venerdì 1 maggio 2015

ULTIME NOTIZIE : EXPO (LA NUOVA STRATEGIA DELLA TENSIONE) - LA RELATIVITA' POLITICA TRASFORMA L'OGGETTIVITA' DELLA CHIMICA : LA BUFALA DEI BIOCARBURANTI LAND GRABBING MAIS E BUGIE

E' fenomenale la tempestività con la quale - più o meno dieci anni dopo il fallimento delle molteplici aziende americane nate sull'onda dell'ebbrezza dei biocarburanti - i media di massa (la TV e i telegiornali con "approfondimenti speciali" ) battano la grancassa accendendo i riflettori su questa


genialata. Non è un caso, con la kermesse dell'EXPO da promuovere tutti gli argomenti anche vagamente legati alla AGRICOLTURA funzionano, tanto per la gente "dabbene" basta far credere che si parla di sfamare i poveri africani (così che non abbiano tanta voglia di venir da noi a scassare, s'intende!).  Beh, è proprio il contrario: in primo luogo le monocolture finalizzate allo sfruttamento intensivo per la produzione di biocarburanti non sfamano - per definizione - nessuno, per l'appunto ciò che viene prodotto dalla terra entra in un processo chimico - fisico che con la malnutrizione poco ci incastra. Non è che resta alcunché di commestibile, anzi.
Però qualcosa resta.
Eccome.
L'amico Stefano Marcaccini (+), allora docente di Chimica Organica presso l'ateneo fiorentino, aiutandomi - anni fa, durante la maledetta guerra alla Libia di Gheddafi - nella revisione del mio saggio "LIBIA  IL  NAUFRAGIO  DELL'EUROPA" avendo io necessariamente affrontato il tema del land grabbing e dei biocarburanti, con la sua professionalità focalizzò la mia attenzione sulla questione per l'appunto di sua specifica competenza.
Volete sapere cosa resta?
Leggete il seguito...
Volete sapere anche un'altra cosa, che non è una soggettività della Politica ma una oggettività della Chimica (perché è di questo che stiamo parlando, di fatti oggettivi, non di opinioni soggettive), in Chimica tutti i processi basati sulla scissione sono a bilancio negativo per l'ambiente, appunto (per definizione) perché nella scissione si producono scorie...
Eccovi uno stralcio dal mio saggio ricordato prima "...La produzione di carburanti dai cereali potrebbe venire sintetizzata nello sketch televisivo anni '60 di un provocatorio Ugo Tognazzi che partendo da un tronco di pino a suon di scure perveniva a cavarne fuori uno stuzzicadenti. Nello specifico ancor peggio: ai costi energetici – sotto ogni forma, dall'acqua alle tecnologie ai pesticidi al lavoro umano – vanno sommati quelli ambientali, in primo luogo la deforestazione di milioni di ettari per far posto ai nuovi seminativi, senza dimenticare una dispersione ragguardevole di gas serra. Il termine scientifico di bufala andrebbe implementato con l'aggettivo disonesta: senza andar a disturbare insigni premi Nobel, qualunque chimico sa bene – è un assunto, non un'opinione – che in natura (e la chimica fa sicuramente parte di tale ambito) i processi per aggregazione sono vantaggiosi, al contrario di quelli per scissione (che per definizione stessa danno luogo a scorie), nel nostro caso sarebbe interessante scoprire una nicchia di mercato per l'anidride carbonica derivante dalla fermentazione alcolica necessaria per la produzione del bio-etanolo..."

Per la cronaca, la quasi totalità di imprese di biocarburanti in USA sono fallite (era una bufala per tutti, non solo per gli africani) o vivacchiano grazie a sostegni statali. Da noi le mode americane in un recente passato venivano importate circa dieci anni dopo il boom iniziale, a quanto pare lo sviluppo tecnologico non ha influito in questo settore, forse perché l'informazione alternativa spaventa gli italiani, bisognosi di tranquillità.

Buon ascolto delle notizie degli scienziati di regime.

EXPO -  LA  NUOVA STAGIONE DELLA TENSIONE     Cui prodest?

La signora Lilli Gruber dalla vetrina di otto e mezzo si fa aiutare da un "moderato benpensante" Beppe Severgnini ad individuare i nuovi protagonisti della dissidenza all'EXPO: quelli che il Severgnini chiama i cretini (...che adesso magari sono a mangiare la pizza...), qualcun altro invoca una "polizia europea" (è già un pezzo che si ventila, no?!) solo il buon Barbacetto sembra avere raziocinio nel porre un'altra questione : chi ha avuto un danno dai disordini di Milano non è stata EXPO e le sue magagne e bugie ed imbrogli, bensì proprio coloro che avevano ed hanno il sacrosanto diritto di protestare contro EXPO.
Quando serve destabilizzare una manifestazione arrivano i Black-Block e nessuno li individua mai....
Strano, allo stadio riescono a beccare anche i ragazzini se accendono una sigaretta, a Milano lasciano iniziare una mezza guerriglia....curioso, nemmen fossero stati d'accordo....
Eppure è stato spiegato da tanti anche eminenti storici cosa è stata la strategia della tensione, in Italia.
Cui prodest?  A chi giova?
Giova al dissenso? No.
Giova alle bande di sostenitori di EXPO e delle Grandi Opere? Di certo.



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