Le banche si lamentano:
“Paghi lo stato!” titola qualche quotidiano. Lo stato...lo Stato,
come disse qualche sera fa la Bindi da Santoro “..non possiamo
lasciare i cittadini soli davanti allo Stato...” ma lo Stato non
eravamo proprio noi, i cittadini? Allora paghiamo sempre noi! Anche
quelli che si voglion far passare per i più autorevoli tra i
politici hanno completamente perso la bussola, ma vi ci vuol tanto
Travaglio, Santoro, a dire con semplicità che chi gode di stipendi
tanto “folli” ed immorali quanto sicuri non può capire i
problemi di chi è costretto a “cercarselo” ogni settimana uno
stipendio!?
Ma purtroppo anche i grandi
Santoro e Travaglio leggono solo i propri di articoli, frequentano
solo i loro, di Blog, e spesso nemmeno rispondono a tono a chi li
critica o si permette un suggerimento.
L'ancien régime non
si è mai accorto – nella storia – del proprio tracollo.
Sicuramente non mancano le
parole alla schiera di ecellenti economisti, professoroni per lo
più forgiati dalla Bocconi come Monti e Grilli, o
magari come Giuliano Amato dalla trasversale Scuola Sant'Anna vera e
propria fucina di politici, ma anche ostello – per giusto
equilibrio bipartisan – del buonanima contemporaneo santone
Terzani. Alle reazioni bizzose di Fitch che nel dopo elezioni
rinnovella in altro idioma i moniti alla prudenza nel voto
precedentemente lanciati dal saggio Napolitano agli elettori e
castigano nella loro farlocca classifica il voto espresso dagli
italiani che hanno preteso levarsi di torno Mario Monti - non è mai
sottolineato abbastanza il fatto che egli sia uno dei più fedeli e
sicuri sacerdoti del Moloch della finanza bancaria - si aggiungono
ogni giorno sagge riflessioni dei più svariati economisti, in genere
ottuagenari (sarà come nelle culture tribali, ove agli anziani
spetta un ruolo di prestigio in virtù dell'esperienza? No, è solo
la legge del Bostik sotto ai calzoni). Dopo due generazioni di Padoa
Schioppa arriva Quadrio Curzio, anch'egli fresco di laurea: l'Italia
avrebbe fatto bene ad accettare un ulteriore “sostegno” dal fondo
“salva-stati” (o meglio dire deva-stati prima ancora che
salva-banche?) per ripulire il proprio sistema bancario dai troppi
titoli “tossici” che ancora – a detta dei santoni di Bruxelles
- lo avvelenerebbero. Certo, per risanare i danni causati da
finanzieri e banchieri senza scrupoli dovevamo indebitarci di
un'altra ventina di miliardi noi, i SUDDITI. Eppure Quadrio Curzio
appartiene alla schiera degli economisti “etici”, se tanto mi dà
tanto...
“...ipse Carthaginem rediit, neque eum caritas patriae retinuit nec suorum. Neque vero tum ignorabat se ad crudelissimum hostem et ad exquisita supplicia proficisci, sed ius iurandum conservandum putabat. “ M.T. Cicerone
(come fare in tempi di Conclave, allorché anche i cronisti dallo scilinguagnolo più improbabile si avventurano in espressioni curiali, a negarsi una bella citazione classica, per di più di estrema attualità?)
“...ipse Carthaginem rediit, neque eum caritas patriae retinuit nec suorum. Neque vero tum ignorabat se ad crudelissimum hostem et ad exquisita supplicia proficisci, sed ius iurandum conservandum putabat. “ M.T. Cicerone
(come fare in tempi di Conclave, allorché anche i cronisti dallo scilinguagnolo più improbabile si avventurano in espressioni curiali, a negarsi una bella citazione classica, per di più di estrema attualità?)
oltre
che SENZA CREDITO siamo anche SENZA PAROLA
E INTANTO SCOPRIAMO CHE per
consentire ai nostri eroici Marò di raggiungere le
famiglie per il Santo Natale (per carità un Natale a casa non si
nega a nessuno e in fin dei conti quei due erano a fare il “lavoro”
per cui vengono formati, addestrati, autorizzati a ciò da precise
regole d'ingaggio stabilite dall'Esercito o dalla Marina italiana,
quindi alla fin fine degli emigrati o dei cooperanti, né più né
meno che le centinaia di impiegati della migliaia di ONG sparse per i
paesi sfigati del mondo, loro usano attrezzi un po' particolari ma si
sa – come dice Monti – nel lavoro oltre che seguire le proprie inclinazioni bisogna orientarsi sull'offerta del mercato)
sarebbe stata pagata all'India coi denari delle tasse degli italiani una
CAUZIONE DI QUASI UN MILIONE DI EURO.
Ma ce li avranno restituiti
gli Indiani? O se li sarà intascati anche quelli un De Gregorio, per
sbaglio?
Come si siano svolti i fatti, laggiù lo sanno quelli che c'erano. E Signore Iddio, che non depone in tribunale. E la giustizia indiana non si è dimostrata sollecita sulla questione, spinosa oltretutto, delle acque internazionali, ma ci son di mezzo dei morti, e tutto si può dire fuorché la nostra giustizia possa esser d'esempio, con qualcosa come dieci milioni di cause in lista d'attesa. La questione è un'altra.
Come si siano svolti i fatti, laggiù lo sanno quelli che c'erano. E Signore Iddio, che non depone in tribunale. E la giustizia indiana non si è dimostrata sollecita sulla questione, spinosa oltretutto, delle acque internazionali, ma ci son di mezzo dei morti, e tutto si può dire fuorché la nostra giustizia possa esser d'esempio, con qualcosa come dieci milioni di cause in lista d'attesa. La questione è un'altra.
CI VIENE IN MENTE di quel
Console romano, Marco Attilio Regolo, che durante le Guerre Puniche
catturato dai nemici fece ritorno a Roma per definire un trattato.
Aveva dato la propria
PAROLA che sarebbe tornato, a quei tempi
per un Romano non servivano salvacondotti, bastava pronunciare la
formula magica “civis romanus sum” stava a significare non
soltanto che alle sue spalle, a tutelare i suoi diritti, c'era un
IMPERO, stava prima di tutto a significare l'ONORE di essere
cittadino di Roma, testimoniava l'orgoglio della PAROLA DATA.
Marco Attilio Regolo non
sapeva con certezza che sarebbe diventato un capitolo della Storia
(con la maiuscola) sapeva solamente che tornando a Cartagine
difficilmente l'avrebbe raccontata ai nipoti.
E
così egli fu Storia, e non solo i nipoti ne ebbero notizia, ma il
mondo.
Retorica? Tranquilli, siamo nel mondo reale! Oggi non c'è Marco Attilio
Regolo, come l'anno passato c'era l'ex maestro di sci Frattini questa
volta abbiamo Giulio Terzi che ci stupisce per questa furbizia
levantina che poco di cavalleresco rivela del di lui carattere. Il
buon Jacopo Gelli (redattore del Codice Cavalleresco Italiano nel
1926) credo inorridirebbe per il gesto di questo [gentil]uomo
bergamasco, investito di cotanta responsabilità del rappresentare
ai foresti l'italico onore. L'ex Ministro della
Guerra La Russa avvezzo agli equilibrismi di immunità del Berlusca
propose perfino di candidare i due sventurati Marò al
Parlamento, oltretutto con soggetti educati a star sull'attenti ed
obbedire beh, avrebbe avuto meno problemi di consenso che con i
tradizionali politicanti ed arrampicatori di poltrone. Ma Vi dirò che sono anche persuaso di un'altra cosa e cioè che nel variegato mondo che compone la galassia di chi ha scelto il mestiere delle armi saranno in non poco a biasimare un simile atto. Non ci sono solamente i mercati da rassicurare, ed al mondo non ci sono solamente mercanti. Non credo che ai due Marò questo storico aneddoto non sia passato per la mente. Davvero andranno orgogliosi di un tale confronto? Perché nella storia è entrato anche Badoglio che quanto a fermezza nelle lealtà...beh, forse è stato a lui che il Terzi si è ispirato, ad uno dei più incapaci strateghi e più repentini voltagabbana dello scorso secolo. La storia con la minuscola.
“Beh,
credevamo che ai patti si sottraesse solo il Cavaliere di Arcore, in
fin dei conti nient'altro che un parvenu,
scopriamo che anche il (divino?) Marchese di Sant'Agata non vuol esser da meno,
sono davvero mutati i tempi, Contessa, altro che Attilio Regolo,
verrebbe da dire che vi sia stata una volgarizzazione anche della
vecchia, sana aristocrazia lombarda, che ha adottato le mosse
furbesche dei guitti dei quartieri spagnoli adattandole alla politica
estera.”
Non so quanti “fiorini”
di cauzione stavolta ci fossero in gioco, gli italiani li
rifonderanno a semplice richiesta, quanti contratti di elicotteri e
tangenti valgano la perdita della residua dignità di Nazione,
certamente il disappunto di quegli straccioni “morti di fame” del
Kerala non ci deve preoccupare, come al gioco delle bocce (cui la
nostra classe dirigente dovrebbe, anche per anagrafe, dedicarsi in
blocco) l'importante è talvolta spazzar via tutto con un lancio ben
riuscito.
“Ma
avevamo la parola dell'Italia”
è l'ingenua, quasi incredula esclamazione di qualche notabile
indiano, ancora memore di ben altre diatribe coloniali con i viceré
della Compagnia.
E' proprio questo il punto.
L'Italia è letteralmente SENZA PAROLA e sicuramente è da mettere in
archivio anche la sicurezza che era sottesa da quelle tre antiche e
magiche “civis romanus sum”.
Emilio
Caro Emilio,
RispondiEliminaio non mi preoccuperei tanto per non aver mantenuto la parola data (e quegli 800 mila Euri famosi dovrebbero essere rientrati dopo il "permesso" di Natale, e dico dovrebbero perché erano allora una cauzione, mentre il permesso per votare era gratis, o meglio, sulla parola dell'Ambasciatore italiano, che, fra l'altro, mi pare abbia avuto l'intimazione a non lasciare l'India in questi giorni)... pensa che se questo fatto fosse accaduto a dei marines gli Stati Uniti avrebbero inviato le proprie portaerei minacciando una guerra....
Mi preoccuperei invece per gli italiani che vivono in India o che ci vanno solo per vacanza... e sono tanti perchè l'India è uno dei paesi del mondo dove vale la pena di vivere o comunque di essere visitato per lungo e per largo, tanto per le bellezze naturali, quanto per le antiche civiltà che tanto hanno lasciato a noi posteri...
Dicevo mi preoccuperei per gli italiani perchè gli indiani sono gente più che pacifica, ma quando si arrabbiano sono problemi grossi... Inoltre le etnie sono tante ed alcune terribilmente pericolose....
Mi dici che succederebbe se dei turisti o anche una intera comunità italiana, venissero aggrediti, malmenati o addirittura uccisi da qualche indiano fascinoroso, magari aizzato da parenti o amici dei due pescatori keraliani morti nello scontro con i nostri marò?
E questo grazie alla mossa del nostro Governo, che, dico, forse è nel giusto, chiedendo giustizia alla corte internazionale dell'Aia...
E aggiungo che forse, se il più piccolo statista d'Italia (piccolo sia nel senso di altezza che in quello politico) non ci avesse così sputtanato nel mondo, la corte internazione dell'Aia o altro organismo internazionale competente avrebbe già agito in merito alla questione, chiedendo la consegna dei due marò all'Italia per essere giudicati altrove.
O quant'è bello essere italiani, alè!
Paolo Rossi
Su quanto esponi in merito a "pericolosità" di ritorno non si può che esser d'accordo, il fatto è palese, come poter valutare le reazioni emotive oltreché politicamente timonate ad una "beffa" quale questa? E questo è uno dei problemi aggiuntivi indotti dal gesto compiuto. E per quanto mi riguarda non è rilevante chi dovesse giudicare come, nè tantomeno quanti Apache i Marines avrebbero inviati di notte in missione "coperta". Non è da questi colpi di mano che si giudica una Nazione.
RispondiEliminaNon sono nemmeno d'accordo sulla scarsa rilevanza che dai al tema di una certa coerenza (parlar di onore è più che fuori moda, è quasi un tabù)nei comportamenti, chi viaggia sa bene che spesso il proprio paese la propria cultura è valutata sui suoi di comportamenti, che lo voglia o meno un viaggiatore è testimone di una civiltà...un viaggiatore....un diplomatico, un militare, un ministro, un governo ancor di più.
La suprema Corte dell'Aja, beh, qui l'ambito si fa un tantino meno sacrale, a mio modo di vedere, specialmente in considerazione di quante volte è stata pilotata contro questo o quel governante, reo di disallineamento, vedi Gheddafi, e prima di lui Saddam e tanti altri (lo so che anche questo è un tema tabù come i nomi di questi "cattivi"), no, resto sulla frase di Cicerone, è più diretta e semplice, Attilio Regolo pur sapendo che feroce nemico lo aspettava e quali raffinati supplizi gli sarebbero toccati decise che la parola data andava mantenuta.
Emilio
Tu dici che di questi tempi la logica è morta. Io aggiungerei che la verità la segue a ruota. Dai tempi di Ustica e da ben prima , vedi Enrico Mattei e chissà quanti altri episodi, gli organi dello Stato e l'esercito hanno dimostrato quanto abbiano a cuore il paese e noi, i cittadini, che pure paghiamo i loro stipendi ed i loro costosi "giocattoli".
RispondiEliminaE chissà com'è andata in India e chissà come sta andando in Siria, da qualche parte ho letto di decine e decine di carri armati presi dai depositi di Gheddafi e forniti ai "ribelli" che combattono il governo di Assad. Quei ribelli addestrati - questa non è una diceria - da consiglieri USA.
E la nostra stampa continua con la filastrocca del crudele tiranno. E c'è molta gente - la maggioranza - che ci crede.
Ho letto il tuo e.book, mi ha sorpreso, la Libia vi ha molto spazio ma anche la nostra situazione economica, ho trovato interessante tutta una serie di concatenazioni che fai sulla finanza internazionale e il debito dei paesi poveri e la questione dei fondi avvoltoio, ne parlavano giorni fa su un articolo.
Continua.
Silvio
Direi che questo è il degno epilogo di una vicenda nata male e gestita peggio. Mi chiedo perchè diavolo la nave su cui erano imbarcati i marò, che dopo l'incidente era già in acque internazionali, sia tornata indietro per rimanere bloccata per settimane in porto in un interminabile tira e molla. Come insegna la vicenda dell'aereo USA che fece cadere la funivia del Cermis, dopo l'incidente, i responsabili vengono rimpatriati in tutta fretta, salvo poi giudicarli a tempo e comodo e risarcire le vittime...
RispondiEliminaSe pensiamo a quanto ci è costata in denaro (voli militari, politici in visita, diplomatici di stanza in Kerala, senza pensare alle cauzioni versate) e in reputazione questa vicenda viene da dire che l'incompetenza regna sovrana e quanto mai appropriate sono le parole del Sommo poeta "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta.."
G.