Un
collega “controinformatore” osservava giorni addietro come sia
paradossale parlare tuttora di ELEZIONI - nel senso compiuto del
termine e dei significati sottesi - in un Paese, l'Italia, di fatto
in stato di occupazione da circa settant'anni. La presenza delle 59
basi americane (gli “Alleati”...) sul suolo della penisola in
effetti pare più una testimonianza (anzi un monito) della sconfitta
nell'ultima guerra che non una garanzia di sostegno contro minacce di
chissachì.
Ricordiamoci
tra l'altro – ne abbiamo già dissertato in precedenza ma repetita
juvant - che la NATO, ovvero una delle facce della supremazia
statunitense, nacque ben prima del Patto di Varsavia (oddio,
argomentare di ciò in questi termini di sicuro ci farà
automaticamente inserire nell'albo d'oro – contemporaneo index
librorum prohibitorum – dei lacché putiniani) mentre in genere
ci viene descritta come una associazione filantropica (vedasi gli
interventi anche della Angelina Jolie a fianco dello Stoltenberg)
resasi necessaria appunto per contrastare un pericolo sovietico nel
dopoguerra, in ogni caso dalla caduta del muro completamente priva di
senso, in realtà braccio armato dei peggiori crimini contro
l'umanità che mai una Norimberga vedrà giudicati.
Mesi
addietro l'allegato di approfondimento culturale di
Repubblica – il Venerdì – proponeva una curiosa copertina,
riferendosi alla vague orientalista d'antan, titolando “Quando
l'Occidente inventava l'Oriente”, curioso al giorno d'oggi quando -
ancora e ben di più criminalmente – l'Occidente si reinventa un
Oriente e crea dei nemici (almeno i vezzi orientalisti seppur sottesi
alla
cruenta
dimensione coloniale si traducevano in aspetti estetici).
L'invenzione della guerra civile contro Assad in Siria, il reiterare
con grancasse mediatiche menzogne contro governi non allineati, la
creazione di vere e proprie enclave mercenarie entro i confini di
Stati e Nazioni costituiscono crimini contro l'umanità. Come
definire chi si rende megafono di tutto ciò?
Elezioni
con uno scenario politico a dir poco deprimente, leghisti e
pentastellati che si recano in pellegrinaggio a Bruxelles e a
Washington per ricevere l'imprimatur dai Padroni del mondo, quelli
che MAI hanno rispettato un trattato, a iniziare dalla guerra di
sterminio dei nativi americani.
Natural
born killers. Una generazione di politici allucinante, l'ipocrita definire "missioni umanitarie" quelle che altro non sono che aggressioni a nazioni sovrane, ree di non allinearsi al ruolo di zerbino delle "grandi democrazie", agli esportatori di "civiltà", ai negatori delle identità. Politici protagonisti di meschine strategìe, in Libia facendo assurgere a rappresentanti veri e propri zimbelli locali, Freya Stark, la viaggiatrice inglese dei primi del '900 (il cui ruolo nell'Arabia Felix era ben altro che quello di una oziosa esteta...) rammentava "...quanto sia assurdo, in un paese tribale, conferire autorità a gente priva di influenza...", la fotografia, ai nostri giorni, del governo fantoccio della Libia, voluto dai traditori italiani su ordine di altri padroni. Politici ignoranti, oppure costretti, addestrati al potere dal "grande fratello Alleato", lo stesso che avviluppò De Gasperi, ricordate la storica immagine dell'assegno tra le mani - gli aiuti, o prestito.... - alla fine del pellegrinaggio a Washinghton dal Presidente Truman, il "padre della Patria"... oggi solo disonesti, servili e ignoranti, come epigoni di quella regione di ignoranti d'oltre Atlantico, ignoranti dal verbo ignoro (as-avi-atum), nè più nè meno che questi intervistati per strada...
Il
film, il brutto film della falsa integrazione, la semplice
propaganda, il dire invece del dimostrare, l'incapacità di difendere
le attività produttive – di fatto, ci piaccia o no ma siamo una
Nazione che della dimensione produttivo/capitalista campa – dalle
stesse norme ingenerate a livello europeo, la fuga delle aziende
agevolata verso un generalizzato est (dalla Romania alla Cambogia)
finanche da aiuti economici CEE (ricordate gli anni in cui la Bonino, allora Commissario europeo, vedeva scorrere risorse - quattrini - a chi delocalizzava? E vi stupite oggi della fine delle
attività produttive e della concorrenza sleale di paesi terzi?) ,
l'incapacità di gestire e di far accettare le regole italiane alla
comunità cinese sul nostro territorio sono elementi che devono farci
capire che classe politica siede in Parlamento ed in Senato ma anche
nei consigli comunali e nelle cellule locali dei partiti.
E'
assai semplice mettere manifesti e far proclami, il difficile è far
rispettare le regole, specialmente per chi ha voluto distruggere
gerarchie e rispetto reciproco. La reciprocità è un concetto
dimenticato, detta legge l'accoglienza – cieca – verso realtà
che sono state quantomeno create e sfruttate. Create con guerre
locali su commissione, vuoi per eliminare statisti pericolosi (vedi
ieri Gheddafi per le proprie rivoluzionarie iniziative finanziarie
per il continente africano, oggi Assad per questioni più
militar-strategiche e geografiche) per gli equilibri, pardon per i
disequilibri voluti dai Padroni del mondo, vuoi per affermare un
concetto demenziale di egemonia globale (è recentissima l'iniziativa
americana di addestrare paesi europei privi di armi atomiche proprie
all'uso di armi atomiche tattiche “su concessione”). Va da sè che il "mostro" russo manipolatore di ogni campagna elettorale nel mondo e "dopatore" assai ingenuo dei propri atleti forse non starà a guardare...
L'Italia
di oggi sta sempre più assomigliando a quell'America che mai si vede
in TV, quella dei clochard, quella dei senza tetto, quella dei
rifugiati nelle roulotte dopo terremoti che durano decenni, quella
delle ruberie sulle case provvisorie; questa immagine, presa pochi
giorni addietro da un amico fiorentino, in via degli Alfani, con il
consenso del soggetto ritrattovi, la dice lunga su quello che stiano
diventando – da noi – la decenza ed il bisogno.
La
decenza di chi gode di vitalizi, di chi ha rovinato una Nazione, per
obbedire alla vera criminalità organizzata e per il proprio, sudicio, tornaconto.
Il
bisogno degli altri. Anche di un tozzo di pane.
Sarà
davvero difficile votare, il 4 marzo, perché l'inquinamento anche
delle migliori intenzioni si è già insinuato ovunque, basta pensare
alla posizione pentastellata sul meticciato, fer de lance di
chi obbedisce ai diktat delle ONG più devastanti (rileggetevi il mio
LIBIA IL NAUFRAGIO DELL'EUROPA, c'era già tutto descritto lì... ah,
già, è un e.book, e poi la solita solfa su Gheddafi martire, poi
non avete tempo...). "Pensiamo i pensieri di altra gente, troppo indolenti o troppo timorosi per scoprirne di nostri" scriveva ancora Freya Stark, ed io aggiungo, troppo vergognosi di ammettere validità a taluni che hanno fatto lo sforzo di compiere quel passo. Ancora una volta guarderemo a quello che ci appare, tra tanti ciechi, avere almeno un occhio, di certo non guarderemo a chi ha governato, a chi ci ha ridotti a traditori, guerrafondai, servi dei nuovi colonialisti e trafficanti di schiavi. Perché è di questo che stiamo parlando, di colonialismo mascherato, quello della peggior specie, per anni abbiamo studiate e commentate le malefatte della Compagnia delle Indie, dei Francesi in Indocina e Algeria, non si è mai ben approfondita da noi la storia delle Guerre dell'Oppio in Cina (chiedete a John Kerry notizie del nonno...), e voi volete esser servi di questa feccia???
E
così sono passati sei anni da quel drammatico 20 ottobre 2011,
pomeriggio, ero in fila in auto sui viali di Firenze, avevo
appuntamento con Giovanni Gozzini, storico della comunicazione con il
quale stavo condividendo il progetto del mio saggio che da lì a poco
gli avrei consegnato per la supervisione e la prefazione, per
vedermelo ritornare “approvato” circa un mese dopo, ai primi di
dicembre, con il commento entusiastico di Giovanni “...abbiamo
un grande libro, dobbiamo pubblicarlo!” stava nascendo “Libia
il naufragio dell'Europa”.
Mentre
guidavo mi chiama un amico al telefono portatile, “Hai saputo?
- mi dice – hanno ammazzato Gheddafi” come? “A Sirte,
una incursione aerea su una colonna di veicoli”, era terminata
la strenua difesa del khwan rās,
il “fratello leader” nella sua regione natale, era
terminata la meravigliosa, utopistica avventura della Jamahiriya
Libica Araba.
Si
era appena spento, soffocato da mercenari e traditori, il respiro
dell'unico vero grande Statista Africano contemporaneo, Mohammar al
Ghaddafi, l'uomo che con parole semplici - le parole destinate al
popolo della Nazione Africana – aveva saputo spiegare una delle più
sconvolgenti rivelazioni della contemporaneità: la democrazia
parlamentare è una distopia. O, meglio ancora, si tratta
semplicemente di un inganno, di una contraddizione in termini,
laddove si pretenda che una percentuale relativa di uno scenario
politico possa operare nell'interesse delle forze politiche ad essa
avverse, una ipocrisia istituzionalizzata.
“...dobbiamo
pubblicarlo!” cominciarono allora le telefonate, le
presentazioni a questa e quella casa editrice, le più blasonate –
anche – per gli aspetti di ricerca storica contemporanea, le più
“vocate” alla questione mediterranea, purtroppo nessuna di queste
avrebbe trovato nei propri corridoi una collana “...adeguata ad
un saggio contemporaneo così importante...” fino ad arrivare
alla vera e propria censura da parte del direttore Padellaro che
rifiutò ben due volte una finestra di promozione del saggio, alla
fine uscito come e.book, sul suo Fatto Quotidiano.
Sull'assassinio
di Gheddafi sarebbero poi usciti saggi partigiani di quanti avevano
condiviso o assorbito la vulgata dei criminali della NATO, di quanti
avevano raccontato una versione della storia del Nordafrica fin
troppo legata alle voglie di un neo-colonialismo, camuffato ma sempre
sanguinario come ai tempi delle varie Compagnie delle Indie, di veri
e propri collaborazionisti nordafricani che – anche con pseudonimo
femminile – avrebbero cercato di infangare la memoria dell'Eroe
assediato dalla più potente coalizione militare della Storia con
descrizioni di debauche da eroinomane.
Iniziai
il libro dopo aver scritto ed inviato alla Presidenza della
Repubblica un appello a non entrare in guerra, a non dichiarare
guerra, una guerra infame e da vigliacchi, a non renderci correi
(come immagine di Nazione e di popolo) di quello che il Tribunale di
Norimberga definiva come il peggiore e più grave dei crimini:
quello di iniziare una guerra, crimine che al suo interno condensa
tutti gli altri.
“Avviare
una guerra di aggressione, non lo si può solo configurare come un
mero crimine
internazionale,
già di per se gravissimo, ma è da considerarsi un vero e proprio
crimine supremo, per cui differisce solo dagli altri crimini
di guerra,
nel senso che contiene in sé il male accumulato di tutti i crimini
internazionali”
Ma
nessuno trovò nemmeno il tempo, io credo il destinatario della mia
lettera non avesse né il coraggio né l'autonomia, di riflettere
sulla gravità – storica, morale – di questa decisione. Legati da
patti inconfessabili a veri e propri criminali di guerra, a gente che
non ha esitato a mentire su armi chimiche e biologiche, su presunti
genocidi, venivamo ascritti d'emblée come Nazione al cenacolo
dei traditori inchiodati da Dante nel ghiaccio dell'Antenora.
Solamente
il libro di Sensini “Libia 2011” aveva affrontato con correttezza
e lealtà l'argomento della GUERRA, della quale si dimostrerà una
precisa, allucinante cronaca. Se vogliamo limitandosi ad una analisi
ancora troppo marginale del “fenomeno Jamahiriya” e del “fenomeno
Gheddafi” troppo superficialmente e modaiolamente definito laico,
analisi in qualche modo stereotipata, senza raffrontarla con
tutto ciò che Moammar rappresentava pienamente per l'Africa di
fronte al mondo e senza la calma di valutare l'importanza della
tradizione religiosa nei canoni della “Terza Via Universale”.
“Libia
il naufragio dell'Europa” è invece un saggio che si differenzia
da tutte le pubblicazioni sull'argomento libico, è l'unico infatti
che mette a confronto la realtà italiana scendendo anche nella
dimensione della provincia con la realtà internazionale,
mediterranea e tradizionale delle varie Nazioni e società e culture
e differenti concetti di civiltà. Era, ed è un libro vivo, perche
veniva scritto con Gheddafi vivo e battagliero, a dispetto degli
infami che gli davan la caccia, a suon di menzogne ed inganni e
corruttele. Soltanto alla fine, quel tragico 20 Ottobre 2011,
diventava una analisi di che cosa noi eravamo e di che cosa avrebbe
ancora potuto essere, e perché, la Jamahiriya.
Un
limite forte alla comunicazione lo si deve ascrivere – purtroppo,
sempre – a una sorta di gelosia che si è in qualche modo
connaturata in osservatori peraltro attentissimi, preparati della
Storia contemporanea, soggetti come Fulvio Grimaldi, integerrimo, a
dir poco leggendario per la sua presenza e condivisione sui veri e
propri campi di battaglia (praticamente tutti quelli di cui la mia
generazione è stata almeno anagraficamente testimone). Grimaldi
proprio non riesce a destinare pubblicamente ai meno blasonati di lui
una attenzione “sdoganatrice”. E' un atteggiamento che per altri,
che son pusillanimi, ho stigmatizzato nel “tengo famiglia” ma che
non voglio appiccicare a lui, proprio per il rispetto che merita.
Forse però per costruire una base di comunicazione dell'informazione
non allineata e critica più diffusa sarebbe necessario che i
“peones” come il sottoscritto venissero per così dire
“sdoganati” dai fratelli maggiori, anche perchè molto spesso i
“fratelli maggiori” non hanno da temere una concorrenza
“editoriale” in quanto i nostri parti sono comunque relegati ad
una coraggiosa editoria che rimane comunque di nicchia, in un momento come l'attuale, di caccia alle streghe, di manipolazione di informazioni e consenso, di omologazione ad un unico modo di pensare e comprendere. Un momento di cieco, ottuso egoismo, avvolto di paura.
Il
nostro ricordo va comunque sempre al combattente per la libertà
dell'AFRICA dal rinnovato giogo coloniale, onore a Mohammar Al
GHADDAFI.
In
Francia alle presidenziali si afferma Macron, descritto come
“banchiere dei Rothschild”.
Poco
tempo fa, da qualche parte sul web, avevo letto una risposta di un
lettore di un sito francese di informazione trasversale che
preannunciava una sorta di “...momento
del coraggio...”
da parte del popolo di Francia…
Dopo
gli anni criminali di sarkozy,
carnefice del Nordafrica assieme al capobastone hussein
barack
obama,
ideatore insieme a gente come Soros delle Primavere Maledette, dopo
gli anni dei valls, di hollande e fabius, degli ayrault proposiori di
fake news sulle stragi di innocenti in Siria, condannata ad un
Calvario innominabile, dopo gli anni di questi soggetti, degni delle
definizioni più glaciali e lapidarie del processo di
Norimberga(avviare
una guerra di aggressione ... è il supremo crimine),
effettivamente
pareva matura per i francesi oltretutto vittime-carnefici (vittime il
popolo, carnefici i politici al governo) una qualche riflessione.
Le
menzogne su Gheddafi, poi quelle su Assad, i paralleli con la Madre
di tutte le Menzogne recitata dal burattino Colin Powell
all’indirizzo dell’Iraq di Saddam parevano aver chiarito lo
scenario di cui la “società civile” è vittima e ostaggio…
...ma
ci eravamo dimenticati che Bonaparte era còrso, non francese, forse
qualcosa sta a significare… i francesi “seri” e blasonati son
quelli che davanti agli straccioni di Enrico V° si impantanarono
nelle praterie di Agincourt tutti
belli e baldanzosi paludati nelle proprie armature scintillanti,
fatte forse più per stupire a corte che per scendere sul campo di battaglia. Ci avevano detto che la "democrazia rappresentativa" è il migliore dei modi di costruire una società giusta, che gli esperimenti dei beduini come quel Gheddafi, mirati a far partecipare tutti gli strati della società - sul modello tradizionale... - erano appunto oltre che primitivi, addirittura fasulli... adesso in poche settimane hanno "costruito" dal niente, come in una commedia, un Presidente per la Francia e addirittura un candidato americano che si era venduto l'immagine di Presidente "rivoluzionario" è tornato, a cose fatte, nei ranghi di quel sistema che ha dimostrato la vera e propria ferocia.
Ci
eravamo illusi della determinazione della gente di quella “grande”
Nazione allorché una attrice – Sophie Marceau, si, quella de “Il
tempo delle mele” si era rifiutata di condividere la Legion d’Onore
– la massima onorificenza francese – con il delfino saudita
Mohammed ben nayef, insignito il
4 marzo 2016
da hollande “per la lotta contro l’estremismo e il terrorismo”
(in
realtà se andiamo a vedere chi sono gli insigniti del titolo vengono
i brividi, ad esclusione di Gustave Flaubert, ma si era nell’800…
successivamente sono più rilevanti i rifiuti – i Curie, Picketty,
Sartre, che non le attribuzioni, d'alema, schwarzenegger...Napoleone Bonaparte non credo avesse previsto di addobbare il petto di simili soggetti con l'onorificenza da lui concepita), ci
eravamo illusi che i mille e passa paradossi emersi nelle circostanze
degli “attentati di radicalizzati” sempre ben noti ai servizi e
sempre, puntualmente, ammazzati a strage avvenuta avessero innescato
quel moto di reazione, stimolato quel “...momento
del coraggio...”
Nel
frattempo Trump, la sorpresa mancata, incassa dal conte gentiloni,
primo ministro italiano, l’assicurazione “bancaria?” di un
maggiore impegno negli ambiti strategici...in sostanza come ci
suggerisce il sito bye
bye uncle sam
abbiamo oggi, 25 aprile una bella ricorrenza della Liberazione.
Liberazione
da chi?!
Et
je vais vous dire une chose, un secret. Ne le répétez pas aux
impérialistes. Ceux qui nous reprochent d’avoir été en Libye ont
pris les dollars de Kadhafi pour développer leurs pays. Se
croient-ils plus malins que nous ? Ils vont traiter avec Kadhafi.
Pourquoi ? Qui est plus malin que qui ?
Nous irons partout où
se trouve l’intérêt des masses voltaïques. Nous
avons vu des réalisations sociales en Libye : des hôpitaux, des
écoles, des maisons et tout cela, accessible gratuitement. Comment
la Libye a-t-elle pu réaliser ces investissements sociaux ? Grâce
au pétrole.
Ce pétrole existait sous l’ancien régime du roi Idriss,
mais ce pétrole était exploité par les impérialistes et au profit
du roi. Le peuple ne bénéficiait absolument de rien. Aujourd’hui,
les Libyens ont des maisons gratuitement, des routes bitumées. Si
demain, nous pouvions transformer la Haute-Volta comme Kadhafi a
transformé la Libye, seriez-vous contents, oui ou non ?
Thomas
Sankara 26/3/1983
EPIFANIA
vuol dire il manifestarsi
quello
che si manifesta in questo periodo è la paranoia dei governi verso i
cittadini e verso l’opinione divergente da quella che si vorrebbe
imporre come verità oggettiva, chiunque si disallinei è un nemico,
nemmen più un avversario, un vero e proprio nemico, le mezze misure
non esistono, tutti scendono in campo.
A
Roma, da decenni scempiata e razziata dalla corruzione di tutti,
appena è apparso un sindaco alternativo agli schemi, una mina
vagante cioè, la Raggi, si sono scatenati tutti quei soggetti che di
solito sono pressoché dei dormienti, i revisori dei conti, che in nessun comune
mai nella penisola hanno storto la bocca davanti a bilanci fatti
nemmeno coi piedi. Lo stesso CODACONS si è risvegliato a difesa dei
consumatori perché a Roma ci son troppe foglie per strada. Ve la
immaginate la risposta di un Rutelli o di un Alemanno nel merito?! E, sempre rimanendo nell'ambito del Partito di maggioranza della nuova Giunta romana, vi è ancora una volta da constatare la totale indeterminatezza (ignoranza) dei 5Stelle in merito alla politica internazionale e l'assoluta TIMIDEZZA dei loro rappresentanti nell'argomentare di questioni di geopolitica (imbarazzante la titubanza di Di Battista sul tema della Siria in un dibattito televisivo che lo vide subire ed adeguarsi nella sostanza alla propaganda anti-Assad), temi che ancora ci determineranno - in casa - problemi di convivenza con "rassicuranti" milizie e perdita di libertà di pensiero e di espressione ( la stretta sul web ingenerata dalle accuse di Obama alla Russia e il paradigma di complottismi e fake news - paradossalmente sono i media ufficiali a veicolarle ma vengon accusate le menti razionali - diverranno presto limitazione alla diffusione di opinioni divergenti da quelle "omologate", pensate alla catastrofe del Mediterraneo ingenerata dalle menzogne su Gheddafi...e ancora ci sono intellettuali (sic) che sproloquiano della di lui ferocia.
...e
così, con l’accelerazione che si conviene ai tempi moderni,
arriveremo velocemente alla più diffusa censura nei confronti non
tanto dell’opinione alternativa, difforme da quella “suggerita”
dal potere politico dominante, quanto piuttosto una censura nei
confronti del più semplice inalienabile diritto dell’essere umano:
quello di ragionare con la propria testa, riflettere, analizzare e
confrontare e decidere, scegliere. Stiamo rapidamente giungendo a
quello che nemmeno il fior fiore delle dittature moderne (gli storici
nazismi e bolscevismi) avrebbero potuto prefigurare: l’instaurazione
di un sistema di informazione e di controllo di stampo surreale ed
orwelliano, e di questo – purtroppo – dobbiamo attribuire la
responsabilità non soltanto ai grandi criminali della Storia di
oggi, ai vari Obama, al clan dei Clinton, ai Bush, ai Kerry
discendenti da ottocenteschi trafficanti d’oppio, ai Sarkozy,
Valls, all’inettitudine degli yesmen di cui si circondano i vari
Berlusconi, ai Renzi...no, la prima responsabilità ricade sulle
spalle di quanti – tra di noi – tra le mura rassicuranti di casa
o dell’ufficio hanno assistito con inerzia al dipanarsi di un
sistema di inganni nel bovino convincimento – di volta in volta -
che “la crisi toccherà altri settori, non il mio” (come
se la “catena alimentare” della società contemporanea
trascurasse qualcuno dei propri anelli…), che “è necessario
portare alla democrazia le società tradizionali, prive di una
struttura sociale (sic)
men che primitiva...”.
Si,
perché il grande inganno – sennò che grandezza sarebbe? - è
esteso a più ambiti “pratici” della nostra esistenza: economia,
politica locale ed internazionale, pubblica amministrazione, e da qui
avanti con informazione, quindi ancora formazione dell’opinione e
via di nuovo nel quotidiano…
Conviviamo
con l’ipocrisia e la arroganza degli “eletti”, corroborati in
questo dall’autorevolissima opinione di nientemeno che Presidenti
Americani della statura di George W. Bush (con l’antrax di Saddam),
di Barack Hussein Obama (sembra più il nome di uno Cheik, curioso,
no? Ah già dimenticavo che il fratellastro è un missionario
della confraternita dei Fratelli Musulmani, noti per tolleranza…),
di grandi politici come G. Napolitano (...i carri armati russi a
Budapest portano la democrazia…, in Libia non possiamo
esimerci dal fare la nostra parte), siamo fianco a fianco di
inetti collocati nel sistema bancario per amicizie e intrallazzi,
conviviamo con una classe di privilegiati del pubblico impiego
prescelti non per competenza ma per tessera e prossimità di partito,
da decenni.
Abbiamo
– avete – accettato l’informazione “corretta” dai vostri
governanti, attraverso le reti di comunicazione e la stampa che –
alla lettera, dal libro “Giornalisti comprati” di Ulfkotte, ad
oggi da nessuno querelato – è completamente asservita ai Servizi.
Avete
applaudito alle esercitazioni muscolari di coalizioni di mercenari ed
assassini in terra iraqena, ignoranti della Storia e civiltà stessa
di quelle regioni (its ancient name was μέσοςποταμόςMesophotamy, country among
two rivers), avete assistito al saccheggio del Museo di Baghdad (e
avete il coraggio di borbottare ancora di quadri trafugati dai
nazisti), ve ne state in poltrona a guardare telefilm di propaganda
alla tortura (si, vi stanno abituando all’orrore con serie
pseudo-poliziesche in cui si trascura il malessere della società
“occidentale”, i suoi disturbi, ma si percorre la strada facile e
pericolosa del consenso e necessità della tortura). Vi guardate La
battaglia d’Algeri ai cineforum e non vi rendete conto
che siete dalla parte di quelli in mimetica che ammazzano i civili.
Intanto in TV vi bevete durante la cena le storie maccartiste di spie dormienti
(ovvio russe) e di traditori della democrazia a stelle e strisce.
Ciechi.
Crimini
di guerra. Sirte. Aleppo. Palmyra.
Processo
di Norimberga. Falluja. Il muro di Israele che divide la popolazione
palestinese e che la stampa definisce perimetro di sicurezza. I
territori occupati da Israele che la stampa definisce insediamenti di
coloni.
Crimini
contro l’umanità. State condividendo ed avallando tutto questo, la
Storia contemporanea la facciamo anche noi, singoli, con le nostre
scelte, anche solitarie.
Abituarsi
a convivere con il terrorismo? Ma di che stanno parlando in
televisione? Prendere esempio da Israele (il "problema" Medio Oriente nasce lì, principalmente dal progetto datato al 1982 della "Grande Israele" di Oded Yinon)? In effetti lo stiamo
prendendo l’esempio: abbiamo partecipato all’assassinio di
Gheddafi e alla distruzione di Libia, Siria, Iraq, abbiamo truppe
NATO in giro per l’Europa, ci sveniamo per 70 milioni al giorno per
soddisfare le manie militari e guerrafondaie di qualche deviato
danese, svedese, tedesco, francese e americano.
Avete
ancora il coraggio di parlare di Siria dopo che avete disintegrato la
Libia, voi, cittadini pacifici che avete votato un ignavo come
Berlusconi, un traditore del trattato di mutua assistenza con la
Jamahiriya, traditore come gli americani nei trattati coi Sioux,
quelli descritti da Vittorio Zucconi, lo stesso che non riesce a
vedere la similitudine tra Gheddafi e il suo popolo e i nativi
americani, riottosi a rinunciare alle proprie costumanze, il grande
professore lo include nella “carovana dei tiranni”, che delusione
certi professori, hanno sempre le risposte, non si fanno più
domande…Gli stessi che hanno bevuto come acqua di sorgente le
stupidaggini “sinistre” dei Bersani, i crimini di D’Alema, il
boia della Serbia e del Kossovo.
Obama
che accusa Putin e Assad di avere le mani sporche del sangue del
popolo siriano… Obama, lui che ha ereditato AlQaida e ha forgiato
Daech (ISIL ISIS)
insieme ai suoi compari Mc Cain (quello del colpo
di stato in Ukraina), lui, il signore dei
Una delle immagini-choc da Odessa, la carneficina pilotata dalla Nuland e Mc Cain...
droni-killer, lui che ogni
settimana indirizzava droni e assassini dello JSOC verso i bersagli
ostili agli interessi dell’America..
Putin che manipola elezioni americane per avvantaggiare Trump con i propri hacker!!!!!!!
La
tradizione assassina continua anche dopo la disfatta dei mercenari e
della coalizione sommersa che sostiene i terroristi.
Ancor
di più dopo la disfatta clintoniana della psicopatica battuta dal
popolo, alle elezioni, si, quelle che pensavano di manipolare. Anche
in Italia, nell’italietta dell’avanspettacolo, una
insignificante Barbara D’Urso tentando di screditare col gossip il
trionfatore Trump intervistando il discutibile Rubicondi (già gigolò
da Isola dei famosi), ex partner della di lui ex moglie Ivana riesce
a far apparire il Rubicondi stesso un vero gentiluomo, riservato ed
educato. Nemmeno Platinette – e chi altri sennò poteva tentar di
dare manforte alla D’Urso – è riuscito col suo sarcasmo velenoso
a scalfire la tranquillità del Rubicondi...Tutto dire, l’Impero è
ricorso veramente a tutto pur di diffondere la sua vulgata, giullari
come Renzi e Benigni sono andati in pellegrinaggio a prostrarsi
all’inquilino nero della Casa Bianca.
L’ira
del perdente, o piuttosto la sua disperazione – dovrà forse
render conto ai suoi
padroni/padrini
del fallimento nella successione – è esplosa con esplicite minacce
a… Putin, ed ha coinciso con l’incidente all’aereo del coro
dell’Armata Rossa, che qui vogliamo ricordare ed onorare, nella
rappresentazione dell’inno della Federazione Russa.
Curiosa
coincidenza che il coro sia precipitato proprio alla vigilia di
Natale, il giorno prima dell’esibizione in augurio ai soldati russi
impegnati in difesa della Nazione siriana contro i terroristi armati
da americani, danesi, israeliani, qatarioti, sauditi,francesi,
inglesi e veicolati attraverso il territorio turco. Secondo Veterans Today, generalmente ben informato, il numero di ufficiali della coalizione USA-NATO catturati nel bunker di Aleppo est non sarebbe infatti di 14, come "filtrato" altrove, non di certo sui TG.
No. of American
officers is 22
British 16
French 21
Israeli 7
Turkish
62
Ricordiamo
ancora il ruolo fantastico svolto dal senatore (repubblicano, quindi
nell’ipocrisia totale non riconducibile alla politica criminale del
democratico premio
Povero Mc Cain usciva col tipo in basso a sinistra e non sapeva che avrebbe potuto vincere un premio di 10 milioni di dollari facendolo catturare...
nobel) John Mc Cain, già reduce e prigioniero –
piegato, ricordiamolo - del Vietcong, anche nella genesi del
Califfato. Una sua guardia del corpo tale Ibrahim al Badri alias
Primo piano a sinistra il futuro Califfo, di fronte capelli bianchi il Mc Cain
Shimon Elliot alias (quando aveva appena due peli di barba) Abu D’ua,
alias il
Il futuro Califfo qua tiene un profilo umile, sta forse radicalizzandosi all'insaputa dell'ospite?
qaedista Al Samarraj diviene poi Abu Bakr Al Baghdadi non
appena messo su un
Ora è senz'altro più rispettabile, quasi ascetico.
vigoroso barbone da profeta, all’estero si dice
risponda direttamente al principe saudita Abdul Rahman al-Faisal, i
sauditi sono alleati degli Stati Uniti. Peraltro dell'ipotesi dell'instaurazione del Califfato si argomenta diffusamente su documentazioni ufficiali fino dal 2004, si trattava del documento Mapping the Global Future. Ovviamente sarebbe da complottisti pensar di attribuire tali responsabilità e/o regia a una generazione di politici brillanti quali i cosidetti neocon...evidentemente i loro specialisti avevano la vista lunga, sennò che sp...ecialisti sarebbero? Date un'occhiata, così al volo...
LA
LEGIONE DEI MENECATTI
Non
è altro che un coacervo di cretini, ubriaconi, puttanieri,
spacciatori e tossici che in qualche modo gli emissari di Servizi
tutt’altro che schizzinosi “comprano” e ci vien raccontato
vengano “radicalizzati” in qualche madrasa o qualche moschea
dell’hinterland parigino piuttosto che milanese. Questi deficienti,
prototipo abbastanza surreale del “credente salafita” (vorrebbe
dire che si rifà agli antichi ed alla tradizione) proprio per le
loro personali storie di vita piuttosto prossime al vizio e ben
lontane dall’ascesi e dall’idea del martirio, vengono coinvolti
in carneficine insensate e, accusati dell’esecuzione delle medesime
finiscono puntualmente per esser beccati – lasciano sempre come una
firma il proprio documento (in effetti un commentatore intelligente
come Maurizio Blondet ha suggerito che tale circostanza più che
dimenticanza stupida del killer – ci starebbe, in fondo sono
nordafricani, che volete sperare, suggerisce il buon sano razzismo
sempre latente – o sciatteria di un qualche Servizio, per chi ami i
complotti, potrebbe invece costituire un vero eproprio segnale in un
linguaggio parallelo, della serie: dietro questa storia ci siamo noi,
siamo quelli che lasciano il documento, contentatevi di quello che
vedete… pensate un po' a quanti casi sono avvenuti con il
ritrovamento anche paradossale di documenti…) e vengono
fortunatamente sempre abbattuti. Peccato che non se ne prenda
mai uno vivo che possa raccontare qualcosa, magari scuotendolo un
pochino, magari isolandolo un po' su una prigione galleggiante, di
quelle navette che stanno in acque internazionali, dove non ci sono leggi, pare o convenzioni tipo Ginevra...
Nave USS Ashland, nave prigione?
La
Russia scardina numerosi centri di comando in cui vengono trovati
decine e decine di ufficiali sauditi, americani, israeliani,
giordani. Ma per l'Obama furioso (oppure fallito visto il risultato della sua brillante propaganda a favore della Clinton) sarebbe stato Putin a tramare per
compromettere la “sicura” elezione della Killary, vera psicopatica assassina, e complice di assassini da decenni, da quando il
bel campione Bill timonò la disintegrazione dei Balcani.
Attentati
a ripetizione, assassinio di un ambasciatore in diretta non appena
l’ex complice nel terrore – Erdogan – ha iniziato a comprendere
che, forse, cambiato il vento, anche per lui conveniva riorientarsi
alla nuova bandiera che ha – si – gli stessi tre colori di quella
americana, ma è un tantino più sobria, disponendoli semplicemente
in tre strisce orizzontali anziché perdersi in tanta simbolica
ricerca di apparente unità.
Ma
come, viene ammazzato un ambasciatore russo e nemmeno se ne parla in
TV?
Ma
come, precipita l’aereo con su il coro dell’Armata Rossa diretto
in Siria per il Natale e si è subito certi di derubricare la cosa ad
incidente, due/tre giorni dopo che il nero Signore del primato del
popolo americano (il popolo eletto, l’utopia, ce ne son stati e ce
ne sono svariati di popoli eletti nella Storia dell’umanità, in
genere ne uscivan tragedie, chiedetelo ai genitori dei
cinquecentomila bambini ammazzati dalla Madeleine Albright,
Segretario di stato e suggeritrice di Clinton e NATO ai tempi del
Kosovo, dimentica dell’ospitalità serba allorché, di
famiglia ebrea, era
fuggita dalla Cecoslovacchia occupata…
“Abbiamo
sentito che mezzo milione di bambini sono morti. Voglio dire: questo
è un numero maggiore di quanti bambini morirono ad
Hiroshima…….Valeva la pena pagare questo prezzo?”
“Si”
rispose Madelein Albright, senza esitare, perchè secondo lei si
giustificava : “noi riteniamo che abbia valso la pena”. Con
il “noi” alludeva al suo capo, Bill Clinton, al suo gabinetto, ai
congressisti che appoggiarono l’aggressione e, naturalmente, a lei
stessa. Lo disse impassibile, senza che questo perverso olocausto potesse disegnare se pur fugacemente una impronta di
compassione o di pentimento nelle dure fattezze del suo volto. Un
atroce crimine di guerra era “valso la pena” per questo sinistro
personaggio. L’infanticidio
differito era stata
una definizione data alla guerra dal filosofo Gaston Bouthoul, dubito
che questi animali lo abbiano nemmeno sentito nominare, nello
specifico della situazione contemporanea un infanticidio che va di
pari passo con la creazione e sfruttamento di traumatiche migrazioni.
E
a voialtri, che escludete dall’agorà tutti quelli che si sforzano
di ragionare, quelli che rifiutano insieme alla logica del primato
anche quella vendicativa del primate che ha visto skiantare le
proprie tresche imperiali, che con gli ultimi colpi di coda cerca di
tenere in piedi una strategia criminale che divida il mondo in
staterelli astiosi e controllabili col ricatto e la minaccia, a
voialtri che credete a tutto ciò che raccontano in TV, a voialtri
cosa resterà quando anche le nostre voci e le nostre riflessioni
saranno ammutolite?
Abbiamo
assistito alla trasformazione tecnologica (si può chiamarla
evoluzione?) delle armi in un orizzonte di distruttività e di
contagio malefico (Gaston Bouthoul Le Guerre, elementi di
polemologia) con l’arma atomica e le armi chimiche e lo
scenario batteriologico (si può chiamarlo progresso?) ci si è
addentrati in un universo fantasmatico dominato dall’onnipotenza e
dalle angosce di influenzamento e di annientamento. Soltanto che i
governanti, quelli con i bottoni a disposizione per le armi sono
semplicemente dei bruti.
La
reazione di Obama contro la almeno dichiarata prossimità di intenti
tra il Presidente Putin e il vincitore Trump è stata quella che ci si aspetterebbe da un bullo di periferia, ha scacciato diplomatici e funzionari russi, il
Cremlino – al solito – ha mostrato al contrario intelligenza,
inutile farsi portare al livello di un imbecille, ti batterebbe
con l’esperienza, così Putin ha inviato strenne natalizie ai
diplomatici americani a Mosca…
Il
popolo americano ci ha sorpresi, ci ha ridato speranza, ha superato
l’abulia, ha cercato di riprendersi in mano la propria storia.
Vedremo. Il peggio era già pronto, era lì che incombeva, avevamo
già visto di cosa fosse capace quella donna, questo qua per lo meno
non ha squartato nazioni o fatto ammazzare capi di stato e contadini
dagli squadroni della morte di John Negroponte, il datore di lavoro
di Giulio Regeni. In effetti se andiamo a guardar bene di americani
veri, quelli della frontiera, con i relativi pregi e difetti ma anche
con attributi e coraggio e dignità, ce ne son stati pochi alle leve
del comando: la sanguinaria Albright (Marie Jana Korbelovà) era tale
solo da sposata, l’origine era Cecoslovacca, Paul Wolfowitz uno
degli uomini del PNAC è polacco, il cinico creatore di Al Qaida,
Brzezinski, polacco pure lui… ma gli americani dove stanno? Li
mandano solo in giro per il mondo a far malestri?
L’uomo
del primato americano ha spinto i vassalli europei alle sanzioni,
alle sanzioni contro tutti, afghani, iraqeni, russi, è un genio
della politica e della diplomazia, sa come conquistare il cuore della
gente… per pacificare la Libia che ha appena squartato invia
i suoi assassini in divisa, vien da citare al proposito nientemeno
che il cap. Pouget (non uno stinco di santo, uno degli ufficiali parà
artefici della fase più controversa della guerra d’Algeria, pilota
dell’accordo tra FLN e parà, accordo fatto naufragare da Parigi)
che si esprime così in Bataillon R.A.S. Algérie, un suo
libro: “ Mio generale, signori comandanti.. Dopo i primi 15
minuti di riflessione, nel quadro della missione che voi mi avete
assegnato, mi è apparso in tutta evidenza che l’esercito francese,
e la 25° divisione aerotrasportata in particolare, sarebbero così
appropriati alla loro missione di pacificazione… quanto sarebbe
adatta una sega circolare a una operazione chirurgica sulla
cataratta...” e lo afferma un militare di quelli senza peli
sulla lingua, paracadutisti coloniali, fate voi. E dobbiamo sentirci
raccontare da politici imboscati fin dalle famose giornate di Napoli
(…) che la soluzione di tutto sta nelle armi…
IL
MANTRA DELLA SICUREZZA NELLA SOPPRESSIONE DELLA LIBERTA’
Ascoltiamo
in televisione i commenti di cuordileone intervistati allo shopping
che si dichiarano rassicurati del fatto di condividere le strade con
soggetti armati fino ai denti e cecchini sui tetti. Questo genere di
idioti sono proprio gli stessi adoratori del politically-correct che
hanno delegato al buio ad una classe dirigente di ipocriti la tutela
dei “valori” di una collettività. Sono i soggetti che
rabbrividiscono davanti ad un coltello e apprezzano i droni assassini
pilotati da vigliacchi in poltrona a diecimila km di distanza. Quelli che se una donna grida aiuto per uno stupro corrono a casa a guardarsi un film poliziesco.
IL
CODARDO COME VALORE DELLA SOCIETA’
Avete
assistito alla proclamazione di eroi e combattenti mentre si trattava
di deficienti, drogati e assassini e mercenari, che – in Libia –
sparavan per terra e in aria mentre la guerra vera di assassinio di
una nazione la combattevano altri assassini, quelli della NATO, i vostri
nipotini dei corpi d’élite - certo, anche italiani, chiedete in
giro chi c’era in agosto 2011 in Libia – avete assistito alla
scelta (costruzione, nello stile Robert Capa ) scenografica della
miglior foto del bimbo morto sulla spiaggia, continuate a credere che
i colori della bandiera araba siriana siano variabili indistintamente
dal rosso bianco nero al verde bianco nero confondendo manifestazioni
patriottiche con kermesse di criminali, avrete in cambio la nostra
messa al bando, avrete in premio l’informazione “corretta” che
nemmeno i regimi degli anni ‘30 avrebbero potuto ottenere.
Poi sono arrivati i combattenti "veri" quei criminali armati dalla NATO e imbottiti, resi folli e sanguinari dal Captagon, la droga cui alludeva Gheddafi, prodotta in laboratori di Egitto e Romania e fornita ai "combattenti per la libertà" prezzolati.
Se
ci fosse Norimberga, se i concetti di quel processo valessero
qualcosa, allora dovremmo vedere sui banchi degli imputati molti
assassini in colletto bianco.
E
voi non avete alcuna responsabilità?
Pare
che il sito di Maurizio Blondet sia stato già illuminato da Facebook
come sito
“pericoloso” ... per il computer?...mala tempora currunt.
A
proposito che ci fanno i militari italiani in Lettonia? Proteggono
Obama?
Ma
non vi preoccupate troppo, tra poco ci oscureranno tutti, i
giornalisti, quelli di banda no, io poi nemmeno sono un giornalista,
sono soltanto un individuo che vuol avere il diritto di pensare, di
riflettere. Finirà che lo farò sottovoce, in famiglia, tanto a
molti di voi non importa sentirsi dire “hai visto, non avevi capito
niente” e proprio nessuno vuole ammettere che “ti hanno proprio
preso in giro per benino eh!?”