A Roma si inanellano
le dietrologie, i distinguo, le discussioni sulla semantica e
l'etimologia per il corretto uso della parola “MAFIA”. Se sia
corretto o meno parlare di Mafia nella Capitale o se Mafia Capitale
abbia da intendersi come semplice frase d'effetto. Cosa cambia? Ah,
certo nell'applicazione ed attuazione di dispositivi di indagine
validi nell'un caso e non nell'altro, come se la delinquenza – che
nuoce comunque ai singoli ed alla società – fosse di genere e
entità differenti. Mi pare sia la ennesima dimostrazione che il
principale nemico del diritto e della legalità è – ora come non
mai – l'esercizio della retorica affidato non a dei “Ciceroni”
ma ad una classe di avvocati che nel cinico affarismo del quotidiano
hanno trovato la propria nuova deontologia professionale, mentre i
politicanti (ripeto da tempo che Politici è un termine che
per questi “impiegati e portaborse” dei palazzi – dai
ministeriali giù giù fino ai municipali - è un po' troppo nobile)
fingono di trovarsi di fronte ad una emergenza, ad una anomalia (ex
terroristi, banditi da strada, neri o grigi...) piuttosto che non ad
una ben nota consuetudine. In un programma domenicale, oggi, mi è capitato
di ascoltare l'intrattenitore Giletti che difendeva il buonsenso
comune dalle farneticanti acrobazie dell'ennesimo azzeccagarbugli
difensore di qualche avanzo di galera, son rimasto anche
favorevolmente sorpreso della poca disponibilità del Giletti al dar
troppo spazio al proprio antagonista, tutto preso nella propria
recita del ruolo dell'educato e rispettoso delle leggi e praticante
il garantismo. Ci hanno abituati a tutto, agli sprechi più
scellerati, e non “negli ultimi vent'anni” come qualche
pappagallino continua a recitare, ma da cinquanta e più... si son
dati tutti la mano in questo, e il caro Renzi, quello dalla schiena
diritta, è inutile finga di non sapere...
E' parte di questo
meccanismo lo spreco di risorse pubbliche, i denari buttati a chi
vanno vanno non importa, lo scavar buche per riempirle è un sistema
che non porta a niente, un caso fiorentino attuale è l'ipotesi di
sfratto e nuova sede per la Società Canottieri Comunali: a Firenze
tante volte si è visto “bruciar tovaglioli per far cenere” ma
stavolta, a differenza di altre circostanze, l'Amministrazione
Comunale si trova di fronte un gruppo coeso ed informato, non i
soliti cittadini disuniti e manipolabili, non assemblee infiltrate da
soggetti in cerca di vantaggi personali, si trova di fronte cittadini
informati, che dal dialogo anche personale, dei singoli, con gli enti
hanno derivato delle consapevolezze da condividere con la Società
stessa. Al Palazzo, accusato di effettuare “una scelta di miope
burocratismo” non restano che due mezzi : la disinformazione per
manipolare l'opinione pubblica ed il cieco dirigismo abbinato alle
ruspe; ma davanti alla decisione ragionevole e alla ragionata
opposizione dei cittadini dovrebbe essere un percorso poco
praticabile, Firenze e il Lungarno Ferrucci non sono in una valle
sperduta del Piemonte...
Per la cronaca e per
i poco informati ricapitoliamo un punto focale della questione: La
Canottieri Comunali non è situata in una zona “a rischio” né le
sue strutture e dotazioni possono ragionevolmente considerarsi un
rischio in termini di idraulica.
Quindi perché
pensare di demolire queste strutture e progettarne la ricostruzione in altra sede non
idonea a praticare l’attività ma soprattutto con impossibile
accesso al fiume per i portatori di handicap?! Pare una cosa
demenziale. E lo è, la cosa preoccupante è questa, in effetti,
visto che i geni della pianificazione territoriale hanno concepito
questo aborto del costo stimato in 4-5 milioni di Euro,
in questo momento francamente i fiorentini tutti - e non solo quelli
che remano – dovrebbero comprendere come sia poco intelligente il
“bruciar tovaglioli per far cenere”.
Perché la questione - è bene precisarlo - non è una faccenda "privata" della Canottieri. E' una questione assai seria che riguarda tutti i Fiorentini, tutti quei fiorentini che pagan tasse e tributi, perchè stiamo parlando proprio di questo, di dove si vuole che questi denari vadano a finire. Non si tratta di questioni di campanile, di beghe di bottega e di categoria, qualcuno vuole sprecare dei denari pubblici, ovvero della gente, sarebbe meglio controllassero gli appalti, la manutenzione delle strade ( per inciso, un amico mi ha prestato mesi addietro una vecchia Mini, di quelle di una volta, anni '70, provaste a guidarla per le strade cittadine, vi rendereste conto di come è cambiato il modo di fare l'asfalto. E non per i dossi rallentatori, ma per le buche, i chiusini e le rappezzature!) invece di inventarsi nuove GRANDI OPERE. Non pensino, i fiorentini, che sia una questione di pochi snob che amano prender freddo le mattine d'inverno remando "controcorrente", è una questione di moralità generale: stiamo dietro alla forma o alla sostanza?
Non è questione politica di trappole e agguati di qualche fantomatica opposizione, è questione di utilità, è questione di logica, è questione di moralizzare la politica e l'amministrazione della cosa pubblica. Un progetto serve? Parliamone. Non serve oppure è inutile o superfluo? Non discutiamone neppure. E questo della dislocazione della Canottieri pare davvero superfluo. Andate a chiederlo alla gente in coda alle poste a pagar le "ultime" tasse natalizie (quelle che dovevano esser state tagliate ) cosa ne penserebbero di buttar dalla finestra altri 5 milioni!
Perché la questione - è bene precisarlo - non è una faccenda "privata" della Canottieri. E' una questione assai seria che riguarda tutti i Fiorentini, tutti quei fiorentini che pagan tasse e tributi, perchè stiamo parlando proprio di questo, di dove si vuole che questi denari vadano a finire. Non si tratta di questioni di campanile, di beghe di bottega e di categoria, qualcuno vuole sprecare dei denari pubblici, ovvero della gente, sarebbe meglio controllassero gli appalti, la manutenzione delle strade ( per inciso, un amico mi ha prestato mesi addietro una vecchia Mini, di quelle di una volta, anni '70, provaste a guidarla per le strade cittadine, vi rendereste conto di come è cambiato il modo di fare l'asfalto. E non per i dossi rallentatori, ma per le buche, i chiusini e le rappezzature!) invece di inventarsi nuove GRANDI OPERE. Non pensino, i fiorentini, che sia una questione di pochi snob che amano prender freddo le mattine d'inverno remando "controcorrente", è una questione di moralità generale: stiamo dietro alla forma o alla sostanza?
Non è questione politica di trappole e agguati di qualche fantomatica opposizione, è questione di utilità, è questione di logica, è questione di moralizzare la politica e l'amministrazione della cosa pubblica. Un progetto serve? Parliamone. Non serve oppure è inutile o superfluo? Non discutiamone neppure. E questo della dislocazione della Canottieri pare davvero superfluo. Andate a chiederlo alla gente in coda alle poste a pagar le "ultime" tasse natalizie (quelle che dovevano esser state tagliate ) cosa ne penserebbero di buttar dalla finestra altri 5 milioni!
Alla considerazione
– legittima e corretta – espressa dai consiglieri nel
recentissimo incontro del 10 dicembre con l'Assessore Vannucci
secondo la quale le localizzazioni alternative impedirebbero alla
Società di svolgere l'attività portata avanti da ottant'anni a
questa parte (è il 1934 l'anno di fondazione della Società) è da
aggiungere la considerazione – di diverso tenore ma altrettanto
concreta – fatta da Piero Spina, responsabile del Centro Avviamento
allo Sport, per il quale proseguire su questo indirizzo “Sarebbe
un grave e ingiustificato spreco di risorse” (La Nazione,
cronaca 12 dic. 2014).
Uno SPRECO di denaro
pubblico “motivato” dall'accanimento burocratico nella
osservazione di una norma nello specifico superata dai fatti e dalle
circostanze (assenza di pericolosità).
Non son più i tempi
– se mai lo fossero stati – di buttar soldi dalla finestra o di
agevolare imprese con appalti inutili. Gli appalti pubblici gravano
sui bilanci dei cittadini, con mutui ed interessi, mentre gli
amministratori locali li usano per ingrassare i propri curricula, nel
migliore dei casi.
Preso atto delle
dotte dissertazioni garantiste espresse a difesa di conclamati
delinquenti dai loro avvocati sarebbe ora che la Magistratura
scendesse di cattedra per avvicinarsi al mondo reale, la teoria e la
retorica purtroppo difendono ormai da troppo tempo il malaffare, con
cavilli e interpretazioni, mentre il buonsenso non trova più
albergo, nemmeno in una città turistica come Firenze.
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