Con
il caldo è naturale che capiti di ascoltare notizie un tantino " forti ". Si sa, col caldo gli stordimenti non sono insoliti...
Dagli
Stati Uniti un globale allarme bomba. Più giorni di allerta in
ambasciate e vari e diffusi “obiettivi sensibili” . Se l'allarme viene dal paese dei "volantini" sopra Hiroshima e Nagasaki sicuramente la notizia sarà "degna di fede", hanno una certa esperienza sull'argomento....
Apprenderemo
che Al Qaida sarebbe in possesso di una micidaiale miscela esplosiva
di ultimissima generazione che sfuggirebbe ad ogni rilevazione.
Chissà in quale scantinato di Peshawar, in quale insospettabile “compound”
(termine orrendo ma di moda tra i giornalisti che si nutrono dei
comunicati passati loro dalle furerie delle moderne Compagnie delle
Indie, giornalisti che hanno dimenticato il lessico, compound
significa composto, insieme, agglomerato, complesso...) di
Abbottabad, sotto quale tenda di pastori nei deserti di Sirte o in
quale anfratto delle solitudini minerali del Tilemsi sarà stata
perfezionata questa nuova terribile ed astuta arma di distruzione di
massa?
Dove
– geograficamente – localizzeranno stavolta il laboratorio segreto, non più l'ennesima fabbrica di gas nervini
(nessuno ha mai avuto la pazienza di spiegarci se Rabta, l'impianto
chimico libico che causò le ire di Reagan, fosse davvero una
fabbrica di morte o invece un tentativo di affrancar l'Africa –
producendo in proprio i medicinali resi inaccessibili dall'industria
farmaceutica mondiale – dal ricatto pietistico dei paesi ricchi e,
ancor più, dalla biblica piaga delle periodiche pandemie che sempre
più sono apparse sperimentazioni degne dei peggiori Mengele o
Frankenstein), ma una semplice spelonca affollata di beduini resi
irascibili da giornate di insensato digiuno?
Ma se
Al Qaida è una creatura che la NATO sta rifocillando di quattrini ed armamenti e strategie da anni ed anni, di
che stiamo parlando? Di che esplosivo ci raccontano? E chi l'avrebbe
concepito un progetto così sofisticato? E semmai, contro chi?
Ce li
vedete con provette ed alambicchi, in babbucce arricciate e djellaba
a righe gli alchimisti di Baghdad tutti bruciacchiati nel testare –
involontariamente – il nuovo micidiale esplosivo? A metà tra il
piccolo chimico e uno sprovveduto Alfred Nobel delle sabbie ...
E'
L'ESTATE DELLE BOMBE
Il
ministro Giovannini, memore dell'efficacia immaginifica delle
raffigurazioni lessicali del Genio della Bocconi, il mai a sufficienza ingiuriato Mario Monti (l'uomo che nell'89 insieme ad altri blasonati
mentecatti riuscì a far impennare debito pubblico e spesa pubblica
di quasi il 50%), lancia una premonizione (non si può definirla
altrimenti) che i solerti giornalisti televisivi diffondono
nell'etere “ ...nel terzo, quarto trimestre del 2013 ci sarà la
fine della crisi...” ecco la BOMBA. Lo Sciamano de noattri ha
parlato. Come Monti, il professorone col canino finto sulle ginocchia
che vedeva “la luce alla fine del tunnel”, anche questo ultimo
genio prestato alla politica ci racconta che “...gli indicatori
fanno comprendere la fine della congiuntura...”. Questi deficienti,
non possiamo definirli nemmeno malviventi perché vivono piuttosto
bene, questi mentecatti che vivono al di sopra delle possibilità e
dei bisogni della gente comune, di quella gente che paga i loro
stipendi principeschi, tirano a far sera sulle spalle degli altri.
Un imprenditore serio - ieri - si chiedeva con sguardo spiritato come faccia questa gente a parlare così a vanvera, davanti ad un paese che naviga a vista, giorno per giorno, in preda ad una non-politica che da cinquant'anni provvede unicamente a sé stessa, a crearsi forme di reddito ed occasioni di lucro in tutti i campi, un paese che nemmeno più è degno di definirsi satellite ma semmai suddito, servo, schiavo di altri voleri imperiali.
Non
hanno ridotto di una lira i loro stipendi, pregiudicati per mafia,
bancarottieri di tutti i livelli, biscazzieri del videopoker e delle
sale bingo, lottizzate tra destra e sinistra per lucrare sul vizio
dei più deboli, vanno in pellegrinaggio da un capo dello Stato che
ha già graziato una spia implicata in un rapimento, un giornalista
condannato per calunnia, ci vanno per perorare la causa di un
miliardario che ha dato l'esempio a centinaia di teste di cazzo di
figli di papà nel creare società fasulle per stampare false fatture
ed evadere scientificamente milioni e milioni e milioni di Euro. Ce
ne sono di queste emerite teste di cazzo in tutta Italia, a Prato,
Firenze, Milano, Roma, Napoli, Torino, nessuno si fa mancar niente,
tutti li conosciamo, sono i fenomeni, figli, cognati, generi di altri
fenomeni di un'altra imprenditoria. Che ha abdicato, l'imprenditoria
vigliacca e part-time, quella del “..eran tempi che bastava esserci
ed avere un po' di iniziativa...” fatelo oggi il fenomeno, no,
siete scappati, vi siete fatti premiare dalla signora Bonino (si la
stessa, bel genio anche lei, bel genio, certo, per sé) che vi pagava
anche coi soldi della CEE, per andare nei vari terzi mondi a farvi
concorrenza da soli, sulla pelle di quei selvaggi. E sulla nostra più
che altro. Chi se ne frega di loro, ci frega di noi. Ora lo capiscono
anche i signorini dei sindacati – la Camusso no, lei ancora non ha
capito una mazza – lo capiscono che avrebbero dovuto spiegarlo bene
agli operai cosa significava globalizzare, che non voleva dire –
per loro - spender meno per comprare una coca cola, che non voleva
dire aiutare paesi lontani a trovare uno sviluppo, significava che la
coca cola l'avrebbe prodotta un pezzente per un cinquantesimo del
loro stipendio, solo il guadagno sarebbe cambiato. E mentre un
delinquente comune, un colletto bianco che vanta molteplici
prescrizioni di reato, ricatta mezzo anfiteatro istituzionale, ci si
accanisce su un giudice reo – lui !!! - di aver parlato male del
condannato. Ma come, è lui che rimesta nel torbido, lui il giudice
ad esser sotto accusa mentre nessuno si pone la questione – logica
e realistica – di come il boss di Mediaset potesse esser mai tenuto
all'oscuro dai propri contabili delle gabole create a suo beneficio?!
Erano i suoi amministratori a rubare? Per sé? Per lui? E' la
giustizia all'italiana, anzi alla “pratese” : Articolo quinto,
chi ha i soldi ha vinto! E l'esempio di Prato è emblematico, con la
sua “vivace” imprenditoria. Povero giudice Esposito, caduto
nell'imboscata della stampa, a telefono con l'”amico” giornalista
che lo castiga e vince la pensione. Sarei curioso di vedere la
carriera futura del Maramaldo...
Berlusconi
Santo Subito. BOOM!!!!!!Napolitano sta pensando come risolvere
politicamente la questione. Politicamente? Ma allora rubino ed
evadano tutti a più non posso!
Ma
chi se ne frega dei problemi di Berlusconi. Sono altri i problemi.
Certo,
se un capo dello Stato il giorno dopo che un vecchio satiro è
rinviato a giudizio per aver scopato una minorenne, ed aver inventato
una BOMBA colossale sulla genealogia della stessa minorenne, lo
riceve la cosa allarma un pochino, cosa fanno, si ritrovano per
commentare insieme la faccenda? Nooooo! Parlano della Nazione, sono
STATISTI. Loro due, statisti....
Boh,
e se lo stesso Primus inter pares dopo che lo stesso vecchio
satiro (con un carnet che nemmeno Vallanzasca e frequentazioni che
farebbero invidia a Mario Tuti) è condannato anche per frode fiscale
si complimenta per la mitezza dei di lui toni nel commentare la
sentenza ci si preoccupa un po', e quando il Primus (dopo la
sentenza suddetta) suggerisce di rivedere le bucce alla magistratura,
beh, c'è davvero di che incazzarsi.
LETTA;
l'uomo del banco dei pegni, il rimandatore, della serie a pagare e
morire c'è sempre tempo. Rimadato ad ottobre, come a scuola, una
nemesi.
Ma lo
sa Letta che l'autunno è nella storia un periodo delicato? Il settembre 1792 (equinozio d'autunno) in Francia dice niente? Il 1917
gli ricorda niente?(Russia) Il 1928? (Italia) Il 1969?(Libia). Lo sa,
lo sa, non per niente anche lui si esprime in termini che ai comuni
mortali paiono – e lo sono – demenziali: “la crisi ce la stiamo
lasciando alle spalle....”
GRAZIA
Se grazia anche questo qua, Se continuano a sprecar denaro in
puttanate, in missioni che non ci rendono niente ma rendono solo a
quattro generali felloni ed incapaci che si spartiscon da decenni
mazzette su ogni cartuccia sparata, su ogni elicottero, su ogni
gallone cavato da un pozzo petrolifero, su ogni mina pestata da
qualche “cretino” di afghano che pensa di potersene andare in
giro per le “sue” montagne come niente fosse, Se i professori
perfettini (forse in auspicio di beatificazione assessorile?
)continuano a mischiare il gossip da quattro soldi con i problemi
veri del patrimonio culturale, Se i fotografi di moda pontificano
sulla purezza del paesaggio fingendo la propria verginità ed
appellandosi ad ulteriori griffe e potentati di questo o quel
mattone, Se, come il Dottor Morte, il sig. Bondi ed i suoi sodali perpetuano a
Taranto
con L'ILVA quello che è stata l'ETERNIT per Casalmonferrato,
Se continuiamo ad aspettar di vedere la luce che i delinquenti
veri della disinformazione ci raccontano non scopriremo mai quanto buio c'è – al
contrario – oltre la siepe di menzogne e di privilegi che questa
gente ha fatto crescere davanti a noi, una siepe spinosa.
Purtroppo
la realtà che appare sempre più evidente – ai giovani,
quell'entità astratta per governanti vecchi anche anagraficamente ed
invecchiati culturalmente fin da subito – è quella non di una
Repubblica fondata sul (diritto al) lavoro, bensì di un meccanismo
costruito sulle tessere di apparentamento, sul lavoro parassitario,
sullo scavar buche per riempirle...un bel giochino per creare
consenso, per garantire ad una politica malsana di radicarsi e creare
potentati , false sicurezze, compromessi della peggior forma, alla fine omertà a poco prezzo.
Più
maturi di noi, pur se da sempre nel mirino (alla lettera) dei
cecchini del colonialismo delle risorse energetiche (l'alibi è
semplice: questa società, questo modello di sviluppo, questo
“benessere” hanno bisogno di risorse, di cibo e carburanti, e noi
glieli forniamo), i paesi dell'altra sponda del Mediterraneo ci fanno
capire di non esser più tanto disposti a credere di essere “paesi
bambini”, da guidare sulle orme dell'uomo bianco, di abbracciare il
suo modello, la sua dinamica “antropofaga” nascosta dalla
apparente superiorità della “civiltà vincente”.
Non
ho certo la presunzione essere stato il primo ad esporre la tesi di
una rivoluzionaria via che più o meno tutti questi paesi, dalla
Tunisia al Marocco alla Libia, alla (per noi) misteriosa Persia,
all'oramai scardinato Iraq, hanno improntato per costruire un proprio
modello di società, un modello che non voleva omologarsi allo schema
proposto dalla “internazionale collaborazionista” della cultura,
quella che detta la prima regola per la “civiltà” ovvero il
distacco dalla “primitiva” spiritualità e da quella tradizione
che alle originarie istintive spiritualità ha conferito – in varie
forme e liturgie - identità sacrale, istituendole in religioni.
Non
ho la presunzione dicevo di essere il primo ad aver sostenuto questa
tesi, sono sicuramente uno dei pochi che da molto tempo sostiene la
validità delle scelte autonome e non necessariamente,
obbligatoriamente laiche, per questi paesi che un percorso – non
allineato - proprio e personale lo hanno di certo in mente e devono
lottare non solo contro i mercenari del petrolio e dell'uranio ma
anche contro quelli forse più melliflui e pericolosi, delle
coscienze. Quelli che fanno peggio che sparare, quelli che comandano
chi spara, anche se predicano all'apparenza il contrario.
A
sostegno di questa tesi è una interessante recente conversazione di Olivier Roy tenuta a Firenze all'istituto europeo.
Peccato che su questi temi l'informazione si fermi al mondo degli
intellettuali, quasi che questi temi fossero semplici esercitazioni
di soggetti un po' eccentrici, le conversazioni sull'Africa quasi
circoscritte a dei fissati “regionali” anche un po' snob.
E il mondo come ben sappiamo è un sistema chiuso, le idee circolano e si diffondono e regionalmente assumono configurazioni soggettivamente appropriate, appropriate alle latitudini, difficilmente indirizzabili all'infinito verso un qualcosa che si vuol presumere assoluto e definitivo, universale.
Letta,
come Giovannini, non è strutturato per capire una semplice,
drammatica cosa: non si tratta di una congiuntura, di una gravissima
congiuntura, si tratta di essere arrivati alla curva del fiume di
questo modello di sviluppo di cui siamo figli e tributari, e dietro
la curva il fiume finisce, come l'Okawango sparisce nelle sabbie del
Kalahari così questo sistema di consumi e falsi bisogni, che ha
finito per nutrirsi (da centocinquant'anni) di sé stesso, producendo
un debito infinito camuffandolo da motore di sviluppo, non ha
possibilità di ripartire. Gli sprechi e la insipienza (la disonestà
è solo una componente aggiuntiva) l'incapacità amministrativa,
l'inconsistenza e l'egoismo gretto e miope di una imprenditoria
immatura e la tribalità delle nostre povere democrazie non hanno
gli strumenti né gli uomini per invertire una tendenza che altro non
è che l'epilogo di una presuntuosa pretesa di civiltà.
Purtroppo
la civiltà dei “valori”di Wall Street e dei suoi disabili
epigoni sparsi per tutto il mondo non è il progresso che la società
umana si prefigurava. Oggi la società umana è frantumata come non
mai, dopo gli imbrogli dei bio-carburanti e le collaterali
speculazioni sulla terra vengono propalate come evolutive le
tecnologie di ricerca dello shale gas, fonte alternativa, in
realtà tentativo disperato di raschiare un “barile” mezzo vuoto.
E
questi due ci parlano di luce. Non so se il termine idiota abbia - oggi - ancora il significato che gli è da sempre attribuito.
Veder la luce. Piace dirlo. Luce si, come in fondo al
cunicolo di Alfredino Rampi, la pila mandata laggiù per rincuorarlo.
Ma Alfredino ci lasciò la vita in quel buco, non rivide la luce del
sole.
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