mercoledì 1 maggio 2013

DOVE CI STANNO PORTANDO?


Stiamo perdendo di vista il quadro d'insieme.
Preoccupati delle nostre – peraltro fondamentali - quotidianità, occupati a barcamenarci nel lavoro con norme spesso demenziali (create unicamente, par di capire, per giustificare la esistenza di professionalità astratte e probabilmente inutili, un po' come scavar buche per riempirle di nuovo), ad inventare occasioni di ricchezza per clienti che nemmeno si meriterebbero un decimo dell'ingegno che dedichiamo loro, imprenditori fasulli e marrani. Fuggiaschi e profittatori. E' di poche ore fa e non ne avrete notizia dell'immagine della giacchetta griffata Benetton rinvenuta nello scempio dell'opificio crollato in Bangladesh.
Magari qualcuno l'ha messa lì per danneggiare l'immagine dei filantropi italiani, già soci della fallimentare cordata Alitalia e principali beneficati dell'affare Autostrade, un monopolio che si autoalimenta evitando agevolmente anche le “lentezze” delle gare d'appalto per i lavori. Sono alcuni degli episodi delle aziende “virtuose” che hanno delocalizzato “a vantaggio” dei paesi in “via di sviluppo” le produzioni (era la neo-ministra Bonino la cassiera CEE negli anni '90, periodo della lungimiranza comunitaria) profittando dei contributi pagati da noi. Nelle fabbriche della vergogna, quelle degli schiavi del XXI secolo, si produce a costo prossimo allo zero quello che è stato sottratto alle nostre maestranze. A chi giova? Ai paesi in via di sviluppo

L'elenco delle “disgrazie” - se così possono essere definite, piuttosto che non le dirette conseguenze della rapacità dei tanti imprenditori-vampiro che hanno investito all'estero – è assai lunga in questi paesi maledetti. I figli d'arte della supposta "imprenditoria italiana" sono stati tra i primi – da bravi avvoltoi – a rinunciare ad investire nel lavoro indirizzandosi a speculare sulla miseria altrui, distruggendo al contempo le speranze della base della società Distruggendo le basi della nostra società, all'inseguimento di un modello di sviluppo demenziale.
Questo un sommario elenco:
nell'Aprile 2005, una fabbrica di indumenti a Savar è crollata, uccidendo 75 lavoratori. Nel Febbraio 2006, un'altra fabbrica crollava a Dhaka, uccidendone 18. Nel Giugno 2010, un altro edificio è crollato a Dhaka, uccidendone 25. Il 24 Novembre 2012 nell'incendio della fabbrica di indumenti Tazreen persero la vita almeno 112 lavoratori. Queste sono le "fabbriche" della globalizzazione del ventunesimo secolo, quelle che sono state aiutate anche dalla sig.ra Bonino - rifugi costruiti sommariamente per un processo di produzione assemblato attraverso giornate lavorative ben più lunghe di 8 0re, macchinari di terza mano, e lavoratori le cui stesse vite sono sottomesse agli imperativi della produzione just-in-time.



Siamo storditi dalle menzogne di un sistema politico oramai morto, zombies che si autoreferenziano, disinformazione quotidiana, quotidiani test sull'intelligenza, sull'acume, sulla capacità logica - residua - delle persone. Per fortuna c'è un responsabile per tutto, il colpevole, il diverso, l'alieno, il populista, Grillo, l'antieuropeo.  Letta che farnetica di un'europa imperfetta perché solo monetaria prima che politica. Grazie! bella scoperta! lo diciamo dal 1998, da prima della moneta unica, bei genii ci amministrano. Nemmeno un condominio saprebbero gestire. In Libia, al momento della Guerra all'unico Statista Africano degno di questo nome, non allineato servilmente al modello del saccheggio finanziario, la prima cosa che fecero - gli ispiratori e gli armatori della "sommossa" - fu quella di creare già 3 giorni dopo l'inizio "ufficiale" dei bombardamenti una nuova Banca a Bengasi, sostitutiva di quella Centrale Libica.  Rivoluzione bancaria prima di tutto!

Negli Stati Uniti impazza (è il caso di dirlo) la fobìa anti musulmana. Anti-tutto casomai.
Ma che ci raccontano? Ma chi è il soggetto mediamente intelligente che per controllare una città durante una gara podistica penserebbe di organizzare contemporaneamente una esercitazione-bomba (quello che è successo a Boston)?!  
They were holding two separate drills on Monday i.e. Training Exercises. It was in all the papers dumbass. Scrive un blogger americano.

Ma ancora chi è il "buon padre di famiglia" (concetto tranquillizzante e dismesso, di recente rispolverato - in merito alla res publica italiana dall'Enrico Letta modello casalingo, non quello modello Trilaterale ecc. ecc.) che affiderebbe la sicurezza di una manifestazione sportiva ad un gruppo di "mercenari" che ha un logo come questo sulle giacchette?


C'è scritto: Despite what momma told you, violence does solve problems ovvero Nonostante quello che mamma ti ha raccontato, i problemi si risolvono con la violenza. Che ci pare assai educativo oltreché pertinente ad una manifestazione giocosa come una gara podistica.

Ma ci rendiamo conto di chi è questa gente?! Mercenari, assassini, cecchini (il fondatore di Craft International era un ex cecchino dell'esercito Americano, Corpi Speciali), cecchini come quel signore di cui nel corso della recente Guerra di Libia gli irresponsabili de L'Espresso pubblicarono un libro di farneticanti e bellicose memorie, in cui la figura più tradizionalmente meschina e pusillanime e vile – il cecchino, appunto – veniva esaltato come un nobile cavaliere senza macchia né paura.

Verrebbe da dire Quis custodiet custodes?, davvero. In che mani siamo!!!!

Boston, una menzogna continua, la dimostrazione della credulità di un popolo cui è sufficiente, come al toro nell'arena ma con molta meno nobiltà del toro, sventolare davanti agli occhi un cencio multicolore per oscurare la mente.
Si perché quella bandiera che aveva rappresentato anche libertà e progresso è stata fatta divenire davvero uno straccio multicolore, utile solo a nascondere le peggiori nefandezze.
Le foto degli zainetti dell'attentato sono abbastanza allucinanti.
Lo zaino esploso non è di certo uno di quelli fotografati in groppa ai due sfigati fratelli.

Gli altri soggetti sono i famigerati contractors (mercenari) della Craft.

Su un blog americano un lettore dice: "Please note that Chris Kyle was killed at a shooting range quite a bit of time prior to the bombings in Boston. He was a really good guy and superb shot. But that doesn't mean that the rest of the crew were as good. I am not accusing anyone, but why was Craft International in the Boston bombing area, before, during and after and no one wants to address this. They are not running, so why were they there?"  Che ci facevano, là, insomma?


Altre foto successive mostrano il cosidetto attentatore morto in conflitto a fuoco. Non disponiamo nè disporremo mai di elementi certi della cosa (non sappiamo ancora chi ha tirato giù il DC 9 italiano nei cieli di Ustica trent'anni fa, vorrete mica scoprire chi ha messo una "pentola esplosiva" in un vicolo di Boston?!?) si tratta unicamente di una esercitazione di logica...
Peccato che la prima immagine (l'abbiamo vista anche in TV) lo mostri a terra disarmato e ben vivo, sotto la minaccia delle armi degli agenti.

L'altra foto ce lo mostra nudo (quindi presumo disarmato) e già catturato. Lo scontro a fuoco c'è stato dopo, a freddo, evito di esibire la foto finale ch'è su un altro blog, del giornalista Fulvio Grimaldi, in quanto orrenda, orrenda anche perché da quanto precede è evidente che il “soggetto” è stato giustiziato a sangue freddo. Povera patria dell'uguaglianza e della democrazia! 

Povera America, fin da Lincoln ha sempre trovato uno psicopatico o un complottista pronto a sparare ai suoi uomini di spicco. Fortuna che ci sono personcine come Cheney e Rumsfeld (quelli della pistola fumante di Saddam) come Kissinger, come Brzezinski, tutti consulenti di varie multinazionali interessate al gasdotto afghano, sanguisughe e vampiri che se ne strafottono delle conseguenze per la gente, decine di bambini ogni giorno massacrati dai droni di Obama, 
fortuna che ci sono giornalisti come Biloslavo e Capuozzo o i tanti che magari di guerra ne hanno veduta poca ma ne hanno tanto sentito parlare.



Intanto i campi di papavero, che ai tempi del talebano Mullah Omar erano stati bruciati, sono sorvegliati dai militari americani. E qualcuno parla di lotta alla droga! Per chi avesse legittimi dubbi su questa foto, che può significare tutto ed il suo contrario suggerisco 2 minuti di filmato, con il contadino che incide i fiori sotto la sorveglianza dei soldati...


Ma cosa ci raccontano?  Svegli, guardiamoci intorno! C'è davvero un complotto, contro la nostra intelligenza!

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