martedì 22 luglio 2014

MASSACRI - AEREI - MENZOGNE - POLITICI RIDICOLI

Dopo una lunga assenza torno a rompervi le scatole con articoli lunghissimi.
Ma è necessario, stavolta mi limito a riportare un articolo apparso su comedonchisciotte che riguarda i venti di guerra sull'Europa e l'Eurasia...secondo la definizione geopolitica apparsa in Inghilterra intorno agli anni '30 e tanto amata da Zbigniew Brzezinski, uomo tanto spregiudicato quanto trasparente (per chi voglia leggersi i suoi libri, La grande scacchiera e Il mondo fuori controllo, in pratica il Vecchio ed il Nuovo testamento per gli adepti del modello di sviluppo democratico e pluralista della new economy, quello della crescita perpetua, per gli amici della Clinton e della sua cricca di assatanati). Venti di guerra che ai mentecatti di casa nostra paiono ancora lontani, nel menefreghismo assoluto davanti alle stragi di popolazioni inermi consegnate di volta in volta al popolo eletto di turno...
Putin, il “grande statista” come lo definisce ostinatamente il buon Giulietto Chiesa che da Mosca continua ostinatamente a non voler riconoscere l'errore strategico e criminale del mancato appoggio alla Jamahiriya libica all'atto della risoluzione criminale della Commissione di Sicurezza dell'ONU, povero Putin, difeso a spada tratta anche dal buon Grimaldi (che però recentemente ha ammesso pur qualche ripensamento sulla bontà di alcune scelte strategiche di scala larga effettuate dal russo), la questione libica rimane nella Storia – quella vera – come l'errore strategico più immenso degli ultimi 50 anni: oggi tentano, i signori del BRICS , di creare un Fondo Monetario alternativo al FMI, Gheddafi lo aveva fatto 3 mesi prima che venisse montata la campagna politico-mediatica contro di lui e Putin che non lo aveva mai soggiogato non ebbe gli attributi (o pensò di castigarlo) per mettere il veto. E' quel giorno che ci hanno dannati, poveri strateghi senza anima... il Principino Renzi, acclamato dai lacché voltagabbana del PD (partito demotivato) che fino all'anno scorso lo avrebbero pugnalato con faccia truce davanti alla carneficina del massacro giornaliero di Gaza si "scaglia" contro gli estremismi... ma di che sta parlando? sarei curioso di leggere qualche ordine del giorno sulla questione nei Consigli Comunali di questa maggioranza senza carattere se non quello di zerbino del potere bancario e delle armi... che tristezza questa "sinistra" senza ideali, senza interessi, facile coi soldi in tasca fare i rivoluzionari eh?! ma con la crisi ci si rinchiude nel privato... che squallore, meglio quando erano ideologizzati, almeno ostentavano qualcosa, oggi semplicemente rincorrono i palazzinari e i ricchi del momento e non sanno nemmeno a parole opporsi alle sopraffazioni, zerbini, scendiletto di tutti...

L'aereo malaysian, nemmeno gli americani (i reduci veri, quelli che hanno sparato in guerre varie giuste o meno giuste (se guerre giuste esistono mai) credono alle scemenze propalate dalla stampa-spazzatura di regime,
A Ukraine Air Force military jet was detected gaining height, it’s distance from the Malaysian Boeing was 3 to 5km,”said the head of the Main Operations Directorate of the HQ of Russia’s military forces, Lieutenant-General Andrey Kartopolov speaking at a media conference in Moscow on Monday.
“[We] would like to get an explanation as to why the military jet was flying along a civil aviation corridor at almost the same time and at the same level as a passenger plane,” he stated. “The SU-25 fighter jet can gain an altitude of 10km, according to its specification,” he added. “It’s equipped with air-to-air R-60 missiles that can hit a target at a distance up to 12km, up to 5km for sure.”Gli americani (reduci) si chiedono come mai i dati dei satelliti americani che notoriamente spiano tutto e tutti non vengano diffusi celermente, aspiegare la dinamica del fatto: 

The presence of the Ukrainian military jet can be confirmed by video shots made by the Rostov monitoring center, Kartopolov stated. At the moment of the MH17 crash an American satellite was flying over the area of eastern Ukraine, according to Russia’s Defense Ministry. It urged the US to publish the space photos and data captured by it.
Buona lettura, quindi, il tormentone continua e le menzogne pure...





DI PEPE ESCOBAR
asiatimes.com

Ed ecco il verdetto di guerra: l'attuale tragedia della Malaysia Airlines - la seconda in quattro mesi - è "terrorismo" perpetrato da "separatisti filo-Russi", armati dalla Russia; e Vladimir Putin ne è il principale responsabile. Fine della storia. Chiunque pensi diversamente, se ne stia zitto. Perché? Perché lo dice la CIA. Perché lo dice la Hillary Clinton di "Siamo venuti, abbiamo visto, è morto". Perché lo ha detto quella pazza scatenata della Samantha Power di “R2P" – tuonando alle Nazioni Unite -  il tutto debitamente stampato e pubblicato da quel covo di “neo-conservatori” che è il Washington Post. [1]



Perché lo hanno detto i media corporativi anglo-Americani – dalla CNN a Fox (che ha cercato di acquistare Time Warner, che a sua volta possiede la CNN). Perché lo ha detto il Presidente degli Stati Uniti (POTUS). E soprattutto perché, prima di tutti,  lo ha detto Kiev a gran voce.
Eccoli lì allineati  – tutti quegli “esperti costantemente isterici della comunità dell'intelligence statunitense"  con, letteralmente, la bava bocca, pronti ad infierire contro la “cattiva” Russia e il “cattivo “Putin”; esperti di intelligence che non sono stati in grado di identificare un convoglio di scintillanti Toyota bianche che attraversava il deserto iracheno e puntava su Mosul. Eppure quegli stessi hanno già sentenziato che non c’e’ alcun bisogno di indagare ulteriormente sull’enigma MH17. Non importa se il Presidente Putin ha esortato a compiere un’indagine più approfondita e oggettiva sulla tragica vicenda del MH17. E "oggettiva" di certo non significa un’astratta idea di "comunità internazionale", come la interpreta Washington – la solita congrega di vassalli-zimbelli pilotabili.

E CARLOS ?
Da una semplice ricerca si rileva che la rotta dell’MH17 è stata spostata di 200 chilometri verso nord rispetto al percorso usuale, quello che lo stesso volo aveva seguito nei giorni precedenti – finendo proprio sopra la zona di guerra. Perchè?  Che tipo di comunicazione ha ricevuto l’MH17 dalla Torre di Controllo di Kiev?
Kiev non si è espressa al riguardo. Eppure la risposta potrebbe essere semplice, se solo avesse rilasciato le registrazioni delle comunicazioni intercorse tra il Controllo del Traffico Aereo e il volo MH17. Quello che la Malaysia Airlines fece immediatamente dopo la scomparsa del volo MH370.
Ma questo non accadrà: la SBU le ha già confiscate.  E tutto per avere un’opinione non necessariamente attendibile sul motivo per cui  l’MH17 aveva cambiato rotta e cosa ha visto e detto il pilota prima dell’esplosione.
Il Ministero della Difesa Russo, da parte sua, ha confermato che una batteria di missili anti-aerei BUK controllati da Kiev era operativa nei pressi del luogo dove è stato abbattuto l’MH17.  Kiev ha spiegato diverse batterie di sistemi missilistici Buk terra-aria con almeno 27 lanciatori; e questi sono tutti perfettamente in grado di abbattere un jet che vola a 33.000 piedi.
I militari Russi hanno rilevato l’irradiazione proveniente da un radar Kupol, che faceva parte dello spiegamento di un Buk-M1 vicino Styla (un villaggio a circa 30 chilometri a sud di Donetsk).   Secondo il ministero, il radar potrebbe fornire delle informazioni per la rilevazione di un’altra batteria che era a distanza di tiro dalla traiettoria di volo del MH17. La portata del radar di inseguimento sul sistema Buk è di 50 miglia al massimo. L’ MH17 volava a 500 miglia all’ora. Quindi, supponendo che i "ribelli" avessero avuto un Buk operativo, e così è stato, avrebbero avuto non più di cinque minuti per la scansione di tutti i cieli e di tutte le possibili quote per mirare e lanciare.  A quel punto avrebbero saputo che un aereo cargo non poteva volare così in alto.  Per le prove sulla possibilità di una falsa bandiera leggete qui.
E poi c’è la storia, sempre più curiosa, di Carlos, il controllore di volo Spagnolo che lavorava nella Torre di Controllo di Kiev, e che seguiva il volo MH17 in tempo reale.  Per alcuni Carlos esiste, è reale, non è solo un numero; per altri, sembra che non abbia mai lavorato a Kiev. In ogni caso, ha mandato una marea di tweet. Il suo account – neanche a farlo apposta – è stato bloccato e lui è scomparso;  i suoi amici ora lo stanno cercando disperatamente. Sono riuscito a leggere tutti i suoi tweet in Spagnolo quando il suo account di Twitter era ancora in rete – e ora sono disponibili copie e traduzioni dei suoi messaggi.
Ecco alcuni dei suoi tweet principali: 
    •    "Il B777 era scortato da due caccia Ucraini pochi minuti prima di scomparire dal radar (5.48pm)”
    •    "Se le autorità di Kiev dicessero la verità dovrebbero ammettere che due caccia Ucraini stavano volando molto vicini all’aereo pochi minuti prima del verificarsi dell’incidente, pur non essendo stati loro ad abbattere l’aereo (5.54pm)”
    •    "Non appena il B777 della Malaysian Airlines è scomparso, le autorità militari di Kiev ci hanno informato che l’aereo era stato abbattuto.  Come facevano a saperlo? (5.57pm)
    •    "Tutto è stato registrato dal radar. Per quelli che non ci credono, l’aereo è stato abbattuto da Kiev; lo sappiamo noi (del controllo aereo) e lo sanno quelli del controllo aereo militare (7.14pm)"
    •    "Il Ministero degli Interni sapeva che c’erano dei caccia nell’aerea, ma quello della Difesa non lo sapeva” (7.15pm)"
    •    "I militari confermano che la responsabilità è dell’Ucraina, ma non si a da chi è venuto l’ordine”(7.31pm)"

Queste dunque le considerazioni di Carlos (un insieme dei suoi tweet li possiamo trovare su questo link (qui):
Il missile è stato sparato dai militari Ucraini dietro ordine del Ministero dell’Interno Ucraino – NON dal Ministero della Difesa.  Le questioni di sicurezza al Ministero dell’Interno sono sotto la responsabilità di Andriy Parubiy, che ha collaborato molto attivamente con i “neo-con" statunitensi e i neo-nazi Banderastan a Maidan.
Dando per scontato che il controllore di volo Carlos sia vero, queste sue considerazioni hanno molto senso. I militari
Ucraini sono divisi tra il Re del Cioccolato - il Presidente Petro Poroshenko – che mira alla distensione con la Russia essenzialmente per oscuri interessi economici -  e  e  Santa Yulia Timoshenko, che ha sostenuto in passato il genocidio di etnici Russi nell’Ucraina dell’est.  I neo-conservatori e i “consiglieri militari” statunitensi in gioco, stanno facendo le loro scommesse, sostenendo ora le fazioni di uno ora le fazioni dell’altra.
QUINDI: A CHI GIOVA ?
La questione chiave resta, ovviamente,”cui prodest”? A chi giova? Solo una persona dal cervello clinicamente morto potrebbe credere che l’abbattimento di un aereo di linea giovi ai federalisti dell’Ucraina orientale, per non parlare del Cremlino.
Per quanto riguarda Kiev, avrebbe i mezzi, il movente e l’opportunità per fare una cosa del genere; soprattutto dopo che le milizie di Kiev si sono ritrovate in rotta, ed erano in ritirata nel Donbass; e questo dopo Kiev non ha battuto ciglio nel bombardare la popolazione dell'Ucraina orientale, anche dall'alto. Nessuna meraviglia che i federalisti hanno dovuto difendersi.
E poi c'è la tempistica sospetta. La tragedia del MH17 è avvenuta due giorni dopo che i BRICS hanno annunciato un “antidoto” al FMI e alla Banca Mondiale che avrebbe bypassato il dollaro statunitense.  E questo mentre Israele continua nella sua lenta e “cauta” invasione/pulizia etnica a Gaza. La Malesia, tra l'altro, è la sede della Kuala Lumpur War Crimes Commission, che ha dichiarato Israele colpevole di crimini contro l'umanità.
Washington, naturalmente, ne approfitta.  Quello che ci guadagna in questa circostanza l’Impero del Caos  è un cessate-il-fuoco (così da avere il tempo di rifornire le malconce e disorganizzate milizie di Kiev); il marchio di “terroristi” affibbiato agli Ucraini orientali (Cheney); e poi tanto fango da gettare sulla Russia e soprattutto su Putin, fino all’ “Avvento del Regno”. Niente male per un lavoretto di pochi minuti.  E per quanto riguarda la NATO, è come se questo Luglio fosse già Natale.
D’ ora in poi, tutto dipenderà dall’ intelligence Russa. Hanno osservato e controllato tutto quello che è accaduto in Ucraina, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.  Nelle prossime 72 ore, dopo un’accurata analisi dei dati di rilevazione, usando la telemetria, radar e rilevazioni via satellite, i Russi sapranno  con esattezza che tipo di missile sia stato lanciato, da dove, e anche stabilire con precisione da quale batteria sia stato lanciato.  E avranno accesso alle prove giudiziali.
Diversamente da Washington – che già sa tutto, senza averne prove (ricordate l’11 settembre?) - Mosca si prenderà il suo tempo per conoscere tutti I fatti giornalistici di cosa, dove e chi, e tenterà di fornire prove certe dei fatti screditando la versione di Washington.
La storia insegna che Washington semplicemente non rivelerà alcun dato che indichi che il missile proveniva dai suoi vassalli di Kiev. I dati potranno anche dimostrare che c’era una bomba piazzata sul MH17, o che si sia verificato un guasto meccanico – benché sia improbabile. Se questo è stato un errore dei ribelli di Novorossiya, Mosca dovrà ammetterlo, seppure con riluttanza. Se è stata colpa di Kiev, le rivelazioni saranno immediate. Tuttavia, possiamo già immaginare quale sarà, in ogni caso, l’isterica risposta dell’Occidente: è colpa della Russia.
Putin è più che corretto quando dice che questa tragedia non sarebbe avvenuta se Poroshenko avesse acconsentito a prolungare il cessate-il-fuoco, cosa di cui Merkel, Hollande e Putin hanno tentato di convincerlo a fine Giugno.  Kiev, in ogni caso, è già il colpevole, poiché è responsabile della sicurezza del passaggio dei voli nel suo spazio aereo che – in teoria – controlla.
Ma tutto questo è già dimenticato tra le fitte nebbie della guerra, della tragedia e della concitazione.  Per quanto riguarda le isteriche pretese di credibilità di Washington, vi lascio solo un numero: Iran Air 655.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e di Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). 

Lo si può raggiungere via mail all’indirizzo: pepeasia@yahoo.com



Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Central_Asia/CEN-01-190714.html
18.07.2014



E quindi, per i tanti “smemorati” andiamo a ricercare su Wikipedia la novella del Volo 655...

Volo Iran Air 655







Volo Iran Air 655








Ricostruzione in computer-grafica dell'A300coinvolto nell'incidente


Tipo di evento Incidente

Data 3 luglio 1988

Tipo Aereo abbattuto da un missile

Luogo Golfo Persico, 74 km sud-ovest di Bandar Abbas

Stato  Iran


Coordinate 26°40′06″N 56°02′41″ECoordinate26°40′06″N 56°02′41″E (Mappa)

Tipo di aeromobile Airbus A300B2-203

Operatore Iran Air

Numero di registrazione EP-IBU

Partenza Aeroporto Internazionale di Teheran-MehrabadIran

Scalo prima dell'evento Aeroporto Bandar Abbas InternationalIran

Destinazione Aeroporto Internazionale di DubaiEmirati Arabi Uniti

Passeggeri 274

Equipaggio 16

Vittime 290 (tutti)

Feriti nessuno

Sopravvissuti nessuno







Mappa di localizzazione




Dati estratti da Aviation Safety Network[1]

voci di incidenti aerei presenti su Wikipedia

Il volo Iran Air 655 (IR655) era un volo di linea della Iran Air che il 3 luglio 1988 venne abbattuto da un missile statunitense mentre sorvolava lo Stretto di Hormuz.
L'aereo, un Airbus A300B2-203, in volo da Bandar Abbas a Dubai, venne colpito da un missile terra-aria lanciato dall'incrociatore Vincennes dellaUS Navy che ne causò la distruzione e uccise tutti i 290 passeggeri compresi 66 bambini.[2][3] L'incidente del volo 655 è attualmente l'ottavo più grave accaduto nel mondo per numero di vittime, il più grave avvenuto nell'Oceano Indiano ed il più grave che ha visto coinvolto un A300.[1] Al momento dell'abbattimento il Vincennes navigava in acque territoriali iraniane e il volo IR655 si trovava nello spazio aereo iraniano.[4]
Secondo il governo degli Stati Uniti, l'equipaggio del Vincennes scambiò l'A300 per un caccia F-14 Tomcat dell'Aeronautica militare iraniana, mentre per il governo iraniano il Vincennes abbatté intenzionalmente il velivolo civile. L'evento generò una grande quantità di polemiche negli Stati Uniti; alcuni analisti accusarono il comando militare americano e il capitano del Vincennes di aver tenuto un comportamento sconsiderato e aggressivo in una zona già pericolosamente sotto tensione.[5] Il governo degli Stati Uniti espresse rammarico per la perdita di vite umane, ma non ammise mai di aver commesso errori, né si assunse alcuna responsabilità e non presentò mai scuse ufficiali al governo iraniano.
Nel 1996, presso la Corte Internazionale di Giustizia, Stati Uniti ed Iran raggiunsero "un pieno accordo in merito a tutte le dispute, le differenze di opinione, le richieste e le controrichieste".[6] Come parte della risoluzione, gli Stati Uniti accettarono di pagare a titolo di risarcimento complessivo alle famiglie delle vittime 61,8 milioni di dollari, equivalenti a 213.103 dollari per passeggero, tuttavia non ammisero la loro responsabilità né espressero scuse formali.[7]

Nazionalità di passeggeri ed equipaggio

Secondo la documentazione presentata dall'Iran alla Corte di Giustizia, a bordo dell'aereo vi erano 274 passeggeri e 16 membri dell'equipaggio.[8]
Nazionalità Passeggeri Equipaggio Totale
 Iran
238 16 254
 Emirati Arabi Uniti
13 0 13
 India
10 0 10
 Pakistan
6 0 6
 Jugoslavia
6 0 6
 Italia
1 0 1
Totale 274 16 290

Antefatto

La guerra Iran-Iraq era cominciata nel 1980, ma a partire dall'aprile 1988, quando si cominciò ad assistere a ripetuti attacchi verso petroliere e navi mercantili provenienti o dirette ai paesi del Golfo Persico, gli Stati Uniti inviarono delle unità della US Navy per tutelare la navigazione.[4] Lo USS Vincennes, incrociatore Classe Ticonderoga comandato dal capitano William C. Rogers III ed equipaggiato con il nuovo sistema AEGIS, salpò dal porto di San Diego il 25 aprile e giunse inBahrain il 29 maggio.[4]

Lo stretto di Hormuz

Lo Stretto di Hormuz nel suo punto di minor larghezza misura 54 km (29 NM); per poterlo attraversare le navi passano necessariamente in acque territoriali appartenenti ad Iran e Oman. Durante la guerra con l'Iraq, le forze iraniane, secondo quanto sancito dal diritto internazionale, potevano perquisire tutte le navi mercantili che attraversavano lo stretto in cerca di armi destinate all'Iraq.[4]

L'incidente

L'A300, pilotato dal capitano Rezaian Mohsen, decollò da Bandar Abbas alle 10:17 (UTC +03:30), con un ritardo di 27 minuti rispetto all'orario di partenza previsto, e fu immediatamente autorizzato dal controllore di volo a procedere lungo l'aerovia Amber 59 che l'avrebbe portato a Dubai dopo solamente 28 minuti di volo. L'aereo trasmetteva regolarmente sultransponder e per tutta la durata del volo le comunicazioni radio vennero effettuate in inglese.
La stessa mattina il Vincennes stava attraversando lo stretto di Hormuz di ritorno da un servizio di scorta,[4] quando un suo elicottero che stava perlustrando la zona fu bersaglio di alcuni colpi di armi da fuoco provenienti da una nave militare iraniana. Il Vincennes fece subito rotta verso la nave nemica, ma quando entrambe le navi violarono le acque territoriali dell'Oman furono intercettate e costrette a cambiare direzione da alcune pattuglie della Reale marina dell'Oman.[9]


La mappa rappresenta l'origine e la destinazione del Volo 655 e la sua posizione approssimativa quando fu abbattuto
Il Vincennes continuò l'inseguimento anche all'interno delle acque territoriali iraniane fino al momento dell'incidente,[10][11] quando, alle ore 10:24, sparò due missili terra-aria SM-2MR contro quello che in un primo momento sembrò un aereo militare nemico, ma che in realtà era l'Airbus della Iran Air. L'aereo venne colpito alla coda e ad un'ala ed esplose in volo, causando la morte di tutte le persone a bordo.
L'evento ebbe come conseguenza una violenta polemica internazionale, con l'Iran che condannò l'attacco degli Stati Uniti definendolo un "atto barbarico". A metà del luglio 1988 il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Velayati chiese al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di condannare gli Stati Uniti dicendo che l'attacco compiuto dal Vincennes "non poteva essere stato un errore" e lo definì "un atto criminale, un'atrocità e un massacro". George H. W. Bush, all'epoca Vice Presidente degli Stati Uniti nell'amministrazione Reagan, difese il suo paese presso le Nazioni Unite sostenendo che l'attacco del Vincennes era da considerare un incidente di guerra avendo l'equipaggio agito in maniera appropriata in base alla situazione che si era venuta a creare;[12] il delegato dell'Unione Sovieticachiese invece agli Stati Uniti di ritirarsi dal Golfo Persico e chiese al Consiglio di Sicurezza maggiori sforzi per porre fine alla guerra Iran-Iraq. Gli altri 13 delegati, che in un primo momento avevano preso le difese degli Stati Uniti, ammisero che il problema principale era costituito dal fatto che la risoluzione emanata nel 1987 per porre fine alla guerra Iran-Iraq era stata ignorata da tutte le parti in causa.[13] A seguito del dibattimento venne approvata la risoluzione 616, nella quale veniva espressa "profonda angoscia" per l'attacco degli Stati Uniti, "profondo rammarico" per la perdita di vite umane e veniva sottolineata la necessità di porre fine alla guerra Iran-Iraq, così come già deliberato nel 1987.[14]

Memoriale del governo iraniano

Nel memoriale presentato presso la Corte Internazionale di Giustizia dal governo iraniano si legge che l'abbattimento del volo 655 da parte del Vincennes era stato un atto intenzionale e criminale; anche se ci fosse stata un'errata identificazione del velivolo, fatto che non veniva riconosciuto, l'attacco contro di esso fu una grave e sconsiderata negligenza, equivalente ad un crimine internazionale e non ad un semplice incidente.[15] In particolare, l'Iran espresse scetticismo in merito al presunto errore di identificazione, in quanto venne rilevato che il Vincennes disponeva dell'avanzato sistema AEGIS che aveva correttamente monitorato il volo dell'Airbus e che lo aveva identificato come modo III (cioè civile), che altre due navi militari statunitensi che operavano nella zona, la Sides e la Montgomery, avevano identificato il velivolo come civile e che in aggiunta l'A300 stava percorrendo un' aerovia internazionale. L'Iran arrivò ad insinuare che, essendo l'equipaggio del Vincennes addestrato ed attrezzato per gestire attacchi simultanei di decine di aerei nemici,[16] era plausibile che "ambissero a mostrare i loro armamenti e la loro capacità".[17]
Secondo l'Iran, gli Stati Uniti avevano in precedenza emesso un NOTAM con il quale avvisavano tutti gli aeromobili che erano a rischio di "misure difensive" se il loro decollo non fosse avvenuto da un aeroporto civile e se avessero volato al di sotto dei 2.000 piedi entro un raggio di 9 km da una nave militare. Nel memoriale si legge che "il volo 655 era decollato da un aeroporto civile ed era ben al di fuori di tali limiti quando fu attaccato";[18] inoltre anche se l'aereo fosse stato un F-14 nemico, il Vincennes non avrebbe avuto il diritto di abbatterlo in quanto l'aereo stava volando nello spazio aereo iraniano, non stava seguendo una traiettoria che poteva essere considerata "d'attacco" e non aveva "illuminato" il Vincennes con il suo radar.[19]
Nella parte conclusiva del documento venne specificato che, secondo il diritto internazionale e indipendentemente da eventuali errori commessi dall'equipaggio, gli Stati Uniti dovevano essere ritenuti totalmente responsabili delle azioni delle sue navi militari,[20] anche perché in passato gli stessi Stati Uniti "condannarono fermamente l'abbattimento di aerei, sia civili che militari, da parte delle forze armate di un altro Stato" e furono portati come esempio i casi del volo El Al 402, delvolo Libyan Arab Airlines 114 e del volo KAL 007;[21] inoltre venne menzionato il fatto che quando un aereo militare iracheno attaccò la USS Stark, gli Stati Uniti ritennero l'Iraq pienamente responsabile in quanto il pilota "sapeva o avrebbe dovuto sapere" che stava attaccando una nave da guerra statunitense.[22]

Dichiarazioni del governo degli Stati Uniti



Un missile lanciato dalla Vincennes durante un'esercitazione.
Secondo il rapporto emesso dal governo degli Stati Uniti, l'equipaggio del Vincennes confuse erroneamente l'aereo di linea iraniano con un aereo militare perché ne scambiò la traiettoria con quella di solito utilizzata da un F-14 Tomcat, e questo nonostante il sistema AEGIS avesse correttamente identificato la traiettoria come ascendente (e non discendente come durante un attacco). Come possibile causa dell'errore venne indicato il fatto che l'aeroporto di Bandar Abbas, da dove decollò l'Airbus, fungeva sia da base per gli F-14 iraniani che come hub per i voli della Iran Air. Nel rapporto si legge anche che il Vincennes tentò, senza successo, di contattare l'aereo in avvicinamento per sette volte sulla frequenza di emergenza militare e per tre volte sulla frequenza di emergenza civile, ma mai sulle frequenze solitamente utilizzate per il controllo del traffico aereo; tuttavia l'Airbus non era attrezzato per ricevere comunicazioni su frequenze militari, mentre i messaggi inoltrati sul canale di emergenza civile avrebbero potuto essere indirizzati a qualsiasi aereo.
L'ammiraglio William Fogarty, in una relazione intitolata Formal Investigation into the Circumstances Surrounding the Downing of Iran Air Flight 655 on 3 July 1988[23] e della quale vennero rese pubbliche solamente alcune parti (parte I nel 1988 e parte II nel 1993) concluse che
« I dati estrapolati dalle registrazioni della USS Vincennes, le informazioni ottenute dalla USS Sides e da fonti di Intelligenceaffidabili confermano il fatto che il volo Iran Air 655 stava seguendo una traiettoria normale per un aereo commerciale, stava salendo di quota, era rimasto nell'aerovia assegnatagli ed inoltre il transponder era correttamente impostato in modo III. »
Nell'agosto del 1988 la rivista Newsweek pubblicò un articolo nel quale l'allora vicepresidente George H.W. Bush dichiarava che "gli Stati Uniti d'America non chiederanno mai scusa. Mai. Non mi interessa quali siano i fatti."[24][25] Bush usò questa frase di frequente[26] durante la sua campagna elettorale del 1988 nella quale, già mesi prima dell'attacco del luglio 1988, promise di "non chiedere scusa per gli Stati Uniti".
Il governo degli Stati Uniti espresse rammarico per la perdita di vite umane, ma non ammise mai l'errore né chiese scusa per l'incidente; il 22 febbraio 1996 accettò comunque di pagare un risarcimento ai parenti delle vittime per sospendere il procedimento in atto presso la Corte di Giustizia Internazionale.[27]
Nell'anno 2000, in un documentario per la BBC, il governo statunitense dichiarò che era probabile che l'incidente fosse stato causato da una particolare condizione psicologica chiamata scenario fulfillment, la quale si verifica quando un intero gruppo di persone lavora sotto pressione. In una tale situazione, gli uomini addestrati per reagire ad un determinato scenario credono che questo stia realmente accadendo, anche se evidenti informazioni sensoriali dovrebbero portare alla giusta comprensione degli eventi. Nel caso di questo incidente, lo scenario era quello di un attacco di un aereo nemico.[28]

Fonti indipendenti

L'incidente è stato analizzato da National Geographic Channel nell'episodio Un tragico equivoco andato in onda nella terza stagione della serie Indagini ad alta quota. In esso viene confermato che l'aereo stava trasmettendo i suoi dati con iltransponder che lo identificava come aereo civile, ma, intervistato in merito, il capitano del Vincennes William C. Rogers III ribatté che quei dati non davano la certezza che l'aereo non fosse ostile asserendo di averlo attaccato per autodifesa, con l'intento di salvare la nave e la vita dei membri dell'equipaggio.[29]


Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Frank Carlucci e l'ammiraglio William J. Crowe durante la conferenza stampa tenuta al Pentagono il 19 agosto in seguito all'incidente del 3 luglio 1988.
In un articolo pubblicato da Newsweek il 13 luglio 1992, i giornalisti John Barry e Roger Charles affermarono che il capitano Rogers agì con negligenza e senza mettere in atto la dovuta attenzione; in aggiunta accusarono il governo degli Stati Uniti di un tentativo di insabbiamento della vicenda, ma l'ammiraglio W. J. Crowe confutò quest'ultima affermazione.[10]
L'organizzazione non governativa International Strategic Studies Associationdiffuse una relazione nella quale l'invio nel Golfo Persico di un incrociatore AEGIS era definito "irresponsabile" in quanto era probabile che sia l'elevato costo operativo della nave che il comportamento tendenzialmente aggressivo del suo capitano abbiano giocato un ruolo importante nella genesi dell'incidente.[5][30]
Nel 1991, durante il programma televisivo Nightline, l'ammiraglio William J. Crowe, contrariamente a quanto sostenuto dalla US Navy, ammise che il Vincennes si trovava in acque territoriali iraniane quando lanciò i missili,[31] fatto che era già stato comprovato nel dicembre 1988 da una relazione dell'Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile (ICAO).[5]
David Carlson, il comandante della Sides, la nave militare che affiancava il Vincennes nelle operazioni di pattugliamento del Golfo Persico, definì l'attacco all'Airbus dell'Iran Air come "il tremendo apice dell'aggressività del capitano Rogers, già mostrata quattro settimane prima dell'incidente". Questo commento si riferiva agli incidenti avvenuti il 2 giugno 1988, quando Rogers, durante le operazioni di ricerca di una nave mercantile, aveva condotto il Vincennes troppo vicino ad una fregata iraniana, aveva fatto avvicinare un elicottero in perlustrazione a meno di 4 km da una motovedetta iraniana (nonostante le regole di ingaggio richiedessero una distanza minima di 6,5 km) e aveva ordinato di aprire il fuoco contro alcune piccole navi militari iraniane. In merito a quest'ultimo evento Carlson aggiunse: "Perché un incrociatore AEGIS ritenne di dover aprire il fuoco contro delle piccole navi della marina iraniana? Non fu una cosa intelligente, in quanto esse si erano mostrate inoffensive e stavano tenendo un comportamento corretto".[32] Carlson raccontò anche che quando Rogers comunicò al Comando militare che stava per sparare contro l'aereo ne rimase sorpreso tanto da dire agli ufficiali vicino a lui "Perché? Cosa diavolo sta combinando?": infatti l'aereo stava chiaramente salendo di quota ed aveva già raggiunto i 7.000 metri, tuttavia pensò che forse il Vincennes avesse maggiori informazioni, ma non immaginò che invece Rogers aveva erroneamente valutato la traiettoria dell'aereo.

Comunicazioni radio

Durante il volo l'Airbus, utilizzando le normali frequenze riservate all'aviazione civile, era sempre rimasto in contatto radio con i diversi servizi di controllo del traffico aereo e aveva effettuato una comunicazione in inglese con Bandar Abbas Approach pochi secondi prima che il Vincennes lanciasse i missili. Secondo l'indagine condotta dalla US Navy, il Vincennes non disponeva di attrezzature idonee per monitorare le frequenze civili ma era in grado di sorvegliare solamente la frequenza internazionale di soccorso aereo. Successivamente le navi da guerra della Marina degli Stati Uniti operanti nel Golfo Persico furono dotate di radio VHF e furono autorizzate ad accedere alle informazioni riguardanti i piani di volo degli aerei di linea.
Il rapporto ufficiale ICAO stabilì che il Vincennes tentò per dieci volte di entrare in comunicazione con il volo 655, sette volte su frequenze militari e tre su frequenze commerciali, ma siccome queste chiamate erano rivolte ad un "velivolo iraniano non identificato in avvicinamento alla velocità di 350 nodi" (la velocità al suolo rilevata dal radar), non potevano essere comprese dai piloti dell'Airbus iraniano, in quanto sui loro strumenti essi leggevano quella che era la loro velocità equivalente, pari cioè a 300 nodi, la qual cosa probabilmente li portò a pensare che la comunicazione fosse diretta ad un altro velivolo.
Una ulteriore indagine internazionale concluse che l'equipaggio dell'Airbus potrebbe aver pensato che le tre chiamate effettuate dal Vincennes prima del lancio dei missili fossero dirette ad un P-3 Orion iraniano che stava volando nella zona.

Probabili concause

  • L'equipaggio del Vincennes non riuscì a consultare con efficacia gli orari dei voli di linea in quanto non si sapeva con certezza con quale fuso orario fossero redatti. L'aeroporto di Bandar Abbas, dal quale decollò l'aereo, era situato in una zona di fuso orario differente da quello del Vincennes, che utilizzava per le operazioni il fuso orario del Bahrain. Secondo quanto dichiarato dal sergente Andrew Anderson, il primo ad aver scorto l'Airbus iraniano sui radar, "il Centro di Comando era buio e le poche luci a disposizione tremolavano ogni volta che il Vincennes sparava contro le navi iraniane". Probabilmente fu questo il motivo per cui il volo 655 non fu trovato nella lista dei voli di linea in possesso della US Navy.[33]
  • Un P-3 Orion iraniano aveva sorvolato la zona qualche minuto prima dell'attacco.[23] Questa potrebbe essere una spiegazione del perché non furono rilevate tracce radar del volo 655,[34] anche se in alcuni rapporti si legge che l'Airbus fu rilevato dal radar del Vincennes già dopo il decollo, quando si trovava ancora ad una distanza di 47 miglia (76 km).[4]
  • L'equipaggio del Vincennes operante nel Centro di Controllo dichiarò che la traiettoria dell'aereo era ascendente e discendente allo stesso tempo. Sembra che questo sia accaduto perché la traccia radar originale dell'Airbus, la numero 4474, era stata sostituita dalla traccia del Sides, la numero 4131, e il computer le identificò come una e unica. Poco dopo, la traccia 4474 fu riassegnata ad un A-6 Intruder americano che a diverse centinaia di miglia di distanza stava scendendo di quota. A quanto pare non tutto l'equipaggio presente nel Centro di Controllo si rese conto che il numero della traccia venne modificato dai loro computer.
  • C'è chi sostiene che il Vincennes era impegnato in un'operazione che utilizzava una nave da carico esca per attirare un cannoniere iraniano in un combattimento; tuttavia tali affermazioni furono smentite dall'ammiraglio Fogarty in un'udienza davanti alla Sottocommissione di investigazione per le Forze Armate tenutasi il 21 luglio 1992. Venne inoltre escluso che il Vincennes fosse stato chiamato in soccorso da una nave mercantile che era stata attaccata da un cannoniere iraniano, ma fu piuttosto la nave iraniana ad essere attaccata dagli elicotteri all'interno delle proprie acque territoriali.[35] Le vere ragioni per le quali il Vincennes intraprese un conflitto a fuoco con la nave iraniana non sono mai state chiarite.

Riconoscimenti

Tutti i membri dell'equipaggio del Vincennes furono decorati con il Combat Action Ribbon per la loro missione nel Golfo Persico. Lustig, il cordinatore per la guerra aerea, ricevette la Navy Commendation Medal, di solito consegnata per atti di eroismo o di servizio meritorio. Secondo History Channel, la medaglia fu assegnata per la capacità di "completare rapidamente e con precisione la procedura di tiro"; tuttavia, nel 1990, il Washington Post affermò che il riconoscimento riguardava l'intera missione, durata in tutto quattro anni. Nel 1990 Rogers fu insignito della Legion of Merit "per la condotta eccezionalmente meritoria nell'esecuzione del suo servizio di ufficiale comandante ... dall'aprile 1987 al maggio 1989." Il premio gli fu assegnato per il suo servizio come Ufficiale Comandante del Vincennes ma la citazione non fa menzione dell'abbattimento del volo 655. La Legion of Merit è spesso assegnata ad ufficiali di alto rango dopo il completamento di incarichi particolarmente difficili e/o per l'ultima missione eseguita prima del pensionamento.

Conseguenze

Il governo degli Stati Uniti espresse rammarico per la perdita di vite umane, ma non ammise mai di aver commesso errori né si assunse alcuna responsabilità e non presentò mai scuse ufficiali al governo iraniano, il che provocò la reazione del governo iraniano con la distruzione in aria del volo Pan Am 103.[6]
Nel febbraio del 1996 gli Stati Uniti accettarono di pagare all'Iran 131,8 milioni di dollari per risolvere il contenzioso intrapreso dal governo iraniano presso la Corte Internazionale di Giustizia;[27] 61,8 milioni di dollari furono devoluti a titolo di risarcimento per i 248 iraniani rimasti uccisi (300.000 dollari per ogni vittima lavoratrice, 150.000 dollari per le altre), mentre non fu rivelato come furono ripartiti i rimanenti 70 milioni. Un ulteriore risarcimento fu versato per le 38 vittime non iraniane. Il pagamento dell'indennizzo è stato esplicitamente considerato dagli Stati Uniti su base ex gratia, cioè a titolo di favore, senza quindi nessuna assunzione di responsabilità.
L'incidente rese difficili le relazioni USA-Iran per molti anni. Dopo l'attentato al volo Pan Am 103, avvenuta sei mesi dopo, i governi britannico e americano accusarono inizialmente il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale, un gruppo militare palestinese sostenuto dalla Siria e dall'Iran, di aver agito in rappresaglia per il volo Iran Air 655. In seguito fu determinato che i mandanti furono i servizi segreti libici, anche se poi tale accusa non si è mai rivelata fondata.[36]

1 commento:

  1. La triste verità è che fin dai tempi del Jumbo Sud Coreano abbattutto da jet russi perchè, causa guasto ai sistemi di navigazione e radio era entrato nello spazio aereo sovietico, al caso deigli spericolati cowboy del Prowler che tranciò il cavo della funivia del Cermis, nessun funzionario, civile o militare è mai stato punito per aver causato la morte di qualche decine o centinai di civile.

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