mercoledì 4 dicembre 2013

GLI USURPATORI - PORCELLUM - CINESI - MADE IN ITALY - DAVVERO, A CASA, TUTTI

NEMICI DELLA COSTITUZIONE "...sono insorti dubbi circa la Sua osservanza in ogni occasione della Costituzione della Repubblica Federale Tedesca e delle sue leggi. Si procederà tra breve ad un colloquio con Lei al riguardo... Mi ha detto di non preoccuparmi: non era questione di inquisire le mie opinioni, perché la cosa sarebbe anticostituzionale..." iniziava così il libro di Peter Schneider "Nemico della Costituzione" un libro del 1975, giunto in Italia nel giugno di due anni dopo, nel vivo di un altro fremente periodo durante il quale era stato agevole individuare come "nemici della Costituzione" tutti i non allineati ai diktat "diplomatici" dei partiti cosidetti "dell'Arco Costituzionale", i giovani alternativi, coloro che, in Autonomia, non si riconoscevano nei quadri delle sinistre omologate sotto tessere di comodo e facile collocamento (non collocazione, collocamento...). Oggi la Corte omonima proclama l'incostituzionalità della vigente legge elettorale. La Corte si esprime (dopo qualche legislatura...) giuridicamente su ciò che il buonsenso e la logica avevano già denunciato come incoerente già etimologicamente con il concetto di "democrazia". Il "Premio di maggioranza" una bestialità da vera dittatura di vero Terzomondo viene definitivamente classificato un imbroglio, la negazione della rappresentatività dell'elettorato. Ma non è che la Politica ha processato sè stessa per una qualche etica. No, è un cittadino, il sig. Aldo Bozzi che - giacché avvocato
ha potuto incaponirsi in proprio senza dilapidare una fortuna o esser dissuaso - che, sentitosi leso nei propri diritti ha iniziato una battaglia legale nei confronti dello Stato. Si può reagire. SI PUO' VINCERE. ANCHE CONTRO QUESTI MECCANISMI PERVERSI E VISCHIOSI. Chi sono quindi, oggi, a tutti gli effetti, i veri Nemici della Costituzione? La democrazia ridotta da costoro ad un collutorio, qualcosa con cui sciacquarsi la bocca, e poi sputare. Si possono definire USURPATORI? E' un pò arcaico ma pertinente, direi. I non eletti, i Senatori a vita, i Presidenti "ad vitam" e non "pro-tempore", i compagni di merende, A CASA, ANDATEVENE, SIETE COME DEGLI IMBUCATI AD UN RINFRESCO, INUTILI E NOCIVI.


 PRATO A Prato stamani parlavo con un amico e collega della questione dell'incendio nella fabbrica del Macrolotto.
Avevo ancora negli orecchi le solite, ammuffite, tardive manifestazioni dei politici di professione sui soliti sfruttamenti di migranti, riduzioni in schiavitù, appelli e moniti di un Napolitano che mai - al pari dei suoi Ministri e portaborse - si è degnato di dare un qualsivoglia segnale di - non dico rigore - presenza dello Stato (inteso come realtà della Pubblica Amministrazione, non come coacervo di cittadini, concetto ormai purtroppo dimenticato) e della sua e delle sue Autorità in quel caos conosciuto a tutti i pratesi, imprenditori e non, a tutti fiorentini, campigiani,calenzanesi, sestesi, ecc. ovvero che la stragrande maggioranza delle aziende cinesi in Toscana (fatta eccezione per alcune, ma sinceramente credo una modestissima percentuale)in realtà utilizzano per sistema il concetto della "ospitalità (mi si passi) della manovalanza " all'interno dei capannoni. Ma chi si scandalizza di tale fatto non conosce le realtà del lavoro nei paesi dell'Estremo Oriente, dove si lavora giorno e notte,dove i chioschetti della zuppa sono in funzione a tutte le ore, non certo per i turisti, che bevono solo acqua minerale in bottiglia.... O ne ha la comprensione della Ministra Bonino, quella signora tanto esperta di usi e consuetudini e per niente vendicativa che nel 1997, essendo stati cacciati i propri cameramen dalla sezione femminile dell'ospedale di Kabul (operatori uomini in reparti femminili in Afghanistan..., fate voi...), decise di sospendere gli aiuti umanitari e tagliò i fondi destinati a quel Paese... I Paesi dell'Estremo Oriente son quelli cui la Bonino, con i finanziamenti CEE degli anni '90, ha indirizzato le aziende di tanti dei pratesi figli di papà che - annoiati dal lavoro tra le pezze e i rocchetti di filati - erano indecisi tra il far produrre a quattro lire le camicie da quei pezzenti di Vietnamiti e il mettersi a speculare con la finanza spazzatura o addirittura aprire loro stessi banchette d'affari a scala locale...Ci si stupisce che in Bangladesh lavorino pei Benetton in condizioni subumane (sono incivili e selvaggi!) in Italia è la stessa cosa, vengono riprodotti i modelli "di successo". Solo che le regole vengon fatte valere solo per l'impresa italiana. E tutti lo sanno, tutti hanno un mozzicone incandescente in mano. Tutti i signori delle istituzioni. Alessandro, che sul lavoro sa coniugare una odiosamente raffinata - ma mai leziosa - padronanza delle tecnologie garfiche più avanzate ad una sensibilità verso gli aspetti più intimi delle attese della committenza di un progetto architettonico, mi descriveva con la fiaccolata cui aveva partecipato. Alla mia smorfia (non riesco ad esser diplomatico, ormai ho una certa età, è inutile che dissimuli più di tanto, la mia opinione è piuttosto direttamente palesata dalla mia mimica) ed al mio commento sul conformismo e l'inutilità, anche l'ipocrisia farisaica di tali manifestazioni mosse dalle stesse realtà politiche e associative che sul territorio dovrebbero vigilare mi ha fatto notare che quella cui aveva assistito non era di quelle, era stata una vera cerimonia. La sua partecipazione era stata alla fiaccolata della comunità cinese... Avvertito da un cliente, per l'appunto cinese,
ed invitato alla cerimonia di quella comunità si era ritrovato in un contesto affatto omologato e presenzialista, si era ritrovato immerso in una atmosfera di sacralità, in cui erano riaffiorate le ritualità e le notazioni spirituali dell'Oriente più antico, coi suoi simboli e - appunto - i suoi rituali, un saluto a delle anime e non una propaganda di pagliacci. Un modo onorevole e dignitoso di trovarsi faccia a faccia con il dolore. Non si era trattato - in quella situazione - di una comparsata coi soliti noti e i gagliardetti, di circostanza come le dichiarazioni. Col cellulare aveva registrato una parte delle litanie di queste donne officianti, ascoltarle mi ha portato in un'altra dimensione, la stessa della sacralità della postura dell'uomo della prima foto, inginocchiato davanti al portone di un capannone devastato. Questa fiaccolata, con i cori delle donne cinesi in costume tradizionale, per me è degna di rispetto e la mia non è esotica fascinazione. Sono grato ad Alessandro per questo frammento di civiltà, che non è assoluzione per negligenze e colpe, in mezzo a tanta squallida cinica ed indifferente speculazione e conformismo.


 IL PRODOTTO ITALIANO Confindustria perde un'ulteriore occasione, con la sua golaprofonda Squinzi, di tacere. Incapace di gestire i propri associati, ridotta a contenitore di vuoto pneumatico quanto a capacità d'impresa (il suo fiore all'occhiello sembra essere il famigerato gioco d'azzardo, assurto magicamente a ruolo d'impresa dall'essere vizio e sfascio...)Confindustria si scaglia contro Nunzia De Girolamo (di destra o sinistra ormai niente più significa, guardiamo ai fatti e ai gesti) l'unico Ministro della Nazione che abbia avuto gli attributi (donna...) di almeno fisicamente opporsi al Brennero alla demenza delle norme europee che penalizzano le produzioni agricole italiane. Confindustria che dovrebbe difendere i produttori (stando all'etimologia) in realtà si schiera con la catena commerciale...boh, siamo noi che non capiamo o sono degli imbecilli loro? Visto come va avanti l'attività produttiva e visto i bei soggetti che ci ha proposto l'imprenditoria (Tronchetti Provera, Corrado Passera - quello che vendette apparecchiature elettroniche obsolete alle Poste Italiane e ne divenne successivamente addirittura il Presidente, poi Ministro con Monti, un altro genio - la Marcegaglia, il grande Ligresti che acquistò [parola grossa eh, "acquistò"!!!] nientemeno che la Richard-Ginori... ecc. ecc.) la risposta è facile, sono imbecilli loro. Ma anche noi, che continuiamo a tollerarli, per la speranza di un qualche miserrimo ritorno da sudditi sottomessi.

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