mercoledì 4 settembre 2013

POPOLO DI . . . NAVIGATORI

LA NINNA NANNA DE LA GUERRA

 Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

Trilussa (1914)

Si parte! Squilli di trombe, sventolìo di bandiere, fischi di comando, che spettacolo, mare calmo, rosso di sera bel tempo si spera. O si spara, vedremo! Intanto la Andrea Doria, prudenzialmente, parte, poi si vedrà.
E così, dopo proclami di buonsenso, dopo il melenso e consueto buonismo della Bonino, dopo l'adesione allo sciopero della fame - pardon! - digiuno sbandierato dal Ministro della Difesa, il popolo di santi, poeti e navigatori una volta capito da che parte - ormai - sembra tirare il vento mette in navigazione le proprie navi da guerra, rotta verso la Siria, oops, scusate, rotta sul Libano, ovviamente per proteggere quei "missionari" che sono là da venti o trent'anni. Le nostre navi si spostano non per attaccare, va da sé, l'Italia ripudia la guerra come strumento per dirimere le questioni internazionali e ben si guarda dall'entrare in merito a questioni di sovranità di stati membri dell'ONU. Ma non si sa mai, volete mica che restiamo indietro ci fosse da fare un pò di charter gratuito alle "tecniche"(1) di qualche fazione di democratici libertari, o scaricare un pò di esplosivi su qualche nemico accertato della democrazia in genere e dell'umanità in particolare!? Sui nemici del Nobel per la Pace Obama, il Nobel con le mani più sporche di sangue che la storia ricordi. Almeno Kennedy aveva sulla coscienza solo le sue amanti e qualche decina di migliaia di Marines morti nelle giuncaie del Viet-Nam, oltre ai non contati vietnamiti. Questo ha insozzato mezz'Africa e il Medio Oriente con il seguito delle teorie dei Bush e di Brzezinski.Eppure ci facevano leggere le poesie di Ungaretti, di Trilussa, a scuola, ma per insegnarci che cosa? E a chi son servite? A proposito di Libano, ma quant'è che sono laggiù i nostri "missionari"? Non chiedo quanto ci siano costati, mi chiedo cosa abbiano mai risolto, se sono ancora laggiù. 
Il ministro Mario Mauro (quello della celeberrima frase "per amare la pace armare la pace" ) dopo aver apprezzato (lo diceva la stampa...)  la pausa di riflessione presa da Gran Bretagna e Francia (e quando mai Hollande ha pensato di lasciare l'iniziativa a Obama?) in merito all'inizio di operazioni ("umanitarie"), chi è per decidere di una questione grave come una guerra? Ha sei anni meno di me, è nato a S.Giovanni Rotondo (Padre Pio, sarà questo il motivo?) ha dondolato da CL a Forza Italia a Scelta Civica, il ricettacolo dei trombati che Monti mise in piedi per salvarsi dalla politica "che non lo interessava".
No, non sono queste matricole che posson decidere di questioni come la guerra, una cosa così seria da non poterla lasciare nelle mani dei generali.


Niente di nuovo sotto il cielo, ma la Storia non insegna niente?

L’Occidente ha concentrato la sua macchina propagandistica alle Nazioni Unite ad oltranza. E non era mera campagna di propaganda ordinaria, ma una vera e propria orchestrazione della storia per i libri. In primo luogo, i diplomatici libici furono persuasi e minacciati di dimettersi dalle loro posizioni e gli venne  promesso che se avessero sostenuto l’ opposizione sarebbero stati “presi in cura” . ‘Ciò ha portato non solo le dimissioni dei diplomatici libici presso le Nazioni Unite , ma così facendo e mantenendo una sorta di status diplomatico, questo ha permesso loro di sostenere  ribelli armati che stavano sfidando il governo della Libia per il controllo del loro paese. . 
 Curtis Doebbler, avvocato americano per i diritti umani.

 

(1) Le"tecniche" sono i pick-up dotati di artiglieria sul cassone, sul modello dei primi veicoli così attrezzati "in proprio" segando spesso il tetto a veicoli normali e dotandoli di mitraglia o cannoncino. Probabilmente inaugurati nella guerra Libia-Chad e diffusissimi in Somalia, tecnologia povera opposta alle armi sofisticate dei mercenari del neocolonialismo. Quanto al "charter" in Libia nel 2011 non è stato mai chiarito ufficialmente (e a chi interessa saperlo?) come potessero i "ribelli" con i propri pick-up apparire come per incanto al di là di zone controllate dall'esercito libico, avendo alle spalle il mare. "Casualmente" alcuni osservatori hanno riportato della presenza di naviglio apposito a bandiera britannica ed italiana

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