mercoledì 20 febbraio 2013

LA POLITICA INSEGUE ….. PISTORIUS


C'è poco da fare, ieri, 19 febbraio è stata una giornata all'apparenza banale, le solite incursioni della Guardia di Finanza nelle sedi della Lega piuttosto che nei santuari della malavita organizzata, stiamo assistendo agli ultimi atti della soppressione del dissenso politico in Italia, paese in cui oramai il solo fatto di ascendere (si, proprio il termine cristiano di ascensione, accedere ad un luogo più alto, all'empireo ci direbbe il giullar di Stato Benigni bestemmiando per mercede il Divin poeta) agli scranni delle cariche politiche quasi in automatico determini una corruzione totale. Di ogni soggetto, a prescindere da credo o estrazione o livello culturale. Quando arrivano là rubano. Tutti.
Oppure come arrivano là si innescano una serie di opportunità/trappole che verranno poi messe all'incasso al momento giusto, quando il tipo non vuol rispettar l'ordine dall'alto.
Quindi Monte Paschi Dio ci scampi e liberi, i boiardi al suo interno li han voluti tutti da D'Alema a Bertinotti (non ne ho idea ma tanto pensate che qualcuno non conosca qualcuno che ha grufolato in quel trogolo?) la Magistratura non riesce a non far gioire Berlusconi (il suo più assiduo interlocutore) allorché in tutta fretta – smentendo la tradizione gloriosa di lentezza che ha creato una decina di milioni di pratiche “dormienti” - si affretta a due giorni dal voto a spedire a destra e sinistra avvisi di garanzia...
Boia Deh! Esclamano i miei amici livornesi accompagnandolo con una smorfia che solo a loro vien spontanea ed efficace, un misto di disprezzo, delusione, incazzatura e disgusto che per tirargliela via dalla ghigna ci vorrebbe altro che la mareggiata di novembre scorso a Quercianella!
Poi dopo il Monte ... di pietà, Napolitano che va a fare il saggio della montagna da Obama seguitando nel pietoso teatrino antiberlusconiano che ha esattamente il risultato opposto. Ma l'hanno capito tutti come funziona! Non siamo mica ottuagenari rincoglioniti, eh!? Parlando male di Berlusconi gli fa addirittura propaganda, è davvero un manicomio indecoroso. Bersani che si genuflette alla assoluta incompetenza delle griffe “accademiche”, pusillanimi naturali asserviti alle più losche lobby finanziarie che lo stesso stinco di santo Nobel per la Pace Obama (il Nobel per la Pace se lo rimpallano i peggiori guerrafondai della storia, Obama che ha superato perfino Nixon in spregiudicato cinismo e l'Unione Europea che è un cenacolo di vipere tale che anche Cleopatra si periterebbe a varcar la soglia di quel palazzo di Bruxelles) come quel signore che ha tifato – ai tempi del crack argentino – per l'altro genio della politica economica Carlos Menem. Già proprio lui, Monti versione American Beauty, favorevole alle nozze gay, che per darsi una parvenza umana si esibisce col cagnetto sulle ginocchia e pare sempre di più l'automa del vecchio film di Alberto Sordi. Oscar Giannino, il nuovo che avanza, quello con le giacche che nemmeno il divino D'Annunzio avrebbe voluto per abito da camera, si auto-tromba ancor prima delle elezioni come millantatore, inseguendo titoli accademici, master, elementi qualificanti e referenzianti ...poveri noi, lo vedremo fotografato insieme a candidati locali della provincia fiorentina a dir poco suggestivi nella loro "novità", ingegnerini beneficiati dal PD insieme a cartelli locali del "cemento che ride".  E che nella miglior tradizione italica ringraziano indirizzandosi ad un nuovo stipendio, più certo e duraturo,  alle nostre spalle. Se dovevamo verificare la bontà anche della "base" del movimento del baffuto maitre à penser siamo serviti.
No, per fortuna che qualcosa di tradizionale ci è rimasto, la Duchessa di Kent che, incinta, poggia le mani sul ventre come una qualsiasi donna normale. Boia! E ci hanno fatto servizi televisivi! E si fanno pagare il canone questi mentecatti. Ma i mentecatti siamo noi, loro hanno ragione, loro ci provano, è come a Napoli, è questione di destrezza lo sai che c'è il “pacco” come farebbe a costar così poco una macchina fotografica? E stai al rischio. O freghi o vieni fregato. In genere vieni fregato. E anche se riesci a fregarli ti fanno capire che non è ammessa tale variabile. Il banco non può perdere, mai.
A meno di farlo saltare, il banco.

Si perché in realtà sono i giorni dei diversamente abili.
L'eroe Pistorius, il contemporaneo trionfo della volontà nello sport, lo zoppo che corre come un cavallo, ha dimostrato che anche i diversamente abili possono essere cattivi. E' questo forse il suo vero affrancamento dalla condizione di portatore di gravissimo handicap fisico, ammazzando la fidanzata ha dimostrato di potere essere stronzo né più né meno di qualsiasi altro individuo. Speriamo non sia – per emulazione - l'inizio di una nuova faida, vi immaginate una sparatoria tra non vedenti per la precedenza in una fila alla posta? Una carneficina...
Semmai direi che ad una infermità fisica ne vada aggiunta una mentale, ma, dico, l'avevate vista bene la ragazza? Ma vi sembra potesse meritarsi una fine simile? Semmai, a proposito di cavalli da corsa.....



Quanto a diversamente abili mentali e della politica, in TV uno dei tanti siparietti ha proposto ieri uno che non so se è uno dei professorini montiani – di certo non perdo tempo a cercare chi è su internet, basta guardarlo, è un portaborse che rischia di diventare un altro qualcuno a spese nostre – tale Marco Simoni che parla di impennata della spesa pubblica...ma oltre a non andare in gastronomia a far la spesa non sa nemmeno leggere i giornali? Non lo sa che il suo tedoforo, il suo vate, quello cui lecca le scarpe ogni mattina in Bocconi ha avuto il record dell'impennata della spesa e del debito pubblico insieme, ai tempi della Commissione Spaventa? Ha capito tutto lui, mica i Canadesi, gli Australiani, che hanno Banche pubbliche, no, il genietto ha deciso che ci vogliono Banche private più efficienti. Più efficienti di quelle che già ci sono nel drenare risparmi alla gente, nel fare da esattori ad uno stato corrotto mafioso e borbonico?
Un altro illuminato per quanto riconosca nella Banca pubblica un qualcosa di positivo si dichiara favorevole all'edilizia dei grandi recuperi, non le casette, le villette a schiera, no, roba da pezzenti, i grandi recuperi, le dismissioni? Bravo! Samorì, ma se dismetti tutto per i Piani di recupero (per trasformare opifici in palazzine dormitorio) poi chi ce li ha i denari se non ci sono stipendi? E i grandi interventi chi li realizza in genere? Le ditte locali? No, i gruppi infiltrati. Che ci sono anche a livello locale, se non sono infiltrati da mafie(storiche) varie sono riserva di caccia di cartelli locali che della malavita organizzata scimmiottano comportamenti pur non avendone  l'autorevolezza.








E allora ci risiamo.
Io rivoglio Nicola Mancino, lo voglio riabilitato! anzi lo voglio come Presidente della Repubblica. Santa pazienza! che almeno su una cosa non ci siano dubbi!








Voglio la riabilitazione, il trionfo di Cesare Lombroso! Santo subito!







Quindi giacchè ruban tutti dobbiamo votare per chi è cosi naive da non saperlo ancora fare. Anche se Grillo è un miliardario (beato lui) che in passato si è prestato alle strategie delle grandi aziende (anche la Maddalena si redime e Paolo sulla via di Damasco si converte, nessuno è perfetto) ed è anche lui uomo delle banche (almeno dice di no e si comporta di conseguenza).
Votiamo per il 5 stelle, si, sono ingenui e non sanno parlare ma almeno stanno attenti a non dir cazzate. Questi altri mi pare se ne siano approfittati.
Anche il resto del mondo ha i propri appuntamenti elettorali, domenica scorsa, 17 febbraio, in Ecuador il Presidente Correa è stato riconfermato con consensi plebiscitari e salverà il proprio paese dal canagliume colonialista , come ci racconta l'amico Fulvio Grimaldi in un suo articolo:
“Dedicando il trionfo elettorale a Hugo Chavez e ai caduti nella difesa del presidente e dell’ordine democratico, al tempo del colpo di Stato del 2010 che doveva culminare con l’uccisionedel Capo di Stato, sequestrato nell’ospedale della Polizia, Rafael Correa, in carica dal 2006, ha detto: “Abbiamo sconfitto i demagoghi e la stampa mercatista e renderemo irreversibile la relazione di potere a vantaggio della maggioranza e a scapito dei poteri di fatto. Qui non comanderanno la bancocrazia, le potenze mediatiche, qui non comanderanno gli Stati egemonici; con questa rivoluzione comanderanno le equatoriane e gli equatoriani. Continueremo con questa rivoluzione e si sappia che non falliremo. Potremo commettere, da esseri umani, molti errori, ma colui che afferma di non commettere errori e colui che non ha mai fatto niente nella vita. Non ipotecheremo la patria per consentire l’ingresso del capitale multinazionale e daremo al debito sociale la priorità su quello estero.
Le prime felicitazioni al vincitore sono arrivate da Cuba, Nicaragua, Venezuela, Bolivia, Argentina, dallo schieramento dei paesi dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe) di cui l’Ecuador di Correa è entrato a far parte (e non gli è andata storta come al presidente honduregno Manuel Zelaya, rovesciato da un golpe Usa), in particolare da Hugo Chavez in fase di convalescenza all’Avana. Ho avuto il privilegio, a metà del decennio, di vivere e filmare quanto stava rovesciando nel suo contrario il paradigma di un America Latina “cortile di casa degli Usa”. Ho visto come si possono fare rivoluzioni vincenti nell’era della dittatura neoliberista e dell’offensiva imperialista finalizzate a succhiare quanto di plusvalore resta nei paesi già saccheggiati dal colonialismo. In Ecuador, alla rivolta degli indigeni nelle zone devastate dalla Chevron e da altri cannibali petroliferi, rispondevano a Quito i forajidos, l’equivalente dell’argentino que se vayan todos, con una mobilitazione di mesi e una risposta adeguata alla violenza del corrottissimo fantoccio Usa, Lucio Gutierrez. La rivolta culminò con l’occupazione del parlamento e la paralisi dello Stato. Aveva trionfato quella revolucion ciudadana che Correa, poco dopo, avrebbe istituzionalizzato con la nuova costituzione democratica, ecologica, partecipativa.
Per la prima volta nella storia del pianeta un presidente ha fatto iscrivere nella Costituzione la personalità giuridica della Natura, ha cacciato su due piedi la base yankee di Manta, la più grande nell’America Latina, ha rivendicato al petrolio il diritto di essere pagato dagli Stati per essere lasciato sotto terra. Ai peggiori distruttori degli ecosistemi nell’Amazzonia dei giacimenti petroliferi è stato dato il benservito e, per via legale, se ne reclamano gli indennizzi. Al diavolo sono mandati gli avvoltoi del FMI e della BM, è stata ridotto il debito, con Chavez è stato respinto l’ALCA, il trattato di libero scambio con cui gli Usa intendevano spolpare l’America Latina.”



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