base" del movimento del baffuto maitre à penser siamo serviti.
No, per fortuna che
qualcosa di tradizionale ci è rimasto, la Duchessa di Kent che,
incinta, poggia le mani sul ventre come una qualsiasi donna normale.
Boia! E ci hanno fatto servizi televisivi! E si fanno pagare il
canone questi mentecatti. Ma i mentecatti siamo noi, loro hanno
ragione, loro ci provano, è come a Napoli, è questione di destrezza
lo sai che c'è il “pacco” come farebbe a costar così poco una
macchina fotografica? E stai al rischio. O freghi o vieni fregato. In
genere vieni fregato. E anche se riesci a fregarli ti fanno capire
che non è ammessa tale variabile. Il banco non può perdere, mai.
A meno di farlo saltare,
il banco.
Si perché in realtà
sono i giorni dei diversamente abili.
L'eroe Pistorius, il
contemporaneo trionfo della volontà nello sport, lo zoppo
che corre come un cavallo, ha dimostrato che anche i diversamente
abili possono essere cattivi. E' questo forse il suo vero
affrancamento dalla condizione di portatore di gravissimo handicap
fisico, ammazzando la fidanzata ha dimostrato di potere essere
stronzo né più né meno di qualsiasi altro individuo. Speriamo non
sia – per emulazione - l'inizio di una nuova faida, vi immaginate
una sparatoria tra non vedenti per la precedenza in una fila alla
posta? Una carneficina...
Semmai direi che ad una
infermità fisica ne vada aggiunta una mentale, ma, dico, l'avevate
vista bene la ragazza? Ma vi sembra potesse meritarsi una fine simile? Semmai,
a proposito di cavalli da corsa.....
Quanto a diversamente
abili mentali e della politica, in TV uno dei tanti siparietti ha
proposto ieri uno che non so se è uno dei professorini montiani –
di certo non perdo tempo a cercare chi è su internet, basta
guardarlo, è un portaborse che rischia di diventare un altro
qualcuno a spese nostre – tale Marco Simoni che parla di impennata
della spesa pubblica...ma oltre a non andare in gastronomia a far la
spesa non sa nemmeno leggere i giornali? Non lo sa che il suo
tedoforo, il suo vate, quello cui lecca le scarpe ogni mattina
in Bocconi ha avuto il record dell'impennata della spesa e del debito
pubblico insieme, ai tempi della Commissione Spaventa? Ha capito
tutto lui, mica i Canadesi, gli Australiani, che hanno Banche
pubbliche, no, il genietto ha deciso che ci vogliono Banche private
più efficienti. Più efficienti di quelle che già ci sono nel
drenare risparmi alla gente, nel fare da esattori ad uno stato
corrotto mafioso e borbonico?
Un altro illuminato per
quanto riconosca nella Banca pubblica un qualcosa di positivo si
dichiara favorevole all'edilizia dei grandi recuperi, non le casette,
le villette a schiera, no, roba da pezzenti, i grandi recuperi, le
dismissioni? Bravo! Samorì, ma se dismetti tutto per i Piani di
recupero (per trasformare opifici in palazzine dormitorio) poi chi ce
li ha i denari se non ci sono stipendi? E i grandi interventi chi li
realizza in genere? Le ditte locali? No, i gruppi infiltrati. Che ci
sono anche a livello locale, se non sono infiltrati da
mafie(storiche) varie sono riserva di caccia di cartelli locali che
della malavita organizzata scimmiottano comportamenti pur non avendone l'autorevolezza.
E allora ci risiamo.
Io rivoglio Nicola
Mancino, lo voglio riabilitato! anzi lo voglio come Presidente della
Repubblica. Santa pazienza! che almeno su una cosa non ci siano
dubbi!
Voglio la riabilitazione, il trionfo di Cesare Lombroso! Santo subito!
Quindi giacchè ruban
tutti dobbiamo votare per chi è cosi naive da non saperlo
ancora fare. Anche se Grillo è un miliardario (beato lui) che in
passato si è prestato alle strategie delle grandi aziende (anche la
Maddalena si redime e Paolo sulla via di Damasco si converte, nessuno
è perfetto) ed è anche lui uomo delle banche (almeno dice di no e
si comporta di conseguenza).
Votiamo per il 5
stelle, si, sono ingenui e non sanno parlare ma almeno stanno
attenti a non dir cazzate. Questi altri mi pare se ne siano
approfittati.
Anche il resto del mondo
ha i propri appuntamenti elettorali, domenica scorsa, 17 febbraio, in
Ecuador il Presidente Correa è stato riconfermato con consensi
plebiscitari e salverà il proprio paese dal canagliume colonialista
, come ci racconta l'amico Fulvio Grimaldi in un suo articolo:
“Dedicando il trionfo elettorale a
Hugo Chavez e ai caduti nella difesa del presidente e dell’ordine
democratico, al tempo del colpo di Stato del 2010 che doveva
culminare con l’uccisionedel Capo di Stato, sequestrato
nell’ospedale della Polizia, Rafael Correa, in carica dal 2006, ha
detto: “Abbiamo sconfitto i demagoghi e la stampa mercatista e
renderemo irreversibile la relazione di potere a vantaggio della
maggioranza e a scapito dei poteri di fatto. Qui non comanderanno la
bancocrazia, le potenze mediatiche, qui non comanderanno gli Stati
egemonici; con questa rivoluzione comanderanno le equatoriane e gli
equatoriani. Continueremo con questa rivoluzione e si sappia che non
falliremo. Potremo commettere, da esseri umani, molti errori, ma
colui che afferma di non commettere errori e colui che non ha mai
fatto niente nella vita. Non ipotecheremo la patria per consentire
l’ingresso del capitale multinazionale e daremo al debito sociale
la priorità su quello estero.
Le prime felicitazioni al vincitore
sono arrivate da Cuba, Nicaragua, Venezuela, Bolivia, Argentina,
dallo schieramento dei paesi dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per le
Americhe) di cui l’Ecuador di Correa è entrato a far parte (e non
gli è andata storta come al presidente honduregno Manuel Zelaya,
rovesciato da un golpe Usa), in particolare da Hugo Chavez in fase di
convalescenza all’Avana. Ho
avuto il privilegio, a metà del decennio, di vivere e filmare quanto
stava rovesciando nel suo contrario il paradigma di un America Latina
“cortile di casa degli Usa”. Ho
visto come si possono fare rivoluzioni vincenti nell’era della
dittatura neoliberista e dell’offensiva imperialista finalizzate a
succhiare quanto di plusvalore resta nei paesi già saccheggiati dal
colonialismo. In Ecuador, alla rivolta degli indigeni nelle zone
devastate dalla Chevron e da altri cannibali petroliferi,
rispondevano a Quito i forajidos, l’equivalente
dell’argentino que se vayan todos, con una mobilitazione di
mesi e una risposta adeguata alla violenza del corrottissimo
fantoccio Usa, Lucio Gutierrez. La rivolta culminò con l’occupazione
del parlamento e la paralisi dello Stato. Aveva trionfato quella
revolucion ciudadana che Correa, poco dopo, avrebbe
istituzionalizzato con la nuova costituzione democratica, ecologica,
partecipativa.
Per la prima volta nella storia del
pianeta un presidente ha fatto iscrivere nella Costituzione la
personalità giuridica della Natura, ha cacciato su due piedi la base
yankee di Manta, la più grande nell’America Latina, ha rivendicato
al petrolio il diritto di essere pagato dagli Stati per essere
lasciato sotto terra. Ai peggiori distruttori degli ecosistemi
nell’Amazzonia dei giacimenti petroliferi è stato dato il
benservito e, per via legale, se ne reclamano gli indennizzi. Al
diavolo sono mandati gli avvoltoi del FMI e della BM, è stata
ridotto il debito, con Chavez è stato respinto l’ALCA, il trattato
di libero scambio con cui gli Usa intendevano spolpare l’America
Latina.”
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