martedì 17 settembre 2013

" L'ORGOGLIO ITALIANO " - IL PAESE DEI CAMPIONI NELL'EMERGENZA

Il paese dei campioni e degli eroi, il paese dei maestri e delle grandi imprese, dei grandi statisti e dei grandi economisti.
La avvenuta "rotazione" del Costa Concordia sarebbe un "orgoglio italiano".
Ascoltando le dichiarazioni odierne di Enrico Letta in merito al "raddrizzamento" del Costa Concordia dal premier definite nientemeno che una dimostrazione dell'eccellenza e competenza italiche verrebbe da dimenticare che si tratta di un evento reso necessario, indispensabile, per ovviare alla criminale incompetenza e stupidità tutta istituzionale dimostrata dal comandante Schettino, l'uomo del "..torni a bordo, cazzo!...".
Verrebbe da inorgoglirsi quasi, di fronte alla "titanica impresa" (così la definisce, generoso, qualche cronista anglosassone) che tutti quanti noi (se mettiamo per un momento da parte le vittime vere) ci troviamo a finanziare, mica crederete che qualcuno oltre ai contribuenti pagherà mai un euro , vero? Un pò come la storia dei ricorrenti sequestri di milioni di euro qua e la, di volta in volta a malavitosi o a imprenditori (vedasi la storia infinita dei Riva dell'ILVA di Taranto) furbacchioni se non delinquenti. Quei milioni sono di semplice inchiostro da stampa, ma stampa di articoli di quotidiani, non di banconote...
L'Italia è da molti anni ormai il paradiso degli eroi delle emergenze, dimenticando che nelle emergenze l'eroismo è generalmente a buon mercato - non è un paradosso disfattista - l'eroismo vero è quello, quotidiano, del far le cose per bene, del barcamenarsi tra le leggi create e modificate ed interpretate solo per favorire furbi e delinquenti, e per distruggere il senso comune. Il buonsenso avrebbe imposto almeno una minima moderazione ma il premier Letta ha bisogno di esibire una competenza a 360° che non è purtroppo di questi luoghi. Nè di questi burocrati.
E' purtroppo - questa vicenda - l'ennesima dimostrazione delle due Italie in campo: quella che disfà e quella che rimette in piedi.
Tecnici competenti hanno svolto il proprio lavoro, non servono trionfalismi, non si dimostra niente, non è questione di "eccellenza" semplicemente è stato svolto un compito in modo corretto, è altra cosa dalla stupidità, dalle manovre di avvicinamento alla costa, della contaminazione di Venezia da parte delle navi da crociera, dalla tolleranza tacita alla trasformazione del concetto di crociera in voyeurismo da poltrona, con viaggiatori che quasi nemmeno scendono più a terra ed "ammirano" le varie tappe del viaggio dalle poltroncine sui ponti della nave.
Stessa distanza dalla realtà l'avevo letta ieri l'altro su La7  nel corso della trasmissione serale della Gruber, nell'intervento esterno di Massimo D'Alema, mister simpatia, uomo la cui tracotanza è superiore solo alla sua falsità. Il cosidetto Lìder Maximo rivendicava nientemeno che i meriti in materia di debito pubblico dei vari governi di centrosinistra, dimenticando forse la stupenda esperienza dell'89 allorché (premier Andreotti) il "comitato Spaventa" potenziato dell'apporto di un genio della finanza come il prof. Mario Monti riuscì a far impennare debito pubblico quasi del 44,53% e spesa pubblica  del 45,90%. Il D'Alema rivendicava anche la "grande" prova dell'esperienza balcanica, una delle prime occasioni davvero vistose per mettere in pratica i principi delle "guerre umanitarie", qualcosa di non molto diverso da quello che - ai tempi di quella guerra del Viet-Nam che in gioventù aveva contestato - veniva definito "distruggere un villaggio per salvarlo", citando le parole di un altro - ai tempi giovanili - contestatore: quel John Kerry che, reduce e testimone per davvero della guerra (che D'Alema mai ha provato) davanti ad una commissione del senato americano, forse mai avrebbe immaginato in futuro di trovarsi proprio lui a soffiare sulle braci di altre "missioni" militari ed interventi armati per "salvare" civili oppressi, in paesi diversi dal suo...
Rileggetevi la lettera di quel ragazzo, quell'alpino morto in Afghanistan nel 2010, Matteo Miotto, leggete le parole ed i giudizi che quel ragazzo dava di quel popolo, giudizi non solo di carattere militare ma morale, di ambito etico.
Quanti falsi eroi, quante emergenze, quanti teatranti, che si nascondono in mezzo ad uomini veri, con sentimenti e dignità.

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