giovedì 5 settembre 2013

IL PARLAMENTO...UNA FORMALITA' BUROCRATICA?

Qualcuno pensa io sia morbosamente attratto dalla politica estera, meglio se bellicosa e meglio ancora se riguardante i quadranti mediterranei, Medioriente ed Africa compresi. No, la Storia, anzi la storia con la minuscola la si scrive anche da noi con situazioni paradossali e difesa di interessi meschini. Anche nei corridoi dei "sacri" luoghi preposti alla elaborazione delle norme comportamentali della nostra società, le leggi ed i regolamenti. E questo mentre il "buon" Letta rassicura, dal suo inginocchiatoio al G20 di Sanpietroburgo, che non ha la minima intenzione di "strappare" con l'alleata America sulla questione - che sarebbe di principio se conoscesse gli articoli fondamentali (art.2 punto 7 della Carta) dell'ordinamento dell'Organizzazione delle Nazioni Unite - della Siria e della sovranità nazionale di uno stato membro. Ma questa è filosofia, son sofismi, dettagli. Mentre Letta lecca i piedi al padrone americano, sottoscrivendo - non ci è dato sapere sulla base di quali segreti rapporti della nostra "intelligence" da decenni assai più impegnata a brigare per interessi quantomeno nebulosi - la condanna di Assad al G20, l'altro unico a far qualcosa di visibile, a parte Putin che tuttora garantisce l'appoggio della Russia alla Siria legittima, è il Papa.
Le bandiere della Repubblica Araba di Siria in Piazza San Pietro, per l'appello alla pace.
Che scrive ai "potenti della Terra", curiosamente alla Casa Bianca, gli "uomini di pace", quelli che vanno a pranzo con la becera del "we came, we saw, he died" dicono non saper niente di questa missiva...La grande diplomazia della grande democrazia...
Qualcuno dirà che sono antiamericano.

E poi se "Se fossi cittadino americano sarei orgoglioso del presidente del mio paese..." proclama - mi par di vederlo, gonfio di sicumera e di consenso a buon mercato il Furio Colombo dalle pagine de Il Fatto, nel bugiardino riquadrato che ne ospita la impagabile saggezza, curiosamente lo stesso Fatto Quotidiano abbina questi farfuglii - nei quali il Furio/orgoglioso non si accorge di avere in Ayman al Zawahiri un coerente alleato - alle foto di militari americani che manifestano vistosamente il proprio dissenso verso una nuova guerra e in special modo verso una nuova guerra in casa d'altri e al fianco di Al Qaida.
I cittadini americani, caro signor Colombo, si percepiscono sempre meno rappresentati dalle lobby che di volta in volta i suoi presidenti mobilitano al consenso con pressioni e prebende d'ogni genere, mentre i figli degli americani veri vanno a morire in missioni - all'apparenza idiote, per la gente comune - dagli scopi inconfessabili. E' inutle Obama che tu convinca un Congresso di tuoi simili, la gente l'hai già perduta, non ti crede più...

Da tempo ormai l'opinione pubblica americana manifesta in tal senso, episodio clamoroso furono le contestazioni dei veterani in occasione della "bufala" del falso attentato di Boston. Già, Furio, come mai non si parla più di Boston? Eppure dicevate che era un attentato, al pari di quelli di Madrid, da noi fu paragonato alla strage di Bologna e a quella di Piazza Fontana?

E quindi lasciamo stare la Siria, che non ce ne importa nemmeno più di tanto, così lontana, così sconosciuta, alawiti, sunniti, sciiti, boh, che vorrà dire, e poi copti, Madonna mia che confusione, pensiamo ai nostri di problemi che son già tanti senza andare a pensare a quelli degli altri...a proposito, avete sentito di Fukushima? le rilevazioni erano falsate, i rapporti sulle emissioni di radioattività erano fasulli, gli strumenti starati apposta per dar valori rassicuranti...ma chi se ne frega, il mare è così grande, magari si disperdono, e poi è lontano, il Giappone...Ma davvero, la "crisi siriana" è proprio una crisi o la si è costruita, passo dopo passo, sulle orme - verrebbe da dire - di altre scellerate iniziative spacciate per "urgenza di proteggere i civili", lasciando credere,
Tipici aerei di "soccorso" alle popolazioni civili con urgenza di proteggere
ad una umanità distratta e letteralmente "ignorante" (ignoro,ignoras,ignoravi... non sapere, non conoscere) che si tratti di difendere i valori di una civiltà (intendendo la nostra) quando forse si è frainteso per civiltà quelli che sono più mestamente modi di vita, nella meschina presunzione che il conoscere la nostra - di storia - sia sufficiente a comprendere il mondo, che le nostre priorità e le nostre interpretazioni siano le sole degne...Sull'argomento è illuminante l'articolo apparso su Repubblica del poeta - per l'appunto un insospettabile ultradecennale esule dalla Siria - Adonis, in merito all'utilità della Guerra, delle guerre-lampo,
Tipici utensili, in genere "intelligenti" di soccorso ai civili in genere utilizzati dai presidenti che non hanno mai iniziato conflitti ma semmai li hanno conclusi (parole di Obama, non ci è dato sapere se pronunciate a proposito di sé medesimo dopo l'assunzione di stupefacenti...)
degli interventi "chirurgici" sulla pelle dei civili, dell'appoggio acritico ed interessato a selvaggi e "sconosciuti". Adonis è candidato al Nobel, forse le sue parole, pacate ma sagge, ferme, realmente super partes, gli costeranno il premio, non ce ne stupiremmo constatati i meriti del presidente Obama, Nobel per la Pace.

Restiamo da noi quindi, è già sufficiente.
Potere politico e potere legislativo: l'uno dovrebbe programmare le operatività di una società fornendo all'altro (che configura gli strumenti specifici ) gli indirizzi, gli obiettivi, filtrati dalle fitte maglie di (anche) un ethos sovraordinato.
Ebbene, oggi, battendo il governo con un emendamento proposto da Lega Nord ed avallato da M5S e da innumerevoli parlamentari della maggioranza (di governo), per un momento la politica pareva aver riacciuffato quel rapporto etico con la società che da tempo - al contrario - pareva aver lasciato il posto ai calcoli ed alle speculazioni dei ragionieri.
Per un attimo, perché subito dopo i furieri della nomenclatura burocratica (piuttosto che i politici) hanno precisato che la mozione, anzi l'emendamento sarebbe inapplicabile, in particolare ed in definitiva perché aprirebbe in primis un contenzioso (un pò come gli F35 che vanno comprati per forza perché ormai, anche se sono inutili e sono anche una ciofeca, abbiamo un contratto, un pò come il TAV Torino Lione perché, se anche ddalla Francia sul merito del progetto vi è stato un chiaro revirement noi dobbiamo comunque spendere quei miliardi perché "ormai siamo partiti") e secondariamente perché lo Stato Italiano perderebbe qualcosa come forse 6 miliardi di introiti.
Introiti su cosa?
Ma cos'è questa mozione galeotta?
E' l'assennata proposta di moratoria di 12 mesi all'apertura di centri gioco per slot-machine, le macchinette mangiasoldi, in altri termini per alcuni veicolo di disagio sociale, per altri poco meno che una lavanderia per denari "dubbi" autorizzata.
Lega e M5S proponevano di congelare per 12 mesi la situazione attuale senza concedere ulteriori autorizzazioni.
Anche i muri sanno come il gioco d'azzardo sia fonte di disagio e disperazione sociale e come - in un paese in crisi come il nostro - possano tradursi in facile trappola per molti. Sull'argomento oramai vi è diffusa letteratura e un costante dibattito originato periodicamente e riattizzato di quando in quando da fatti di cronaca.
Ma un sottosegratario all'industria, subito affiancato dal geniale Saccomanni precisa che l'emendamento - per l'appunto - è da considerarsi inapplicabile.
Ma allora mi chiedo, se anche membri della maggioranza l'hanno votato, si tratta di mentecatti che non capiscono nemmeno quello che leggono oppure il Parlamento è da considerarsi una struttura obsoleta ed inutile? Perché se passano le giornate a  legiferare dispositivi inapplicabili e se l'unica ragion d'essere di una norma è ridotta ad essere il profitto delle casse dello Stato (in perenne deficit, comunque, nonostante gli italiani passino più tempo a sfregare gratta e vinci che a formarsi una opinione) tanto varrebbe mandarli davvero tutti a casa, cambiare sistema, se non sanno nemmeno quel che fanno e - alla fin fine - non sanno nemmeno difenderci dal vizio del gioco, che ci stanno a fare? Ci basta un contabile, magari come quello di Al Capone, ma questi son stati più bravi di lui, hanno reso legale anche il gioco d'azzardo, lui non c'era riuscito... 
Ne scrissi diffusamente in un Post precedente, qua di seguito uno stralcio, da riproporre per i distratti o per chi non ha avuto occasione di leggerlo prima (il Post, dell'aprile 2013, era titolato "  VELLEITARIO - DELINQUENTI VERI e Pablo Escobar "), da queste poche righe di sintesi si può ben capire come mai sia inapplicabile la mozione...
Dodici anni fa, fra gli acerrimi avversari Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Massimo D’Alema (GLI STATISTI, quelli in gara per il Quirinale...) si materializzava un accordo - "bipartisan" potremmo definirlo - sull'argomento, alla mano sinistra (è il caso di dirlo) spettava il controllo “politico” delle sale Bingo, mentre la mano destra si sarebbe occupata della gestione delle slot machines. La trasmissione "Dietro al Bingo" in Report del 1 ottobre 2002, rivelava alcuni retroscena della trasformazione su scala industriale della tombola (nel 1999 quando sotto il governo D'Alema il gioco della tombola diventa per l'appunto il Bingo) e i coinvolgimenti politici, anche l'ex ministro Vincenzo Scotti è di banda insieme a Luciano Consoli (Dalemiano) con la società "Formula Bingo", che svolge consulenze per l'apertura delle sale da gioco e rapidamente ottiene 214 delle 420 concessioni previste. Però, che manager questi politici! Peccato sappiano pensare solo alle proprie di tasche con sagacia e scaltrezza! Meno male che c'è la Corte dei Conti a tutelarci!!!!!!
La Corte dei Conti, che da cittadini contribuenti pensavamo si occupasse di rivedere le bucce alle Pubbliche Amministrazioni talora un po' troppo disinvolte col nostro denaro, approvò questa strategia ritenendola evidentemente una buona opportunità per lo Stato di far cassa. Etica e morale elementari (ci insegnavano che il gioco comunque, d'azzardo, ai cavalli, carte e roulette è una rovina, i Casinò venivano realizzati in zone "franche" e frequentati ma come una spocchiosa trasgressione) andavano a farsi friggere. Ragion di quattrini, ragion di Stato.
Ma le critiche non sorgevano solo dai backstage di trasmissioni d'indagini "pruriginose" per la politica, anche i pii di Avvenire nel numero del 7 luglio 2001 commentavano con acidità tutta curiale “mai visti tanti uomini vicini ai DS davanti alle cartelle del Bingo. La metà delle sale pronte ad aprire saranno gestite da chi è in qualche modo legato alla Quercia. Duecentododici sale su quattrocentoquindici. Più della metà. Un business che va dai settanta ai centocinquanta miliardi l’anno per sala. Difficile resistere. I ‘D’Alema boys’ hanno fatto tombola prima ancora che si cominciasse a giocare. Hanno fondato una società, la Formula Bingo, e fatto il lavoro migliore. I frutti si sono visti. Già, ma perché D’Alema boys? A loro il nome non piace. Ma come sanno tutti nessuno può sceglierselo. Sta di fatto che lo staff di Formula Bingo vede alla vicepresidenza Luciano Consoli (militante PCI sezione Trastevere) e nessuno può negare che sia un amico dell’ex presidente del Consiglio diessino. Così come non passa inosservata la sede della società: Via San Nicola de Cesarini al 3, Roma. Nello stesso palazzo dove si trovano gli uffici di ‘Italianieuropei’, la fondazione creata da D’Alema…“
Ieri il Parlamento, l'insieme dei nostri delegati, degli eletti rappresentanti del popolo, la materializzazione del  sistema democratico dell'Europa, culla di civiltà, aveva perlomeno suggerito - comunque condividendolo in una maggioranza di opinioni espresse dal voto - un modo per contenere quel qualcosa che sta diventando una vera e propria piaga sociale. La burocrazia dei contabili ha posto il veto al buonsenso, come ben ha chiarito il buon Enrico Letta non abbiamo intenzione di "strappare" nei rapporti con l'alleato "principe" della nostra politica estera e nazionale, con il mentore che ci guida da decenni per la retta via della civiltà occidentale, fatta di benessere diffuso, scommesse, distrazioni e pochi pensieri.
Pensare - è noto - è un lusso, meglio distrarsi, pensando ai rampolli reali, ai burini dell'Isola dei Famosi, meglio passare il tempo a "dimenticare i problemi" davanti alle slot-machine.

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