martedì 25 febbraio 2014

IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO

In questi giorni, che si sono dipanati in mesi che a loro volta sono dilagati in anni...ed anni, l'indifferenza per tutto ciò che non ci riguardava nell'immediato prossimo (in tutti i sensi, prossimo come parenti e personali interessi e tornaconti, e prossimo come vicinanza geografica ) che un tempo sarebbe stata bollata negativamente come cinismo è divenuta un ipocrita modus vivendi. Di tutti. Questa la vera rivoluzione democratica che abbiamo vissuto (subita?). L'ipocrisia più bieca e l'utilitarismo più materiale (io speriamo che me la cavo) ed immediato caratterizzano il quotidiano di tutte le "categorie" in cui si è via via strutturata (destrutturata) la società contemporanea. Che ha perduto le prerogative insite nel termine "Società", coprendo con la velatura del politically-correct (importato come la Coca cola e gli hot-dog) un vuoto di sentimenti che viene trasformato in reazione a pulsioni (le pulsioni essendo effetto di condizionamenti). Il condizionamento dall'informazione strumentale, la creazione di consenso superficiale e finalizzato, le facili "marchette" della creazione di dipendenza da operazioni di "pacificazione" internazionale, vere guerre coloniali, come tutte le guerre coloniali destinate alla sconfitta, per un aspetto o per un altro, di entrambe le parti in gioco...


Un fucile può uccidere un uomo...
la telecamera può uccidere una Nazione



"Ubi solitudinem faciunt, pacem appelant ”,

" là dove dichiarano di portar la pace creano desolazione" scrisse Tacito molto tempo fa.
Nel sud tunisino pare sia in costruzione una base americana, la più grande, forse, dell'Africa, un progetto da sempre avversato da quel satrapo corrotto di Zine Abidine Ben Ali, pare la Delta Force sia in azione nel sud libico che guardacaso pare sia "riconquistato" dalla resistenza verde, ovvero i libici fedeli alla Jamahiriya di Gheddafi, gli aerei da guerra del Qatar "si dice" abbiano bombardato un mese fa l'aeroporto di Sebha...



Questa è l'immagine, desunta dal sito  Ecoblog , che come altri blogger mi impegno a cercar di diffondere, stante il fatto che i media "quelli veri" non ne daranno forse mai conto, se non tra qualche mese o anno, per consentire a qualche Minoli o Mentana di argomentare in una qualche trasmissione. Non so se se ne possa trarre un significato politico...le aquile sarebbero state in una voliera nel giardino della villa del presidente Yanukovich, quindi colpevoli di partigianeria? Quelli che le hanno crocefisse sono i vostri eroi, paladini della democrazia e portatori del welfare (sic) dell'Occidente? fate voi!
Le grandi delusioni, più per altri blogger ed affermati giornalisti che per il sottoscritto - forse addirittura più "lucido" di alcuni di loro, in quanto non "strutturato" e privo di un percorso umano/politico univoco - si chiamano oggi ancora Putin, prima che la Diplomazia.

Il Putin, "bastione" contro il delirio di onnipotenza americano, protagonista del "veto" sulla Siria, e protagonista del "non veto" sulla Libia, tradita per ragioni utilitaristiche e caratteriali (il Gheddafi, vero statista indipendente africano non era controllabile, tanto valeva lasciarlo scannare dalla coalizione occidentale, mal che fosse andata se fosse riuscito a resistere - e ci arrivò vicino - si sarebbe ritrovato un paese disintegrato e sarebbe stato costretto a chinare il capo e impegnarsi da vassallo con lo zar, che bonariamente gli avrebbe prestato uomini mezzi e risorse) mentre l'ex oculista londinese Bashar al Assad è da sempre un soggetto più aderente agli stili diplomatici "tradizionali", più politically correct, per così dire. Il Putin preferiva nel 2011 far entrare il paese del "bravo negro Mandela" nell'organizzazione dei paesi emergenti (BRIC: Brasile,Russia,India,Cina) e lasciare Gheddafi, poco partner ma vero Statista africano, al proprio destino.
Putin un ingenuo quindi, ingannato dalla scaltra e maligna diplomazia occidentale? "Ma non diciamo sciocchezze!!!" Putin un opportunista piuttosto, con buona pace di quanti,  compreso il sottoscritto al momento delle recenti ed interessanti dichiarazioni di Valdai di fine 2013, gli hanno attribuite profondità di pensiero e velleità di tutela di una tradizione dei valori "antichi" e radicati nella cultura dell'Eurasia. E tuttavia non sono ancora convinto della - relativa - inerzia di Putin "in casa".....vedremo.

E il risultato degli equilibrismi?  "Si alza la sfida a Mosca: "La nostra rivoluzione sarà un esempio per altre repubbliche ex sovietiche - esclama l'eroina dell'Occidente - abbiamo indicato loro la strada verso la libertà". Il vicinissimo Lukashenko, schiacciato ormai tra la Polonia revanchista di Tusk e la "nuova Ucraina" di Stepan Bandera incassi l'avvertimento. Ma il presidente della Bielorussia non sarà l'unico a doversi guardare la schiena. C'è la Georgia, invitata a alzare di nuovo gli scudi. C'è la Moldavia da strappare definitivamente al "comunismo". E c'è la Russia di Putin da umiliare. " Scrive un lucidissimo Giulietto Chiesa.

Mi rincresce non poco, con la doppia frustrazione della Cassandra (che vede le cose che accadranno ma non viene ascoltata e quindi non può interagire), che il mio saggio "LIBIA IL NAUFRAGIO DELL'EUROPA" sia stato boicottato da case editrici e dal giornale "Il Fatto Quotidiano" il cui direttore Padellaro nell'estate scorsa pare abbia fatto una personale questione dell'impegno a non pubblicare ben due mie inserzioni (a pagamento) pubblicitarie dell'ebook. In realtà credo in quelle pagine di aver centrato - mi spaventa quasi - pressoché tutto di quanto sta accadendo qua da noi e sullo scacchiere euroafricano. Così come è impressionante un tema che affrontavo in quelle pagine, assolutamente sottovalutato da soggetti ben più blasonati di me - o comunque da questi interpretato secondo schemi e chiavi di lettura effimere - delle contaminazioni jihadiste in atto a più livelli della società. Attenzione, ripeto che la questione jihadista è altro dalla questione Qaedista (i più nemmeno si rendon conto della differenza e non possono "apprezzarne" le analogie e sinergie) è un tema delicatissimo e va affrontato non solamente sulla base del nostro "saputo" della storia, ch'è assolutamente marginale e unilaterale, ma richiede uno sforzo (per l'appunto jihad sta per sforzo...) intellettuale e "sentimentale" che non è assolutamente simulabile.
Di fatto c'è una parte di mondo e di umanità che si batte per ideali, spesso sbagliati, spesso al fianco di chi ha ben altri fini, spesso al soldo addirittura degli stessi che li affliggono (Qatar, Emirati, Saud), ma che comunque si batte, e una parte che nemmeno vede, rannicchiata nelle proprie in/sicurezze, nella speranza che sia il vicino di casa a cadere, prima di loro. "Io speriamo che me la cavo" è il terrificante status mentale che esprime la "nostra" abiezione.
Un aiuto ai pochi che vorranno aprirsi un pò di più la mente su questi temi è il bel documento scritto a due mani da Alessandra Persichetti  ed Akeel Almarai - docenti all'Università di Siena - dal titolo "La caduta di Baghdad",


un libro/cronaca del percorso esistenziale di un ragazzo siriano che decide di raggiungere i fratelli iraqeni invasi dai "crociati". E' un libro di qualche anno addietro, tuttora in libreria, tra le tante scemenze in circolazione val la pena leggere qualcosa di "concreto", qualcosa di scritto "sulla pelle".

Il concetto dell' "Io speriamo che me la cavo" è l'esatto contrario del mio "LIBIA IL NAUFRAGIO DELL'EUROPA" dove si affrontano i problemi di "tutti" perché di tutti sono i problemi, del figlio di papà pratese, dell'impiegato comunale, dell'assessore di provincia, dell'operaio che vede svilire il proprio lavoro, delle marchette umanitarie, nuove aziende e veri centri di potere e diffuso consenso.

Così, col mio libro/saggio in pratica censurato da luglio a settembre 2013, negata la visibilità, messo all'Indice dal Padellaro dell'informazione (se la responsabile della concessionaria degli spazi sul Fatto mi ha riferito il vero  - 24 settembre " Gent.mo Emilio, 
mi spiace doverle comunicare che il direttore non ha accettato la finestrella ,pertanto domani non verrà pubblicata... "), di Fatto vediamo definirsi nella realtà il disegno complessivo dei più grandi complottisti della Storia moderna: i grandi capitalisti finanziari. Che non sono né americani né russi né marziani o cinesi, la nazionalità non è la loro caratteristica, e nemmeno l'etnia o il credo o il colore della pelle (tutti specchietti per allodole, finalizzati al solo dividere la gente in fazioni). Il buon Brzezinski, già consigliere di Jimmi Carter ed oggi di Obama, non ha avuto falsi pudori nell'elencare l'Ucraina già negli anni '90 come uno degli obiettivi fondamentali per la strategia egemonica americana. E guardate che ne parla con la più grande schiettezza e realismo, che non è cinismo. Il cinismo è un qualcosa d'altro, che implica anche un atteggiamento "sentimentale" - di conflitto, quantomeno - o la rinuncia ad esso, il realismo è un qualcosa di anodino, freddo, distante, matematico. Stiamo parlando di numeri , non di Nazioni, i termini di riferimento sono statistici, percentuali, non nomi di persone. Ciò aiuta, e molto, ad allontanarsi dal sangue e dalla polvere degli scontri di piazza. Voi vi sentite esseri umani rappresentati da nomi, vicende, sentimenti o semplici percentuali?

E intanto chi si oppone ai futuri debiti miliardari del TAV ed alla devastazione dell'ambiente viene definito nientemeno che TERRORISTA. Al leader dei No-TAV un solerte tribunale (nell'Italia delle cause civili che durano decenni...) commina una sanzione di quasi 215.000 Euro per avere infranto il lucchetto di una baracca vuota in un bosco...
TERRORISTI?  "MA NON DICIAMO  SCIOCCHEZZE"!!!

Il problema vero è che nemmeno VOI siete interessati ad andare a fondo delle notizie, non avete tempo da perdere nemmeno nello scrivere un commento, siete - giustamente - troppo impegnati nel vostro lavoro, tenete famiglia. Anche io, devo lavorare anche io, e nemmeno faccio il giornalista, né pubblico documentari come  - che so - Fulvio Grimaldi, oppure giornalisti alla Biloslavo, oppure televisivi scopritori vari di acqua calda o dissimulatori istituzionali delle notizie reali. Eppure il tempo lo trovo...almeno per documentarmi un pochino...
Lo sottraggo ad altro, forse (anzi di certo) anch'io sono suscettibile di condizionamenti, la stessa reazione a questi GRANDI  INGANNI  forse può esser letta in questa chiave, ma per il sottoscritto credo vada bene così.
P.S. nei grandi inganni rientrano anche quelli "piccoli", come la sceneggiata di Renzi e Mentana, con la diretta della "trombatura" di E.Letta, che per i creduloni è apparsa catarsi  purificatrice di quella non-politica praticata dai Monti, Fornero, Cancellieri, Passera, Draghi ecc.

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