martedì 5 febbraio 2013

IMU, Monte Paschi ed Ordini di Scuderia...


Come al solito la “didattica” del TG2 è metodica e pressante, ieri 4 febbraio siamo passati da un efficace pro-memoria sul reale peso-pericolo-dominio delle cosche nel nostro paese e della loro ramificata inesorabile diffusione “...perfino a Brescello, il paese della Bassa padana teatro delle gesta di Don Camillo e Beppone!” pare osannare il cronista, l'efficacia del messaggio è almeno pari ai tanti appelli del “buon Saviano” con corollario di belle immagini cruente azzeccate per l'ora di cena (TG2 delle 20,30) per ricordare ai distratti che c'è poco da ruzzare e che è bene tener presente qual'è l'istituzione che controlla davvero il territorio...
In realtà si era partiti da altri poteri, più “raffinati” ovvero quelli della finanza bancaria europea (forse più forbita nella gestualità di quell'altra confraternita cui accennavo sopra ma dalle stesse regole ed obiettivi), iniziando la questione dal saggio monito del Monti sulla boutade del Berlusca in merito alla restituzione dell'IMU agli italiani.
A questo proposito, e sul tema che riguarda la “scandalosamente bassa” tassazione degli immobili in Italia, faccio un breve inciso: è interessante il raffronto che si può fare riferendosi ad un edificio sul mercato immobiliare di Londra. Questo il link , in sintesi su un immobile del valore di circa 7 milioni e mezzo di sterline la tassa equivalente dell'IMU assomma a circa 2100 sterline, fate le Vostre proporzioni e pesate meglio quello che ci raccontano tutti gli allegri compagni di merende...
Quindi si scivola sull'altro potere super-partes, banche e finanza, stavolta è il crack Monte Paschi (c'è un boccone per ogni palato!) ad essere citato all'origine della debacle borsistica mentre si tace su ciò che è più ovvio, si tratta di una tirata d'orecchi al sistema politico, reo di non sostenere a spada tratta Monti, l'indifendibile alfiere della Goldman Sachs, per dare un bel segnale una telefonata dall'Europa delle banche, una impennatina allo spread tanto nessuno ci capisce niente e azzoppiamo il nuovo destriero del Cavaliere!
Ha un bel dire l'amico Bersani che Grillo blandisce di volta in volta la destra di Casa Pound come la sinistra storica nostalgica di Berlinguer. Non si è reso conto (vedi le convergenze di fatto sui temi, nelle sensibilità e nelle soluzioni che emergono dalle posizioni seppur “opposte” in ambito ideologico espresse dai Ferrando e dai Fiore) che la gente non vuol più dar deleghe in bianco a chi sa soltanto prometter cose vaghe e nebulose. Soltanto una nostalgia per l'appunto ideologica conserva al segretario PD qualche consenso dalla parte più naïve dell'elettorato di sinistra. La sua visione delle cose, degli accadimenti, sull'argomento del recente collasso dei titoli bancari, è appannata – nella miglior delle ipotesi – dalla fasulla motivazione indotta dall'affaire Monte dei Paschi.
No, si tratta di un preciso segnale di scuderia, i mercati – come qualcuno ama chiamare la vera e propria “sotterranea” consorteria che ha in pugno le briglie dei paesi europei – sollecitati dal loro fedele scudiero di Palazzo Chigi hanno mandato un preciso segnale contro l'altro soggetto anomalo, il Berlusca, riottoso a modo ed a pro suo – di certo – ma con dei rigurgiti, ancorché strumentali e sicuramente tardivi, di una qualche dignità di autonomia (se un soggetto quale egli è potrà mai essere autonomo dai poteri forti!) o comunque testimone più credibile che non i baroni politicanti di quelle che sono le traversie della gente comune. Lo si voglia o meno ma è pur sempre uno che “si è fatto da sé” e quindi in qualche recesso avrà pur memorizzate le ritorsioni ed i ricatti subiti sulla via del successo imprenditoriale.
Altro che banca di provincia oggetto di malversazione ed intrallazzi! quella è roba di tutti i giorni, è un segnale ben forte e preciso: i padroni del vapore, la finanza mondiale (Goldman è una delle più potenti famiglie d'America e non perché hanno fatto 13 al Totocalcio), vuole il proprio scudiero al comando di un paese, l'Italia paese-cavia, non vuole “capre pazze” che possano dissentire dai suoi disegni e strategìe.
La stessa finanza che foraggiò il Khedivé d'Egitto per avviarlo sulla via della modernizzazione e delle opere infrastrutturali (frase già sentita?), mica i tempi di Terzi di Sant'Agata e Napolitano, era l'800, gli anni di GordonPascià, i tempi di Khartoum e di Omdurman, se la vedevano con i Dervisci del Mahdi, e chi si metteva di traverso come l'ispettore delle finanze Ismail Pasha Sadiq faceva una brutta fine, erano i tempi di Disraeli e Lord Kitchener, colonialisti di quelli veri, convinti ed orgogliosi di esserlo, non ambigui mestatori di disordini e piazzisti di dubbie democrazie in casa d'altri, buoni o cattivi ma per lo meno gente coerente col proprio momento storico e con personali attributi, mica Carneade qualsiasi. Sopra tutto passavano gli interessi dell'Impero di Sua Maestà Britannica, ma sopra l'Impero e S.M. c'era anche altro :  gli interessi della grande finanza, impegnata a "sostenere" i paesi in via di sviluppo.
Caro Bersani, guardati intorno, la storia ha sempre molto da insegnare, è sul passato che si regge il presente e si pongon le basi per il futuro, un futuro che non sia la fotocopia del passato...

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