“...Quelli
che si votarono alle formazioni sanitarie non ebbero così gran
merito a farlo, infatti: sapevano ch'era la sola cosa da fare e che
il non decidersi a farla sarebbe stato incredibile. Le formazioni
aiutarono i nostri concittadini a non ritrarsi davanti alla peste e
li persuasero in parte che, se c'era la malattia, bisognava fare il
necessario per combatterla. Siccome la peste, in tal modo, diventava
il dovere d'alcuni, apparve realmente quello che era, ossia una
faccenda di tutti...”
Albert
Camus “La Peste”
"Una stampa libera non esiste. Voi, cari amici, ne siete consci, e io anche. Nessuno fra noi oserebbe dire la propria opinione apertamente e liberamene. Noi siamo gli strumenti e i servi delle potenze finanziarie che agiscono dietro le quinte. Siamo le marionette che saltano e ballano quando queste tirano i fili. La nostra abilità, le nostre capacità, e la stessa nostra vita appartengono a quegli uomini. Non siamo altro che prostitute intellettuali."
John Swainton ex direttore NY Times
BUONE FESTE
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IL PRESIDENTE SIRIANO ASSAD CON LA MOGLIE MENTRE VISITA LA CATTEDRALE CRISTIANA DI NOTRE-DAME IN DAMASCO |
A
qualcuno parrà sicuramente un qualcosa di anacronistico (ed in
effetti lo è nel senso più corposo dell'aggettivo qualificativo, in
quanto parrebbe logico che oggi, nel 2015 - nominalmente in un regime
democratico che dovrebbe rappresentare tutte le istanze e sensibilità
della collettività – dovrebbe esser superfluo manifestare per
strada...) il fatto che il 25 novembre scorso, a sessant'anni
suonati, mi sia dovuto ritrovare per le strade di Firenze a
manifestare per la cosa più ovvia e ragionevole del mondo:
delegittimare la NATO e cercare in qualche modo di stimolare una
collettività – spesso miope ed egoista – nella “migliore”
delle ipotesi disinformata e passiva.
Il
26 novembre, il giorno dopo, nella città-del-fiore presidiata dai cecchini sarebbe per l'appunto iniziata una breve kermesse
fiorentina di rappresentanti di quella organizzazione che – nata
nel 1949, ai tempi della Guerra Fredda – avrebbe di fatto perduto i
presupposti per la propria esistenza all'indomani o giù di lì del
crollo del muro di Berlino.
Ma
dalla fine dell'epoca della “cortina di ferro” la NATO si è
andata via via ristrutturando quale pratico utensile per ben altre e
ben più remunerative missioni: è divenuta un organo stranamente
simbiotico con organizzazioni nominalmente vocate alla “distensione”
ed alla risoluzione pacifica delle vertenze tra Stati sovrani, è
divenuta ricettacolo pensionistico per politici pensionati, è
divenuta molto più prosaicamente vero e proprio strumento per la
messa in atto delle strategie sul campo legate alla destabilizzazione
dell'Europa e dell'Africa (Medio e prossimo Oriente compresi).
La
NATO, perfezionato e lubrificato meccanismo politico-militare, appare
oggi la vera e propria arma atta a materializzare le strategie
esplicitate dallo Zbigniew Brzezinski nei suoi davvero imperdibili
capolavori di demenza geopolitica. Demenza qualora si persegua uno
scopo banale quale quello della pace e di un progresso realmente
diffuso... altrimenti i suoi trattati (Il mondo fuori controllo; La
grande scacchiera) sono palesemente efficaci: la strategia cosidetta
“atlantista”, che in realtà è la strategia dei neocon
americani, schierati sulle posizioni dei gruppi economici più
potenti a livello globale, strategia che punta anzitutto sullo
scardinamento di sistemi nazionali e di identità culturali, è
indubbiamente vincente sui molti quadranti in cui opera.
Si
tratta della PESTE del nostro contemporaneo.
Questa
“malattia pensante” si pone obiettivi semplici: destabilizzazione
del maggior numero possibile di Stati nazionali, colonizzazione
economico-militare, omologazione ad un modello-stile-di-vita che
viene spacciato per civiltà, anzi per l'unico modello di civiltà.
Questo
velenoso bacillo si serve dei mezzi di comunicazione, oltreché delle
armi, per creare – più che un consenso, di cui non credo abbia a
curarsi troppo – un diffuso sentito di status quo, un già
avvenuto, un ovvio, un unico modo di interpretare.
É
curioso pensare che proprio il Brzezinski – lo stratega di Jimmy
Carter, consigliere di Obama, fornitore dei missili Stinger ai
qaedisti (creati da lui stesso insieme alla CIA ed all'MI6
britannico) afghani, teorico dell'assedio alla Russia e della
disgregazione degli Stati europei e di ogni sovrana versione
dell'Unione Europea – in un suo saggio (Totalitarian
Dictatorship and Autocracy)
abbia elencato tra gli
elementi qualificativi una dittatura proprio quelli che sono, oggi, i
capisaldi della politica estera ed interna americana, principale
manovratore della NATO, al 6° posto, tra sei elementi pone :
“il monopolio da parte del partito dei mezzi di comunicazione di
massa di propaganda”
É
per questo che il 25
novembre mi son ritrovato in Piazza dell'Unità insieme a centinaia
di giovani e meno giovani talora paludati con bandiere di Stati
nazionali letteralmente massacrati da questa vera e propria “macchina
infernale”, bandiere dell'orgoglioso Iraq di Saddam Hussein,
bandiere dell'ostinata Repubblica Araba
Siriana, una bandiera della
“vecchia” Yugoslavia titina, certo, anche nostalgie sui selciati
di Firenze, nostalgie per chi ha avuto il coraggio di battersi per il
proprio Paese, quando l'orgoglio non è un peccato.
Dove
l'orgoglio è una virtù.
"L'esperienza che abbiamo fatto in Bosnia può fungere da modello per le future operazioni della NATO" Javier Solana, ex segretario generale NATO.
E pensate che perfino Solana, il carnefice della Yugoslavia, ha premuto per gli interventi in Siria per demolire il paese e destituire Assad.
"L'esperienza che abbiamo fatto in Bosnia può fungere da modello per le future operazioni della NATO" Javier Solana, ex segretario generale NATO.
E pensate che perfino Solana, il carnefice della Yugoslavia, ha premuto per gli interventi in Siria per demolire il paese e destituire Assad.
Ho avuto il privilegio di accompagnare Maria, un'amica venuta fin dalla Sicilia che ha condiviso con me lo striscione contro il MUOS, il mostro di Niscemi.
Mi
son ritrovato tra decine di altri come me brizzolati “cani
sciolti”, non ho veduto soggetti politici blasonati,
orgogliosamente cani sciolti ha sottolineato Sonia, sulle spalle la
bandiera iraqena, troppi dei rivoluzionari d'ateneo si sono negli
anni "integrati", trasformati in sovrintendenti, assessori o peggio ancora
deputati di un Parlamento che non rappresenta più nient'altro che sé
stesso e difende i propri parassitari privilegi.
E
non avrei mai pensato in quei giorni lontani del 1977, 78, 80, 82,
che quasi quaranta anni dopo sarei dovuto tornare per strada e che il
bersaglio della nostra indignazione sarebbe stato ancora una volta
una politica lontana dalla gente e dal buonsesno e dalla Storia, che
ancora una volta avrei dovuto schierarmi contro l'Imperialismo, o
meglio, ancora più pertinente e più completo: contro il
COLONIALISMO. Un colonialismo culturale
prima ancora che geografico, ma immediatamente
dopo geografico, con guerre, invasioni e morti a migliaia, a decine
di migliaia, a centinaia di migliaia, e sempre dalla parte dei
“barbari”, quelli che – ci dicono – non accettano, anzi
minacciano, un nostro “stile di vita”...
Mi
son rivisto Firenze schierata in antisommossa nelle strade adiacenti,
ho guardato in faccia i benpensanti disinformati e stupiti di vedere
degli anziani – si, anziani – con gli striscioni contro
l'aggressione NATO in mezzo mondo, contro le antenne dei sistemi
offensivi del corpo dei Marines in Sicilia, il MUOS, con
l'installazione bocciata anche dal TAR ma in funzione lo stesso...lo
Stato di diritto ridotto a zerbino delle potenze coloniali del nuovo
millennio. Non avrei però davvero mai immaginato di passeggiare per
la mia Firenze mentre dall'alto di qualche tetto qualche mercenario
in passamontagna nero magari mi prendeva le misure attraverso un'ottica con
visore notturno; non è bello, tornatevene nelle vostre tane, avete
già fatto tanti danni in Iraq, Libia, in Francia, in Siria, in Mali.
Matteo Renzi assente al convegno si affannerà a proclamare che
l'Italia non interverrà nella questione siriana, io che son vecchio
– appunto – non mi stupirò più se dovessi leggere tra qualche
mese del fatto che, magari, proprio in queste settimane una decina di
aerei italiani stessero bombardando allegramente gli obiettivi più
singolari, nella altrettanto singolare accezione di quella Guerra al
terrore che è stata concepita da un – è storia – mentecatto
come George Bush, e proseguita da un Nobel per la Pace come Obama,
l'uomo dei droni e dalla - è storia, e fisiognomica - psicopatica prossima primo Presidente donna
degli USA.
Intanto mentre giornalisti in pensione come Fini auspicano un dialogo (sic) con gli assassini dello Stato Islamico cosidetto, magari concedendo finanche un seggio all'ONU, questa stessa ONU ovviamente per motivi umanitari pare abbia fatto da intermediaria per "traslocare" famiglie di almeno 2000 combattenti Al Nosra e Daach (che son la stessa genìa) dalle zone dei combattimenti. L'ONU si prepara al prossimo inquilino?
Curiosa visione quella di Fini, dopo un interessante ed affabulante saggio sul Mullah Omar purtroppo lo ricordo unicamente per le sue sviste politically correct su Gheddafi e per questo suo fervore senile verso l'ISIS, ISIL Daach, fervore malriposto in quanto in questo contesto è storia che non si tratti di un paragone tra i tagliagole armati dai Sauditi ed addestrati dalla CIA e i settecenteschi ikhwan di Mohamed Abdul Wahhab...eppure su suggerimento di un comune amico giornalista gli avevo anche inviato, appena uscito on line, una copia cartacea del mio "Libia il naufragio dell'Europa" dove spiego nei dettagli quella che è la logica della destabilizzazione del Nordafrica e Medio Oriente, da allora ad oggi, e mi pareva pure che l'avesse letto...
Intanto mentre giornalisti in pensione come Fini auspicano un dialogo (sic) con gli assassini dello Stato Islamico cosidetto, magari concedendo finanche un seggio all'ONU, questa stessa ONU ovviamente per motivi umanitari pare abbia fatto da intermediaria per "traslocare" famiglie di almeno 2000 combattenti Al Nosra e Daach (che son la stessa genìa) dalle zone dei combattimenti. L'ONU si prepara al prossimo inquilino?
Curiosa visione quella di Fini, dopo un interessante ed affabulante saggio sul Mullah Omar purtroppo lo ricordo unicamente per le sue sviste politically correct su Gheddafi e per questo suo fervore senile verso l'ISIS, ISIL Daach, fervore malriposto in quanto in questo contesto è storia che non si tratti di un paragone tra i tagliagole armati dai Sauditi ed addestrati dalla CIA e i settecenteschi ikhwan di Mohamed Abdul Wahhab...eppure su suggerimento di un comune amico giornalista gli avevo anche inviato, appena uscito on line, una copia cartacea del mio "Libia il naufragio dell'Europa" dove spiego nei dettagli quella che è la logica della destabilizzazione del Nordafrica e Medio Oriente, da allora ad oggi, e mi pareva pure che l'avesse letto...
Qualcosa
di nuovo c'è comunque, in giro, non soltanto i Fulvio Grimaldi, le
Marinella Correggia e Giulietto Chiesa si mettono al solito in gioco,
qualche altra griffe si riscuote, nell'organigramma del comitato NO
NATO appare anche il Franco Cardini, seppur cauto e ancora per
qualche verso politically correct (ma è un professore, hanno i loro
tempi) forse questi soggetti consentiranno di sdoganare quel dissenso
(buonsenso) che è ancora limitato a un migliaio di manifestanti
(per il quotidiano locale saranno 300, boh, io anche
questa volta c'ero, e mi
parevano un po' di più... sarà
per questo, per il fatto che vado a vedere di persona e che non mi
faccio raccontare da chi nemmeno c'era, che sono antipatico?), e poi non si può restare ancora a guardare: se c'era la malattia, bisognava fare il necessario per combatterla. Siccome la peste, in tal modo, diventava il dovere d'alcuni, apparve realmente quello che era, ossia una faccenda di tutti.
salve
RispondiEliminaciao Emilio e scusa il ritardo; non ricordo cosa ho fatto il 25 novembre ma forse un salto potevo farlo e sarei venuto con il tricolore (magari avrei portato quello della RSI che ha combattuto, è bene ricordarlo, contro gli esportatori di gomme da masticare e stupratori ma, a 54 anni avrei capito che a Firenze, forse era meglio di no).
Tutto ciò che scrivi è vero e, oltretutto, tangibile ma la massa è preoccupata da altro: non possono sciare poverini, non c'è neve...
saluti
Piero e famiglia