La stampa e la televisione – tra una
telenovela e una dissezione anatomica, ce n'è per tutti i gusti, di
scemenze, dai N.C.I.S. educativi contro il "nemico" del momento ai leali "Five O", al saggio e casereccio Don Matteo - ci informano che l'Unione Europea sanzionerà l'Italia
in quanto “peggior pagatore” - o giù di lì - dell'Unione.
Cattivo pagatore in quanto come è noto alle decine o centinaia di
aziende creditrici rovinate dal sistema lo Stato non ha premura di
saldare i propri debiti. Il paradosso è che non verranno presi i
signori Saccomanni, o Letta, o uno dei mille e più portaborse e gli
verranno prelevati i soldini dal conto corrente per "far pari". Il
paradosso è che le sanzioni europee le pagheranno ancora una volta i
cittadini, anche le stesse imprese in fallimento, perchè le sanzioni
che riguardano lo Stato le paghiamo noi. Cioà quelli che hanno subito il danno della cattiva gestione pagheranno - 2 volte - le conseguenze. E' roba da capogiro...
NON CAMBIA NIENTE
La stampa e la televisione ci parlano
della malagrazia dei “grillini” come se il problema fosse –
davvero – la giusta ira che dei rappresentanti dello Stato (dei
cittadini) sentono esplodere allorché anche nelle sedi istituzionali
vedono ergersi muri di gomma impenetrabili.
Vedere Speranza, una nullità umana ed
intellettuale, da sempre uno dei “mantenuti della tessera “ che
si becchetta coi rappresentanti del popolo (i 5Stelle) è cosa che
davvero indigna.
LA CRISI
Il Paese reale si dibatte in una crisi
che, come molti osservatori “blasonati “ e competenti osservano
, non può accennare a finire “la crisi è destinata ad
aggravarsi, perché ogni anno lo stato sottrae alcune decine di
miliardi al circuito economico per pagare gli interessi sul debito.
"Sottrae" perché la maggior parte del debito è
sottoscritto dal sistema bancario internazionale; solo per un settimo
circa è in mano alle famiglie italiane” sono parole del Prof.
Guido Ortona, dell'Università del Piemonte Orientale.
ULTIM'ORA: LETTA AFFERMA CHE LA CRISI IN ITALIA E' FINITA (RAINEWS24 ORE 13...) da Abu Dhabi, luogo noto per la sobrietà e la morigeratezza dei suoi abitanti, il Premier "rassicura" i potenziali investitori sulla possibilità di "sacco" dei beni di famiglia dello stato italiano. Perchè quelle che questo figlio illegittimo di Goldman chiamo privatizzazioni sono un vero e proprio saccheggio. Come recita una una non so qual pubblicità : " ci vuol poco per far spazio all'immaginazione " e Letta c'è avvezzo, solidale com'è con la povera Boldrini, ferita dai comportamenti antidemocratici dei 5 Stelle, che si oppongono con striscioni allo sfacelo della Costituzione. Ma il broker delle aziende pubbliche è interessato solo a compiacere altri soggetti. Che non sono poi diversi da quelli frequentati da altri .
FATTI UN PO' PIU' CONCRETI DEI PROCLAMI DI LETTA
Gli eletti del M5S, infatti, presentavano una mozione al governo sulla quale hanno preteso un voto dell'aula. La richiesta dei parlamentari pentastellati non aveva niente di pretestuoso, nè - in verità - nulla di rivoluzionario, nè tantomeno poteva rappresentare un ostacolo per la stabilità dell'attuale governo in carica, e men che meno rappresentare un pericolo per la nazione.
Anzi. Ciò che i deputati M5S hanno chiesto al governo è stato di "rimodulare la propria posizione nazionale come Stato sovrano e avviare una immediata consultazione per rinegoziare le condizioni imposte dal Fiscal Compact e dal Mes": tutto qui.
E' bene che sia molto chiaro a ogni cittadino ciò che si è verificato, perchè il futuro dei 60 milioni di italiani dipendeva da questo voto.
Non si trattava di prendere alcuna decisione unilaterale, non si trattava di protestare alcun Trattato in vigore, non si trattava di venir meno a nessun tipo di accordo inter-governativo e inter-statale firmato da questo governo e da quelli precedenti.
Si trattava soltanto di approvare la "pretesa da parte della cittadinanza italiana di andare a rinegoziare i meccanismi del Fiscal Compact", tradotto in parole semplici e povere: far passare alla Camera un provvedimento che consentisse ai nostri governanti di poter telefonare alle specifiche commissioni europee e al Presidente della Banca Centrale Europea e dir loro: "salve signori, dobbiamo vederci subito perchè il Parlamento e la Legge della Repubblica Italiana ce lo impongono: dobbiamo aprire una trattativa per fuoriuscire dal limite imposto del 3%, dobbiamo rivedere il nostro ruolo e negoziarne i tempi di applicazione perchè non siamo più in grado di sostenere economicamente i punti sottoscritti, pena il varo -al massimo entro due mesi- di suppletive manovre finanziarie di ulteriore grave tassazione e pesanti tagli ai servizi sociali nazionali che la cittadinanza italiana non è in grado a nessun livello di poter più sopportare, pena il crollo definitivo della nazione".
La votazione alla mozione M5S ha dato i seguenti risultati: il 72% dei deputati l'ha rigettata votando contro (Forza Italia, Nuovo Centro Destra, PD, Lista Civica Monti, Udc, tutti compatti). Il che vuol dire che la cosiddetta sinistra italiana - ovvero il PD - non vuole "ufficialmente" andare a negoziare a Bruxelles, a Francoforte, a Strasburgo.
THE MANCHURIAN CANDIDATE
IL NUOVO ENTRA AL NAZZARENO (UNA
VOLTA ERA BOTTEGHE OSCURE...)
Col “Nuovo” non intendo Berlusconi.
Per carità, solo il sentirlo rivendicare - ignavo e vigliacco –
un qualche dissenso dall'aggressione alla Jamahiriya Libica dà il
voltastomaco, no, mi riferisco a Matteo Renzi quella novità che i
fiorentini di tutte le lobbies e affacciati alle varie “logge”
ben conoscevano da anni, dalla sua apparizione a livello locale: The
Manchurian candidate di Sanfrediano. Si
perché Matteo non è la sinistra (ma ha senso ancora parlare di
sinistra?...) o meglio Matteo non “scende in campo” (l'immagine è
appropriata) seguendo un percorso ideologico , Matteo Renzi è The
Manchurian perché in Toscana
Forza Italia o – dopo – il PDL non avrebbero mai avuto la
maggioranza, mai avuto il sindaco di Firenze, chiunque fosse, anche
un genio, la spocchia della “sinistra” salottiera ed
aristocratica lo avrebbe boicottato.
E'
risaputo. E quindi era necessario che lui, veramente, profondamente,
passionalmente legato ai capisaldi neoliberisti (e quindi uomo con
cui si può trattare e governare, come conferma, puntuale, il Silvio
nazionale) ed alle logiche di una imprenditoria più finanziarizzata
che operativa, venisse messo in gioco.
Chi
avesse avuto qualche dubbio di questa realtà, che a Firenze veniva
raccontata dieci anni fa nei “salotti buoni” e nemmen tanto a
bassa voce, probabilmente avrà potuto aprire gli occhi al momento
delle primarie 2012 tra Vendola, Puppato,Bersani,Renzi e Tabacci. Non
dalle immagini televisive ma dai seggi e tra l'elettorato veniva la
conferma: soggetti mai prima visti in quelle estemporanee e "volontarie" sedi elettorali (Circoli ARCI, Case del
Popolo), imprenditori rampanti, non di rado coi segni delle manette
ancora ai polsi, professionisti eroi di turbative d'asta e frodi
varie, stupratori di Project Financing, avventurieri vari, tutta questa nuova
umanità appariva con mogli e figli, sacrificando l'integrità del week-end nell'urgenza di testimoniare il
proprio ruolo civico. Avevano il proprio mentore da sostenere, il rottamatore (non Tronchetti Provera stavolta...ma lo scenario di riferimento, finanza e quattrini altrui è il medesimo).
Ma la
cosa più grave che ce ne deriva è che con questa dirigenza il
partito democratico “non vuole uscire dalla crisi; dalla
crisi si esce solo contrastando il potere del capitale finanziario
(per esempio uscendo dall'euro, il che svaluta il debito e rilancia
le esportazioni, oppure congelando il debito o facendo default, il
che riduce i pagamenti per interessi); il capitale finanziario è
potentissimo; il partito democratico ha obbiettivi diversi dal
massimizzare il consenso.
La conclusione sembra chiara: il
partito democratico è stato comprato dal capitale finanziario. Non è
detto che questo sia sempre stato fatto con il vecchio metodo delle
valigette piene di denaro. Fra questo estremo e la perfetta buona
fede ci sono infinite gradazioni, e i dirigenti del PD, a partire dal
Presidente delle Repubblica, hanno ampiamente dimostrato di sapere
venire a patti molto bene con la loro coscienza.
Se un dirigente del PD vuole pagare
fior di quattrini per degli inutili F35 potrà essere perché è
stato pagato, o perché è riuscito a convincersi che servono
davvero. Sono affari suoi. La sostanza non cambia, anche perché il
debito che ne deriva non grava su di lui ma sulla collettività “(di
cui egli non fa più parte da tempo).
“Molti esponenti intermedi del PD sono seri professionisti,
che fanno il loro mestiere e non sono corrotti, o pensano di non
esserlo. Anzi, non hanno tempo da perdere con tutte queste beghe
politiche. Ci sono comuni da gestire, appalti da assegnare, concorsi
da indire e da effettuare, insomma tutta la vita politica normale. Se
il partito ha deciso di comprare gli F35 a lui spetta il compito di
amministrare i fondi che ne derivano alla sua istituzione. La
decisione ormai è presa. Chi riceveva soldi dal Monte dei Paschi non
aveva né tempo né interesse a chiedersi da dove venivano.”
Le parole di Ortona aprono uno scenario inquietante sul concetto di
integrità della vita politica, ci ritorneremo.
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