Ieri nel corso di un telegiornale un giovane americano, intervistato sull'attentato di Boston avrebbe detto pressappoco : "Io sono stato in Afghanistan, queste sono cose che succedono là, non qua in America".
Non me la sento di commentare tale affermazione, l'unico tentativo assolutorio per queste parole posso andare a raschiarlo nello choc. Che ci sia una parte, o meglio delle parti di pianeta in cui gli attentati sono eventi del quotidiano, credo sia un concetto difficile da condividere. Un concetto alienante, che però fa oggettivamente parte - anzi è filone di pensiero - di una certa classe politica.
I capitalisti, quando non sanno cosa
fare col loro denaro, convincono i contadini di diversi paesi che ciò
che occorre loro sono fucili per spararsi gli uni con gli altri. I
contadini perciò comprano i fucili, prodotti dalle fabbriche dalle
quali i capitalisti traggono i loro dividendi e gli uomini di scienza
il loro divertimento e la loro reputazione.
I contadini cominciano a spararsi a vicenda, in buon numero, finché non sono stanchi, e si bruciano gli uni gli altri le case. Dopodiché mettono giù i fucili e li conservano in torri, arsenali ecc., composti in trofei ornamentali (i vincitori portano anche qualche bandiera sbrindellata nelle chiese). Allora i capitalisti li tassano entrambi, vincitori e vinti, perché paghino annualmente gli interessi sul denaro anticipato per i fucili e la polvere da sparo.
Questo è ciò che i capitalisti chiamano "sapere cosa fare col proprio denaro", e ciò che tutti gli uomini del commercio chiamano l'economia politica "pratica", che è cosa ben diversa da quella "sentimentale".
I contadini cominciano a spararsi a vicenda, in buon numero, finché non sono stanchi, e si bruciano gli uni gli altri le case. Dopodiché mettono giù i fucili e li conservano in torri, arsenali ecc., composti in trofei ornamentali (i vincitori portano anche qualche bandiera sbrindellata nelle chiese). Allora i capitalisti li tassano entrambi, vincitori e vinti, perché paghino annualmente gli interessi sul denaro anticipato per i fucili e la polvere da sparo.
Questo è ciò che i capitalisti chiamano "sapere cosa fare col proprio denaro", e ciò che tutti gli uomini del commercio chiamano l'economia politica "pratica", che è cosa ben diversa da quella "sentimentale".
Non sono le parole di un pericoloso sovversivo. Le ha scritte il poeta, scrittore, pittore eclettico John Ruskin nella prefazione del suo Munera Pulveris, pubblicato nel 1862, un saggio socio-economico contrastante le strategie economiche di Adam Smith e John Stuart Mill.
Soggetto particolare, il Ruskin, si occupa di tutto nel corso della propria esistenza, saranno sue alcune lapidarie definizioni relative all'architettura, a tutt'oggi insuperate, anche dai nuovi profeti del calcestruzzo come Renzo Piano. Si occupa anche di politica economica, perché la società è a quelle regole - sarà pure artista, eclettico ma non miope - che finisce per essere referente.
Tutti abbiamo gli occhi per guardare, qualcuno di noi fa uno sforzo in più e cerca anche di "vedere".
Nel frattempo, mentre tutti "guardano" ovviamente verso gli episodi eclatanti cruenti e drammatici - o almeno quelli di essi che ci vengono proposti - che la quotidianità ci offre, procede un altro curioso disegno che è quello della sottrazione dell'autonomia finanziaria più elementare: quella del denaro contante.
Denaro contante che era autonomia, sostituito ma solo per praticità dalle comode lettere di credito e di debito (vedasi Francesco Datini), ma insostituibile. Oggi lo si vuol sinonimo di illegalità. Evasione. Il mantra è ripetuto anche dai signori di Bruxelles. Sicuramente, ma non è il motivo per il quale si vuol accentrare tutto nelle attribuzioni dell'istituzione bancaria. Con l’abolizione del denaro contante ogni più minuta operazione, ogni transazione deve necessariamente transitare attraverso questa, che si assicurerà un profitto "parassitario" ed immeritato da ogni passaggio di denaro. A questo corrisponderà anche una significativa (nei grandi numeri della ripetitività anche di piccole operazioni) sottrazione di una percentuale della ricchezza. A ciò non corrisponderanno vantaggi in termini occupazionali, oramai questi processi sono garantiti dalla computerizzazione diffusa.
Qualora poi si dovesse - e non è assolutamente fuori della Storia - giungere ad un collasso del sistema finanziario dopato che conosciamo e che è all'origine delle tragedie economiche cui assistiamo, è evidente che sarebbe elementare per l'Istituzione appropriarsi delle risorse di chicchessia.
Sicuramente "oggi" a qualcuno apparrà irrispettoso (politically uncorrect) non dedicare le nostre riflessioni solo alle vittime di Boston, ebbene quel "qualcuno" potrebbe sforzarsi di capire che forse lo stiamo proprio facendo.
Nel frattempo, mentre tutti "guardano" ovviamente verso gli episodi eclatanti cruenti e drammatici - o almeno quelli di essi che ci vengono proposti - che la quotidianità ci offre, procede un altro curioso disegno che è quello della sottrazione dell'autonomia finanziaria più elementare: quella del denaro contante.
Denaro contante che era autonomia, sostituito ma solo per praticità dalle comode lettere di credito e di debito (vedasi Francesco Datini), ma insostituibile. Oggi lo si vuol sinonimo di illegalità. Evasione. Il mantra è ripetuto anche dai signori di Bruxelles. Sicuramente, ma non è il motivo per il quale si vuol accentrare tutto nelle attribuzioni dell'istituzione bancaria. Con l’abolizione del denaro contante ogni più minuta operazione, ogni transazione deve necessariamente transitare attraverso questa, che si assicurerà un profitto "parassitario" ed immeritato da ogni passaggio di denaro. A questo corrisponderà anche una significativa (nei grandi numeri della ripetitività anche di piccole operazioni) sottrazione di una percentuale della ricchezza. A ciò non corrisponderanno vantaggi in termini occupazionali, oramai questi processi sono garantiti dalla computerizzazione diffusa.
Qualora poi si dovesse - e non è assolutamente fuori della Storia - giungere ad un collasso del sistema finanziario dopato che conosciamo e che è all'origine delle tragedie economiche cui assistiamo, è evidente che sarebbe elementare per l'Istituzione appropriarsi delle risorse di chicchessia.
Sicuramente "oggi" a qualcuno apparrà irrispettoso (politically uncorrect) non dedicare le nostre riflessioni solo alle vittime di Boston, ebbene quel "qualcuno" potrebbe sforzarsi di capire che forse lo stiamo proprio facendo.
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