Eppure l'idiotume
dilagante nel mondo dell'informazione, sia carta stampata che via
etere ed internet, quella oramai omogenea posizione supina di
“ascolto” acritico dell'informazione di regime (perché è di
questo che stiamo parlando, di semplice propaganda spacciata per
informazione, ove la libertà di pensiero viene sbandierata ma negata
quella all'informazione indipendente), poteva avere convinto i più
della inutilità di ciò che in tanti stiamo portando avanti: un
tentativo di dare spazio alle riflessioni critiche della parte
sicuramente pensante di quella società in cui siamo immersi. Ch'è
ben altra cosa dal concetto insanguinato di quell'altra “società
civile” che si è resa indifferente complice dei recenti massacri
della Storia (e della carne...) di paesi come la Yugoslavia, l'Iraq,
la Libia, la Siria. Si, massacri della Storia di popolazioni che si
son viste negare la dignità di Nazione proprio per un paradosso: per
aver sostenuto e difesa la propria, secondo propri principi e valori
...non graditi a quelle che son chiamate le Grandi Potenze.
Alle sfilate di
Firenze, di Roma, contro il mostro proteiforme incarnato
dall'apparato coloniale della NATO la maggior parte dei partecipanti
era – come il sottoscritto - oltre gli anta, generazioni che
avevan sognato un qualcosa d'altro dallo scenario meschino di questi
anni di rigurgiti di un colonialismo crudele, sfacciato ed
arrogante, non sognatori o visionari, semplicemente gente con una
coscienza, però anzianotti, il che non dava troppo calore! Poi
seguivan battibecchi e distinguo, una strisciante e malcelata
ignoranza di quei mondi “altri (Libia, Siria)” spesso o quasi
sempre nemmen frequentati di persona ma alla meno peggio “ascoltati”
da testimonianze più che sospette consolidava da sempre vere e
proprie leggende metropolitane su questo o quel “sanguinario
dittatore”.
Ma sembrava che il
dibattito restasse oramai una cosa da altoparlanti portati per le
strade da attempati intellettuali e articoli su blog alternativi, ai
giovani – oberati dalla preoccupazione sul “proprio” futuro e
da questa incertezza trasformati in gregge al pari degli operai degli
anni '80 – non interessava niente di “ridisegnare i confini della Libia”. MA CHI HA DETTO CHE NON C'É
questa sensibilità
tra i giovani?! Ed è sempre a Bologna che ci riscopriamo degni di
considerarci esseri pensanti!!!
"Lei
in questo palazzo non può parlare perché è un guerrafondaio"
Angelo
Panebianco, docente di Sistemi internazionali comparati presso
l'ateneo di Bologna lunedì è stato contestato
dagli studenti del
Collettivo Universitario Autonomo (CUA) a
causa della sua posizione di fatto interventista e – aggiungerei –
atlantista in merito agli scenari contemporanei del Mediterraneo. Il
docente avrebbe anche elogiato – di fatto – l'installazione del
MUOS in Sicilia.
Le parole sono pietre, si dice. Certamente le parole dei think tank del potere sono direttamente responsabili delle sue azioni e dei suoi crimini, sono armi rivolte contro di noi. Quando parla, quindi, Angelo Panebianco non esprime un’opinione: con i suoi editoriali sul Corriere della Sera dà indicazioni ai politici su cosa fare, con le sue lezioni all’università si arroga il diritto di scrivere e riscrivere la storia, con i suoi intrallazzi ai vertici dell’Unibo e della scuola di Scienze Politiche decide le gerarchie accademiche. Angelo Panebianco è un noto neocon all’italiana, sostenitore delle guerre e dell’impero americano, di teorie razziste e neocolonialiste, di muri e respingimenti per i migranti, di ricette neoliberali che sono alla base della crisi, della nostra precarietà e impoverimento. Ora, con gli aerei militari che scaldano i motori, proclama la necessità di bombardare la Libia senza perdere tempo.
Dietro quelle parole ci sono milioni di morti, di morti nostri, prodotti dalle loro guerre. Dietro quelle parole c’è la fonte diretta della nostra insicurezza fisica, oltre che delle nostre condizioni di oppressione. Dietro quelle parole non c’è un incauto uomo qualunque, ma un consigliere del principe, un barone che – con i nostri soldi e nelle nostre aule – è direttamente responsabile di quei milioni di morti, morti nelle guerre, morti nel Mediterraneo, morti nelle carceri.
Per questi motivi oggi, martedì 23 febbraio, diverse studentesse e studenti di Scienze Politiche hanno interrotto la lezione di Panebianco, del suo corso dal titolo tragicamente grottesco “Teorie della pace e della guerra”. Gli hanno innanzitutto chiesto se è consapevole del ruolo che occupa, del fatto che le sue teorie della guerra sono immediatamente responsabili di crimini storici che si perpetuano. Alla reazione arrogante e scomposta del barone, che ha cercato di espellere gli studenti dall’aula, si è sollevata l’indignazione: basta con i complici della guerra, basta con i razzisti, basta con chi gioca sulla nostra pelle. Chi tace è complice, ed è complice anche chi non fa tacere i teorici dei massacri. Perciò questa lezione non la vogliamo ed è stata interrotta, Panebianco ha dovuto lasciare l’aula. Perché la guerra se ne deve andare dalle nostre aule e dalle nostre vite.
E per favore, il guerrafondaio ci risparmi il suo appello alla libertà di opinione. Lui che vorrebbe bombardare le ex colonie, lui che vorrebbe sbattere in galera o affogare in mare i migranti sospetti, lui che sognando una grande Europa sotto l’ombrello Nato scrive che “le unificazioni politiche non si fanno col burro ma con i cannoni” (sic!), dovrebbe sapere bene che quella libertà di opinione che oggi rivendica è solo la libertà del potere di continuare indisturbato nei propri crimini. Da oggi sapete una cosa in più: guerrafondai e razzisti, questa volta la lezione ve la diamo noi."
Assemblea di Scienze Politiche - Unibo
Un'amica osservava che
in realtà questi studenti non sono gli omologhi del '77, avrebbero
un vissuto ed una origine a suo dire “comoda” o “agiata”; non
lo credo e comunque non credo si debba – oggi – sottilizzare
troppo, di fatto dividendo quella che appare già da sé una debole
schiera: quella dei soggetti pensanti autonomamente. Nei commenti di
questi ragazzi vi sarà certo qualche ingenuità, non gliene faremo
una colpa se in qualche modo concedono talora spazio alla vulgata dei
tiranni locali, l'informazione è manipolata ad arte, e d'altra parte
sull'argomento vi è stata una copiosa letteratura anche di veri e
propri collaborazionisti d'oltremare (La dernière nuit du Rais
di Yasmina Khadra, vile pamphlet che tenta di svilire l'immagine
dello statista Muammar al Gheddafi) oltre che degli embedded
nostrani dichiaratamente filo-imperialisti.
All'amica rispondo che
no, non è più il tempo di sofismi, di primedonne che taglian le
foto dal proprio blog, è il momento in cui ci si deve sdoganare
reciprocamente, se davvero si ha a cuore l'informazione. Non avete
idea di quanti imbecilli ci siano in giro di questi tempi a
raccontare la loro fasulla verità su questi argomenti. C'è perfino
chi organizza serate per parlare delle armi delle guerre di oggi.
Mentecatti che si proclaman di sinistra e che ascoltano questi bebè
tecnologici cresciuti a suon di war-games che mai son stati su un
campo di battaglia (come Panebianco) e che nella migliore delle
ipotesi con grande "intelligence" si fanno assumere – tipo il Regeni – da società di “Ricerca” gestite da tagliagole notori.
No, amica cara, chi ha
cervello e coscienza e conoscenza ha da parlare, e scrivere, e
protestare, e contestare. Commentare è fare apologia? Non ci sarebbe
da stupirsi di niente, al giorno d'oggi, quando non si ha il coraggio
di chiamar Guerra la guerra e quando si creano califfi da semplici
ex-galeotti “rieducati” alla democrazia.
![]() |
John Mc Cain, uomo-ombra di Washington, con il futuro Califfo al Baghdadi |
Il
Partito Disintegrato (PD), per bocca di
Francesca Puglisi, la responsabile nazionale scuola, pare abbia
definito la protesta del CUA “non democratica” (che vuol
dire?) e, per dirla ancora, grottescamente, alla Nanni Moretti “non
di sinistra”. Maurizio Lupi ha commentato:“Chi è contro
la libertà della cultura è solo uno squadrista” e quella del
Panebianco sarebbe cultura? "E' una roba da matti, è un'infamia: mi
sembra proprio che vogliamo ripercorrere un passato che, se Dio
vuole, non c'era più" è stato il primo commento di un altro
scienziato della cosa pubblica, anch'egli professore, Romano Prodi,
forse dimentico del fatto che quel “passato” violento cui allude
altro non fu se non la trappola del regime di allora per eliminare il
dissenso giovanile incanalandolo di fatto nei due filoni
autodistruttivi: la droga e la lotta armata. La prima era la
soluzione più agevole perchè immediatamente autolesionista, la
seconda richiese semplicemente un po' più di lavoro di
infiltrazione...siete meno tranquilli signori professori, avete
sempre i vostri sistemi ben collaudati ma non vi aspettavate che i
giovani del 2016 mangiassero alla fine la foglia...
RIDISEGNARE I
CONFINI
Ma
vi ricordate quante volte abbiamo ascoltate, lette, le ovvie e
banalmente politically-correct critiche all'operare
ottocentesco dei vari governi coloniali allorché si eran divisi i
territori delle varie Afriche in cui intervenivano? I confini decisi
a tavolino! Che vergogna!
Allora.
Oggi
pare che siamo tornati a quella fase e che questo operare sia
addirittura benedetto. Oggi che la Grande Avventura riprende vita e dignità,
grazie ai burattini messi in campo qua e là per destabilizzare i più
svariati quadranti regionali e far man bassa di risorse (ma,
ricordatelo, non è la sola molla, quella immediatamente “di
pancia”) ma più che altro per imporre la propria presenza e un
proprio modello di debito (ricordiamo il programma Morgenthau del
1944 elaborato dagli USA per distruggere le infrastrutture e dividere
la collettività della Germania, subito seguito dal Piano Marshall
che sversò in Europa miliardi che venivano riveicolati a favore di
imprese americane...) e di … ricostruzione.
salve e buon fine settimana
RispondiEliminaho letto il tuo pezzo, Emilio, tutto d'un fiato, pezzo che sottoscrivo in toto, quotando anche le virgole.
Il pd è il partito più filoatlantista di tutta la storia dell'Italia repubblicana, neanche la DC ai suoi tempi lo era in questo modo ma, c'è una spiegazione o almeno un indizio molto netto;
nell'immediato secondo dopoguerra, l'unico e ribadisco, l'UNICO, comunista europeo che veniva ricevuto e omaggiato con tuti gli onori (di loggia) era Napolitano. Ogni tanto partiva per prendere ordini e disposizioni per poi farli attuare in Italia.
Permettimi una digressione: quando vedo la gente che "festeggia" il 25 aprile mi domando, sempre: ma lo sanno che siamo l'unica (ex) nazione che festeggia di essere diventata una colonia ? abbiamo 118 basi USA nella nostra penisola, siamo liberi ? da cosa ? rammento che se anche c'era una dittatura, l'Italia era uno Stato Sovrano.
E a proposito di numeri, di riporto due righe di un articolo appena letto:
Annunciate dal capo del Pentagono Ashton Carter con queste parole: “Noi rafforziamo la nostra postura in Europa per sostenere i nostri alleati della NATO di fronte all’aggressione della Russia”.
Gli Stati Uniti, come ha ricordato Ron Paul, hanno all’estero 900 basi, la Russia 10.
l'articolo è questo:
http://www.maurizioblondet.it/usa-ha-spedito-5-mila-tonnellate-di-munizioni-in-germania-ue-approva/
ciao e buon fine settimana
saluti
Piero e famiglia
...anche io tutto d'un fiato...e ammirata.conosco bene il contesto universitario bolognese...mi sono laureata in quelle aule in cui la puzza di "barone" si sente in ogni facoltà, ma si annusa anche caro amico l'odore del fancazzista...concorde a pieno con il"quibus" della scenetta Panebianco, continuo a sostenere di stare molto accorti ai personaggi del teatrino...questi non sono cresciuti a pane e informazione vera...questi con molta probabilità sono cresciuti a pappa pronta e " faccio il c...o che voglio fino a quando i miei non mi tagliano i viveri e da lì mi vedi laureato in un anno con la cravatta e il capo chino"...ne ho visti troppi...ben vengano i contestatori...ma secondo il mio "puerile" parere esistono mezzi decisamente più efficaci per contestare...una lezione non "appartiene" al docente che la sta svolgendo...ma a quei ragazzi che sono seduti li di fronte...che vanno a lezione..che studiano e che forse un giorno avranno un'opinione distorta e fuorviata...ma sarà una loro scelta...la contestazione....ognuno dei presenti a lezione,Emilio, cosa avrà pensato lì per lì..." ma chi è sta gente...ma perché non sono a lezione anche loro?" O" però in gamba sti ragazzi e hanno ragione ...alzuamoci e contestiamo anche noi"...io credo che la prima opzione sia con buona probabilità quella giusta....ognuno di noi può e deve contestare...ma non tralasciamo la libertà e il rispetto verso gli altri...
RispondiEliminaFederica, amica, curiosa, coscienziosa,ammirata e laureata in Archeologia (mamma mia quanti baroni e quanti falsi contestatori) presso l'Alma Mater Studiorum secularia nona.
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