venerdì 9 gennaio 2015

NON, NOUS NE SOMMES PAS CHARLIE (CHARLIE BROWN? CHARLIE QUOI?)


L'unica risposta sensata al delirio di piazza di questi ultimi giorni (ed alla colpevole complicità dei vari Mentana, Ferrara e vari dementi "specialisti" dei rotocalchi e delle TV) è il silenzio, tranquillamente (indignatamente) in disparte. La kermesse (questa si, populista, nell'accezione più volgare e deteriore del termine) messa in moto per celebrare la più che sospetta immolazione della vittima predestinata, della stordita compagine del fin troppo adulato settimanale “satirico” di regime, tende a nascondere da un lato quelle che sono le paradossali ambiguità dell'azione terroristica: il documento dimenticato nell'auto (cos'era, la patente magari? Utilissima per esibirla – con un ak47 in mano – ad un eventuale controllo dei vigili?) a confronto della evidente operatività degli aggressori. Dall'altro lato si tende a far dimenticare un'altrettanto grave evidenza ovvero che i signori satirici avessero da anni puntato i propri pennini sulla dimensione religiosa ed in particolare resettato il proprio collimatore su una generica definizione della galassia che costituisce – con le più variegate sensibilità ed orientamenti – l'Islam, una realtà che riguarda, per lo più in modo assai poco superficiale, qualcosa come più o meno un miliardo e mezzo di persone sparse su tutti i continenti.
Come ha fatto intelligentemente osservare al proposito un commentatore, su un miliardo e mezzo di persone che si sentono oltraggiate è abbastanza prevedibile – visti i tempi che corrono, per di più – che possano venirne fuori due o tre ( è pressappoco lo 0,0000000019 per cento) un po' alterate e poco portate al dialogo “civile”. Più propense all'impeto, per così dire. 
A questo proposito vorrei citare proprio un brano dall'intervista al sottoscritto che Ilaria Guidantoni riporta nel proprio saggio di recente uscita “Marsiglia – Algeri” allorché ci troviamo a parlare di anni bui dell'Algeria ed affermo che “...il terrorismo è un paradigma fin troppo comodo, come l’implicazione demenziale di sinonimia che recita “non tutti gli arabi sono terroristi ma tutti i terroristi sono arabi” – dove si può agevolmente sostituire arabo con musulmano – per cui è facile manipolare genti fiere e portate dall’orgoglio agli impeti. È impossibile pretendere impeti da genti private dell’orgoglio e abituate al compromesso quotidiano, allontanate dalla fisicità degli accadimenti quotidiani, impaurite dalla fisicità dei fatti più elementari della vita. Non è apologia di reato, è l’epigrafe della decadenza di un modello...”
Mi pare chiaro chi siano quelli privati dell'orgoglio.
Ma questo avrebbe un senso nella questione parigina se la ritenessi reale e spontanea espressione di una rabbia “genuina” da parte di genti orgogliose ed offese. Ma non credo di questo si tratti. Non totalmente, siamo italiani e di stragi di Stato abbiamo una certa esperienza...
Thierry Meyssan geopolitico francese con esperienza "sul campo" sintetizza bene la faccenda "...I mandanti dell’attentato sapevano che avrebbe causato divisioni tra francesi musulmani e francesi non-musulmani. Charlie Hebdo era specializzato nelle provocazioni antimusulmane e la maggioranza dei musulmani in Francia ne era vittima, direttamente o indirettamente. Se i musulmani di Francia condannano l’attacco senza dubbi, gli sarà difficile provare tanto dolore per le vittime quanto i lettori del giornale. E ciò verrà visto da alcuni come complicità con gli assassini.
Pertanto, piuttosto che vedere nell’attentato sanguinario la rivincita islamista sul giornale che ha pubblicato le vignette su Maometto e moltiplicare "i fogli" anti-musulmani, sarebbe più logico considerarlo il primo episodio del processo per avviare una guerra civile..."

Nella “migliore” delle ipotesi (e parrebbe suffragata dalla assoluta disinformazione degli attentatori – che hanno sbagliato l'ingresso del giornale – contrapposta alla loro formazione militare) si tratterà di alcuni di quegli "sprovveduti" che, armati dai servizi deviati di Paesi altrettanto deviati dell'Europa, dell'oltreoceano e degli Emirati, tornano in patria carichi di foia e di fede mal riposta in cattivi maestri e finanziatori sospetti.

Gli spettatori dell'incontro di calcio Bastia-Paris St. Germain (squadra "francese" sponsorizzata dagli Al-Thani, i carnefici della Libia ) hanno le idee chiare nel merito... (Foto da Tunisie Secret)

Nella peggiore si tratterà di corpi d'èlite o mercenari di qualche servizio nazionale europeo molto prossimo alla Tour Eiffel, che di questi tempi sarebbe meglio conservasse accese le sue belle lucine, al fine di diradare un po' delle tenebre dalla mente di tanti soggetti dabbene...

E' una "trappola sanguinosa" come dice chiaramente e con pacatezza Giulietto Chiesa quando parla di un contesto inquinato alle radici, riferendosi alla politica ed ai servizi segreti dei Paesi europei.
Una trappola che spinge i meno accorti all'odio veramente razziale.

La memoria non può non riandare agli anni '90. Ancora in Francia, ancora a Parigi.
Il signor Charlie Brown/Hebdo MatteoRenzi sicuramente non può ricordare, giocava ai boy-scout o a “lascia o raddoppia”, ma in Francia avvennero una serie di attentati pilotati da servizi d'oltremare e tollerati (il che è la cosa più grave) nientemeno che dalla Direzione Generale Servizi per l'Estero.
12 Luglio 1995 l'ottantacinquenne cheikh Abdelbaki Sahraoui (FIS)viene abbattuto a Parigi in moschea
25 luglio 1995 attentato alla RER stazione di Saint-Michel 7 morti e 80 feriti
17 agosto 1995 bomba in un bidone della spazzatura 17 feriti
6 settembre 1995 auto-bomba nella provincia 14 feriti
6 ottobre 1995 bomba nei pressi stazione métro Maison-Blanche 18 feriti
17 ottobre 1995 bomba alla stazione RER del Museo d'Orsay 30 feriti

I comodi ed ovvi “colpevoli” erano gli algerini del GIA, probabilmente la organizzazione di maquisards più infiltrata, deviata e manipolata della storia nordafricana, roba che i colonnelli parà della Battaglia d'Algeri nemmeno si sarebbero immaginati. Pensate che i feroci moujahedines (feroci davvero, nel loro paese i massacri divennero qualcosa di biblico, nelle dimensioni e per l'efferatezza) in buon numero sarebbero poi risultati nientemeno che militari delle forze speciali infiltrati allo scopo di annientare il consenso e la rispettabilità del FIS, il partito di ispirazione religiosa che alle elezioni del 26 dicembre 1991 avrebbe riportato la maggioranza relativa.
Questi attentati, vi è una cospicua letteratura in argomento, per lo più di pugno di protagonisti ed ex-militari (figure spesso coincidenti in ruoli “coperti”), furono riconosciutamente architettati – sul suolo francese – al fine di costringere l'Eliseo ad appoggiare il potere algerino antagonista al FIS.
Guarda caso pare che il 6 gennaio proprio i servizi algerini avessero informato Parigi di qualche avvenimento in preparazione... i cattivi musulmani (da tempo conosciuti e tracciati regolarmente dai servizi francesi dopo le varie permanenze errabonde e militaresche in Yemen, Siria ed altri luoghi tranquilli di villeggiatura) fanno la solita fine di tutti i Lee Harvey Oswald e Jack Ruby della storia.

Ed oggi vogliono raccontarci che i cattivi musulmani hanno sacrificato i “campioni della libertà di pensiero” e di espressione. Questi poveri blasfemi (il “povero” non lo si nega mai ad un defunto, anche il soggetto meno degno di stima) non si limitavano a Maometto, potevano tranquillamente offendere 


altre sensibilità, in nome della ragione e della laicità, erano “la cible parfaite” il bersaglio perfetto, da sempre coccolati ed ingrassati, intanto i due pressoché inermi poliziotti le vere vittime sacrificali, inadeguati alla bisogna, uno scudo di facciata, uno perfino musulmano, Ahmed Merrabet,

Ahmed Merrabet, uno degli agenti di scorta a Charlie Hebdo assassinato


condannati a morte dall'apparato che chiedeva il sangue in terra di Francia, in Europa. "Mio fratello era musulmano, si è fatto uccidere da dei falsi musulmani": lo ha detto il fratello di Ahmed Merabet, l'agente in bicicletta ucciso dagli autori della strage a Charlie Hebdo, nel corso di una conferenza stampa trasmesse su i-Tèlè. "Mi rivolgo a tutti i razzisti, islamofobi e antisemiti, non bisogna confondere gli estremisti e i musulmani"

E gli stessi che hanno vezzeggiati, armati, addestrati quei ragazzi che mascherati sbagliano indirizzo, perdono le scarpe (ogni riferimento è puramente casuale ma è un bel deja-vu...) e i documenti, i delinquenti istituzionali che hanno sacrificato la Libia e il Primo vero Statista africano degli ultimi quarant'anni, Moammar el Gheddafi, gli stessi che hanno violentato e stanno violentando la Siria, tentando di soffocarla sotto le mattanze dei fanatici dell'ISIL (che hanno addestrato in Giordania, USA, Qatar, Turchia), questi pazzi furiosi che giocano agli strateghi sulla pelle del mondo vogliono raccontarci l'ennesima panzana.

I geni di Charlie Hebdo rappresentavano e rappresentano la parte peggiore dell'Europa e del mondo, come scrive il New York Times (il new York Times, non Al Watan di Algeri!) in USA  sarebbero stati denunciati per istigazione all'odio, la loro malafede e superficialità è materializzata nel luogo comune che identifica come potenziale terrorista qualunque musulmano. La vignetta che allego qua sotto ne è la volgare chiarificazione, vien da pensare


quasi con compassione ai mercenari USA che urinano sui mujaheddin afghani ammazzati: nei loro poveri cervelli lobotomizzati di automi combattenti è questa stessa l'immagine che si è andata formando del loro antagonista, una immagine frutto del disprezzo e dell'ignoranza (pro-memoria: l'impero dell'afghano Mahmud di Ghazni, guerriero e costruttore di università e biblioteche, si estendeva dall'Iran all'Afghanistan, al Turkmenistan fino oltre l'India, si era nel 1020, molto, molto, moltissimo prima che i coloni anglosassoni iniziassero ad impestare di vaiolo i pellerossa delle praterie del nuovo mondo) e dell'incultura.

Siamo davvero curiosi di vedere come andrà a finire anche stavolta...

La Francia patria della ragione? Ehh?! Ma di che parlate?

Voialtri siete tutti Charlie? Contenti voi! Una volta soggetti così venivano chiamati “UTILI IDIOTI”, mi pare ancora appropriato, leggetevi la storia recente e quella un pò più lontana invece di guardare film del c...o come American sniper (il cecchino buono, non ho parole! ma è logico, il "cecchino" è infatti l'eroe vero , il protagonista delle rivoluzioni colorate e primavere fasulle, il cecchino che spara sia sulla folla che sulla polizia...chiamasi agente provocatore, però gli americani sono corretti: premiano sempre i loro eroi!) o innamorarvi delle altrettanto strabilianti avventure degli educandi siberiani, e, semmai andate a vedere di persona.

3 commenti:

  1. .....E quei farisei di google hanno messo la coccarda in lutto. Lo avessero mai fatto per le vittime delle stragi in Pakistan, Irak, Libia. Già. dimenticavo che non sono vittime europee...sono morti di serie B!

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  2. Ahlà Emilio

    Voici une vision plus éclairée des évènements passés,au-delà du prisme de la liberté d'expression...
    Bonne lecture ,
    boussà

    http://www.michelcollon.info/Charlie-Hebdo-chercher-a.html

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  3. Pur consapevole del fatto che probabilmente su questo punto non saremo d'accordo, le confido che ritengo l'attuale pontefice l'unico statista non allineato, fuori dal coro, dell'Europa Occidentale. E lo dichiaro da persona assolutamente laica, affatto propensa a lune di miele con la chiesa cattolica. A fronte di una schiera di statisti yes man, con il cappello e gli stivali da cow boy, francesi compresi ( c'era una volta la Francia ) Papa Francesco è stata l'unica voce fuori dal coro. L'unico che abbia, ad esempio, dichiarato apertamente che la Siria non era nemmeno in grado di produrre le armi chimiche e che probabilmente le stesse gli erano state vendute dagli stati che adesso l'accusavano. L'unico che non si è allineato all'ipocrita peana delle cancellerie europee riguardo la strage di Parigi. Pur deplorando, giustamente, il massacro, ha tuttavia sottolineato che la libertà di espressione e la libertà di insulto sono due cose completamente diverse. Ripeto, l'unica voce dissonante e, se vogliamo, dissenziente. Tutti gli altri sono solo dei coristi che intonano le loro melodie sotto la direzione del maestro d'orchestra. C'era una volta la sovranità nazionale.

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