lunedì 16 febbraio 2015

LIBIA: RIASCOLTIAMO LA VOCE DEL "TIRANNO SANGUINARIO" E RIGUARDIAMO GLI "EROI" ESPORTATORI DI DEMOCRAZIA

Quello che Vi propongo oggi è un post che Vi farà perdere un pò di tempo, ma ne varrà la pena, sono sicuro che non resisterete alla curiosità di aprire i filmati, alla fin fine non sono lunghissimi, ed è la Storia che viene raccontata, la Storia contemporanea, quella dei nostri giorni, vissuta sulla pelle, non "raccontata" dai portavoce di un potere sempre meno onesto e sempre meno credibile. Si parla di Libia e di altre lontane missioni di Pace.
PACE, che bella parola, riempie i polmoni, la bocca e le...tasche, di molti, gettando in miseria e disperazione moltissimi.

Curioso che i politicanti dell'Italietta di Berlusconi e Napolitano si pronuncino in autodifese tardive quanto poco sincere - sono degli stupidi, non hanno capito il "grande gioco" di cui sono le pedine più infime - così il genio geopolitico Gasparri, noto stratega, dichiara di esser "stati costretti ad attaccare Gheddafi".

Gheddafi non ha da esser ricordato da codesti pusillanimi, era l'unico ed ultimo vero STATISTA dell'Africa, morto sul campo, chi vuol crederlo rintanato in un cunicolo continui a farlo, non cambierà la storia ed il percorso dell'unico uomo che tra il 1970 ed il 1972 riuscì ad imporre alla Nazione Araba una unità di orgogli e di intenti a fronte degli speculatori del petrolio.

Il 31 marzo 2011, quando già erano iniziati da 12 giorni i bombardamenti della Libia, venne messo in rete questo servizio, datato al 2009, una intervista in cui Gheddafi col suo sarcasmo (quello si, davvero spietato nei confronti della persistente copertura mediatica delle menzogne della strategia atlantista) interpreta alcune delle ovvietà della Storia contemporanea.
Ecco la rappresentazione del Demonio, con gli occhi da psicopatica eccitata, in compagnia
dei suoi baldi tagliagole. Complimenti alla nostra diplomazia e condoglianze alla Costituzione.
E qualcuno si fa ancora domande?

A seguire una sintesi del "devastante" Maledetta Primavera, un documentario di Fulvio Grimaldi sulla retorica delle false primavere arabe. Grimaldi (già RAI 3, BBC) ha un grave limite nel suo percorso di giornalista: ha l'abitudine di andare "sul campo", e peggio ancora non è uso prender le veline delle notizie dagli addetti di ambasciata, forse è per questo che è diventato un giornalista scomodo.

Maledetta primavera è un filmato che quanti hanno conosciuto la realtà della Jamahiriya libica e non la menzognera  ricostruzione diffamatoria architettata negli anni contro il Paese guida dell'Africa sahariana sapranno apprezzare, chi non lo ha veduto allora - uscì tempestivamente, ma comunque troppo tardi e troppo "semplice" per esser creduto dalla egoista ed ignava mentalità di una Europa succube dei progetti per una nuova sudditanza, culturale, militare, politica, economica, etica - oggi lo troverà semplicemente un documento "storico", una fotografia della sconcertante ipocrisia della nostra società e della violenza cieca del colonialismo più abietto.

E' in quella logica di ricerca di una dignità, di testimonianza di una amicizia fuori moda che anche il sottoscritto affrontava la realtà, nell'agosto 2011, del Nordafrica delle "Primavere" di Tunisia e Libia, scesi in volo il 25 agosto, lo stesso giorno della liberazione "mai chiarita" dei quattro giornalisti italiani, rapiti "non si è mai capito da chi", erano gli ultimi giorni del Ramadan del 2011, una maledetta estate. Da quei giorni, e dai tanti giorni vissuti in precedenza in quelle regioni, a parlare con quella gente, dovetti sintetizzare con rabbia, urgenza, passione, il mio saggio "LIBIA IL NAUFRAGIO DELL'EUROPA" che malgrado io non fossi un giornalista o uno storico blasonati si è rivelato calzante, disperatamente calzante alla drammatica situazione che una manica di mentecatti e criminali, coadiuvati da servi e mercenari della stampa e delle forze armate hanno creato nel Nordafrica, ponendo per la prima volta - concreti - i presupposti per la fine della autonomia di scelta dell'Europa. Quello che hanno determinato per Africa, Nordafrica  e Medio Oriente è sotto gli occhi di tutti, ma son certo che ci saranno sempre alcuni milioni di imbecilli convinti di altre VERITA'.

4 commenti:

  1. ...........non molliamo e pensavo, ma se Putin avesse scambiato la Libia con la Crimea..............ma!!!! strani pensieri serali.

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    1. Il Putin, "bastione" contro il delirio di onnipotenza coloniale americano, protagonista del "veto" sulla Siria, abilissimo nel gestire la crisi ucraina ed imbottigliare Francia e Germania in un impasse paralizzante anche gli impeti di John Kerry e i falchi del Congresso USA e della NATO, che quindi per il sottoscritto torna anche primo ignavo per il "non veto" sulla Libia, tradita per ragioni utilitaristiche e caratteriali (il Gheddafi, vero statista indipendente africano, non era controllabile, tanto valeva lasciarlo scannare dalla coalizione occidentale, mal che fosse andata se fosse riuscito a resistere - e ci arrivò vicino - si sarebbe ritrovato tra le mani un paese disintegrato e sarebbe forse stato costretto a chinare il capo e impegnarsi da vassallo con lo zar, che bonariamente gli avrebbe prestato uomini mezzi e risorse, vedi oggi gli armamenti forniti all'Egitto di Al-Sisi) mentre l'ex oculista londinese Bashar al Assad è stato da sempre un soggetto più aderente agli stili diplomatici "tradizionali", più politically correct, per non dire malleabile. Il Putin preferiva nel 2011 far entrare il paese del "bravo negro Mandela" nell'organizzazione dei paesi emergenti (BRIC: Brasile, Russia, India, Cina) e lasciare Gheddafi, poco partner ma vero Statista africano, al proprio destino, le dichiarazioni offensive di Jacob Zuma nell'autunno dello stesso anno parlano chiaro.

      Chi può quindi gritenere Putin un ingenuo, sulla Libia ingannato dalla scaltra e maligna diplomazia occidentale? "Ma non diciamo sciocchezze!!!" Putin un vendicativo opportunista piuttosto, con buona pace di quanti, compreso il sottoscritto al momento delle interessanti dichiarazioni al Valdai Forum di fine 2013, gli hanno dovuto riconoscere (a lui o ai suoi consiglieri) profondità di pensiero e velleità di tutela di una tradizione dei valori "antichi" e radicati nella cultura dell'Eurasia. Nella circostanza dell'aggressione alla Libia sembra che la facoltà di leggere la geopolitica si ottunda per Putin ed il suo staff, ed è gravissimo. Poteva essere sufficiente il suo veto, il veto di un membro “pesante” come la Russia – per di più testimone consapevole della falsità delle accuse mosse a Gheddafi al solo scopo di isolarlo agli occhi delle “comunità internazionale”- ad interrompere la spirale tragica che stava per abbattersi sul paese nordafricano? Certo che si. E sarebbe stato un altro Nordafrica ed un altro Mediterraneo, ma Putin evidentemente non è interessato – nemmeno lui – ad un Mediterraneo equilibrato e peggio ancora vicino all'Africa. E' alla fin fine anche lui una faccia, soltanto differente, dell'Imperialismo?

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    2. ......puoi levare il punto interrogativo, sperava in una fetta della torta, sperava di continuare a fare parte del consesso imperialista. Ma la prima Bestia accetta solo adoratori, non collaboratori, capisci che Putin è un po' diverso da Gasparri, non piagnucola. ............per la seconda Bestia .......quella che esercita il potere sulla prima............vedremo

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  2. Caro Emilio, complimenti per il lavoro di raccolta dei filmati!
    Come sai ai tempi della maledetta "coalizione" arrivai ad iscrivermi a Facebook nella speranza di costituire un gruppo di opinione contrario all'intervento Nato: la mia scarsa conoscenza del social network non mi permise di realizzare l'ambizioso programma....
    Grazie per quello che fai, Luca.

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