mercoledì 6 marzo 2013

UNO STATISTA


La folla ai funerali di Hugo Chavez, "dittatore", come piace definirlo ad alcuni,   del libero Venezuela.
...Perché non c'è soltanto la CRISI, perché talvolta  (assai di frequente) è consigliabile allontanarsi un poco per avere una prospettiva migliore, più completa, di quelli che sono accadimenti vicini, per non perdere il quadro d'insieme, per ricordare anche che ci sono alternative, anche in quelle "periferie" di mondo delle quali ignoriamo la storia, le tradizioni (che non sono folklore o "sapore" ethno), gli uomini, 
così come apprendo oggi da un amico di sinistra che il Presidente Chavez  (con un patrimonio elettorale del 63%  di consensi alle votazioni del 2006 ) sarebbe stato niente più che un dittatore (il popolo venezuelano abbinava all'opposizione il concetto di oligarchia....) ...
per ricordare che altri uomini sono stati di volta in volta terroristi e dittatori e tiranni - dal nostro augusto  ed autorevole punto di vista - unicamente perché non allineati ai diktat di un modello socio-politico che in realtà era soltanto economico (vi siete accorti che non si parla più, nella direzione dei "paesi in via di sviluppo" di proporre modelli sociali ma "modelli economici di sviluppo"?) ma di una economia "malsana" di modelli finanziari che di virtuoso e di etico hanno perduta ogni connotazione?
Vi siete accorti che più questi paesi per l'appunto "in via di sviluppo" sono stati forniti da Nostro Signore di risorse naturali (che per forza vanno condivise ovviamente... a vantaggio delle famose sorelle, magari...) più il mondo "progredito" si sente in dovere di aiutarli ad uscire dalle tenebre della preistoria?!
La bara del Presidente Hugo Chavez, come ben si vede ha il coperchio di cristallo, come fanno i nostri "corrispondenti" a dire che nemmeno c'era il suo corpo?
Forse volevano vederlo crivellato e profanato come quelli di Che Guevara o di Gheddafi.

qui sotto un link per ulteriori informazioni - sicuramente di parte.... le definirebbero "corripondenti" della levatura della Giovanna Botteri (RAI) - informazioni comunque, fatti, da conoscere, prima di tranciar sentenze da 10.000 km di distanza.






La Storia ci ricorda altri grandi uomini, in quelle lontane terre sudamericane, lontane ed insanguinate, grasse, da sempre, perché ci sono stati uomini che il sangue l'hanno versato, per idee e per indipendenza, ricordiamo anche loro, in un momento così arido, lugubre, quale quello che ci propongono i Monti, i professori che improvvisamente, sulla via di Damasco (non è un caso se cito Damasco...) iniziano a ravvedersi, come il buon Marco Revelli dell'università Piemonte Orientale che argomenta di "partiti terminali" i cui referenti hanno perduto il contatto con la realtà, non tanto della propria base quanto della vita reale, complici ormai del più articolato sistema di signoraggi e di affarismi di cui le Grandi Opere Infrastrutturali sono il tema più appetito, strumento e veicolo dell'indebitamento di generazioni a venire, in una logica che non è più nemmeno di prevalenza  politica ma unicamente un disegno di macelleria socio-economica che ha per risultato a breve termine  la perdita  di rappresentatività di qualsivoglia ideologia, ed a più ampio respiro una complessiva soggezione (assoggettamento) alle non-regole di una finanziarizzazione degli stati. Una Europa economica a fronte di una Europa politica mai nata, ricordate che in Libia,  nel marzo 2011  all'indomani della ricorrenza (coincidenze) dei fatti di Bengasi del 2006 (i morti ammazzati per proteggere il consolato italiano dopo la maglietta del Calderoli...), veniva messa in piedi la Central Bank of Benghazi  banca del Consiglio Nazionale Transitorio, ben prima della Guerra a Gheddafi ed alla Jamahiriya veniva creata la banca che avrebbe - tra i tanti - drenati i denari dei fondi sovrani di quel paese. La Banca (privata) prima dello Stato, è questa la nuova politica.

Aggiungo un breve commento su Chavez, ricavato da un altro blog, un blog decisamente "pesante" quanto a qualità ed attendibile, anche per i contenuti ed i contributi di informazioni di cui l'autore dispone, quando non è personalmente sul campo a "vivere" gli eventi (e il non esser sul campo gli è accaduto di rado, a quanto so...). E' il commento di un qualcuno che - a differenza dei cronisti e dei corrispondenti mercenari - quel paese l'ha veduto davvero...

Hugo Chávez è un demonio. Perché? Perché ha alfabetizzato due milioni di venezuelani che non sapevano né leggere né scrivere pur vivendo in un paese che possiede la ricchezza naturale più importante del mondo che è il petrolio.
Io ho vissuto in quel paese per qualche anno e so molto bene come era. Lo chiamano “Venezuela Saudita” a causa del petrolio. C’erano due milioni di bambini che non potevano andare a scuola perchè non avevano i documenti. Poi è arrivato un governo, questo governo diabolico, demoniaco, che fa cose elementari come dire: “I bambini devono essere ammessi a scuola con o senza documenti”.
Era la fine del mondo: ecco una prova del fatto che Chávez è un cattivo, un cattivissimo. Visto che possiede questa ricchezza, e che grazie al fatto che a causa della guerra in Irak il petrolio è carissimo, lui vuole approfittarne a fini di solidarietà. Vuole aiutare i paesi sudamericani, specialmente Cuba: Cuba gli manda i medici, lui paga con il petrolio. Ma anche quei medici sono stati una fonte di scandalo. Dicono che i medici venezuelani erano furiosi per la presenza di quegli intrusi che lavoravano nei quartieri poveri. Al tempo in cui io vivevo là come corrispondente di Prensa Latina, non ho mai visto un medico. Adesso invece i medici ci sono.
La presenza dei medici cubani è un’altra prova del fatto che Chávez sta sulla Terra di passaggio, perché appartiene all’inferno. Per questo, quando leggiamo le notizie dobbiamo tradurre tutto. Il demonismo ha quest’origine, per giustificare la macchina diabolica della morte.




Si, davvero, allarghiamo un pò le nostre vedute, cambiamo prospettive e vedrete che il nostro "orticello" riacquisirà un poco di significato, in una scacchiera più ampia, perché anche l'ansia, l'angoscia, la paura sono strumenti per sottomettere, insieme all'ignoranza ed alla presunzione che in genere vanno a braccetto, come ha scritto da qualche parte un saggio (io)... altrimenti pensate pure che "i cattivi del mondo si stringono intorno alla salma di Chavez" come piace argomentare dottamente a tanti "corrispondenti" (corrispondenti nel senso etimologico del corrispondere, aderire, all'opinione di qualcun altro) degli organi di informazione, loro sì, davvero strumenti di un qualcosa di maligno, una infrastruttura distorta. E con soggetti come l'ex direttore TG1 Gianni Riotta già pigmalione di Saviano (già Manifesto, poi Corriere della Sera da New York, oggi La Stampa on-line, La Stampa, l'organo di propaganda FIAT ai tempi della guerra ad Enrico Mattei), incorporati in lobby internazionali come il CFR, qualcuno ha anche e ancora il coraggio di parlare di "complottismo", di "cospirazionisti"....Bah, davvero la LOGICA dalle nostre parti è defunta, e ben prima di Hugo Chavez!!!



11 commenti:

  1. Chàvez me lo ricordo alla sua prima campagna elettorale, alla fine dell'estate del 1998. Ero a Caracas e questo pseudo militare che arringava la folla a bordo di camionette verdi non mi piaceva per niente. Mi faceva paura. Allora non aveva alcuna ideologia, prometteva solo di cambiare le cose e di cose da cambiare in Venezuela ce n'erano proprio tante. Poi tornai in Italia e non ho mai visto la Caracas chavista in presa diretta. Ma ho continuato a seguire la politica venezuelana dall'Italia. Dopo essersi aggiudicato il sostegno della classe media, che nel 1998 lo votò in massa, Chàvez ha iniziato la sua politica vera e ha fatto cose che iniziavano a piacermi, come quelle già citate, dall'alfabetizzazione delle masse al diritto alla salute per i poveri. Non penso che Chàvez sia stato un dittatore, né tanto meno il demonio. Ma c'è ancora qualcosa che non mi convince in lui: la sostanziale sospensione della democrazia con le modifiche alla costituzione e l'occupazione dei mezzi di informazione; la politica estera, che lo ha visto stringere patti con personaggi molto discutibili pur di raggiungere i suoi scopi, né più né meno di quello che i tanti odiati Usa hanno sempre fatto in giro per il mondo; e infine la politica economica, basata su questioni ideologiche sacrosante come la nazionalizzazione delle imprese strategiche per il Paese, ma gestita poi con troppa faciloneria e poco senso pratico.

    Detto questo, rimango convinta che i popoli analfabeti del Sudamerica abbiano bisogno di capi carismatici. Una visione che giornalisti e intellettuali occidentali non riescono a capire. Ma penso anche che, se la "rivoluzione" riesce davvero, arriva il momento in cui il popolo non ha più bisogno del capo e la democrazia debba essere ripristinata. Se il chavismo sopravviverà a Chàvez il Venezuela sarà il primo Paese veramente libero dell'America Latina.

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  2. Sicuramente significativo è il conoscere, approfondire le vicende di un paese in un percorso accademico, sui libri, è ovvio che altra cosa è il percepirne la Storia, quella con la maiuscola, vivendone le vicende attraverso rapporti, frequentazione, amicizie, perché no anche amori, le cose della vita insomma con tutto il corollario di disillusioni e problemi del quotidiano, di imperfezioni (e qual'è il sistema perfetto e non ipocrita? Il nostro?) e disillusioni ed utopie che ne fanno parte.
    E' ovvio che la “demonizzazione” di cui parla la voce narrante sul mio post è una sarcastica citazione delle opinioni diffuse sul Chavez da una opposizione di cui tutto si può dire fuorché sia orientata verso il popolo, prossima com'è e sostenuta com'è dai “poteri forti” del mondo del petrolio, dalla Corona Inglese (si, proprio i Windsor...) agli eredi delle “7 sorelle”.
    E' evidente come le “cattive frequentazioni” cui allude sprezzantemente la “giornalista” RAI (meglio sarebbe dire propagandista) Giovanna Botteri da Caracas descrivendo statisti “non allineati” (una volta si chiamavano così), sono quelle cui anche Tu Ti riferisci (Ti prego, se vorrai – e spero di si – continuare a dialogare, per semplicità inventati un nome, ho difficoltà a parlare senza poterle abbinare un volto, una figura, ancorché di fantasia, uomo, donna, giovane, boh...) e credo con un po' di disinformazione, spero non di faziosità. Un esempio è il presidente Ecuadoregno Rafael Correa, riconfermato in elezioni il 18 febbraio scorso (suo antagonista un banchiere...) un altro il presidente Mujica Cordano dell'Uruguay (quello che gira in maggiolino anni '70), un altro è Ahmadinejad, fino a prova contraria appoggiato dalla maggioranza della sua nazione (anche se a qualcuno - che l'ha da tempo iscritto nel novero degli stati canaglia, degli obiettivi di destabilizzazione globale, delle bramosie energetiche e finanziarie – ciò rode), un altro che egli ha sostenuto è stato notoriamente Gheddafi, soggetto certamente controverso ma sicuramente statista africano di spicco da un trecento o quattrocento anni a questa parte. Il Gheddafi ammazzato né più né meno che il Presidente Allende nel 1973 in Cile, il Gheddafi del Fondo Monetario Africano, il Gheddafi tradizionalista e propugnatore di un Islam rivoluzionario inviso ai rigoristi Wahabiti di Riyad ed avversato dai Qaedisti di Guantanamo.
    No, questi paesi, queste situazioni vanno vissute, non possiamo farceli raccontare da gente come la Botteri, ansiosa di tornare al più presto alla sua aria condizionata di N.Y., attenta solo a scoprire se il feretro è vuoto o se c'è la salma, ignorando qualsiasi cosa abbia attinenza con le ritualità, che squallore di gente!...per le cattive compagnie Ti raccomando la lettura del mio LIBIA IL NAUFRAGIO DELL'EUROPA è un e.book che con poco più di 2 euro puoi acquistare su Amazon e che forse con presunzione ma Ti assicuro – sul campo – parla di molte cose relative al confronto tra questi due mondi, uno della tradizione (che non è atavismo) ed uno della “crescita” senza fine che è folle utopia. Prima di tranciar sentenze ed etichettare pezzi di Storia (di quella vera, non di quella accomodata su Wikipedia) sulle informazioni “partigiane” meglio parlare con chi le cose le ha vedute e vissute.
    Emilio

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  3. Il fatto che un capo di stato sia appoggiato dalla maggioranza del suo popolo non vuol dire che applichi politiche giuste e condivisibili. Anche Hitler e Mussolini erano appoggiati dalla maggioranza dei loro cittadini, ma questo non vuol dire che siano entrati nella Storia con la esse maiuscola come degli eroi. Continuo ad essere convinta che, con tutti i suoi difetti e imperfezioni, la democrazia sia il migliore dei mondi possibili. E Ahmadinejad e Lukashenko non hanno certo metodi democratici.

    Riguardo al parlare con chi le cose le ha vedute e vissute: è proprio per questo che parlo di Chàvez, perché il Venezuela (un po') lo conosco. Eppoi ci sono tanti modi per conoscere le cose. A volte se siamo troppo vicini non si riesce a vedere bene l'insieme.

    P.S. In verità io mi sono firmata con nome e cognome. Le rare volte che parlo e che commento lo faccio mettendoci la faccia :)

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  4. Scusa Valentina, avevo equivocato mi aveva dato Anonimo ed ero in difficoltà per questo, invece il Tuo nome ( e cognome) era ben chiaro...touché

    mentre quanto a ciò che dici, davvero Ti suggerisco per quanto riguarda Chavez , di dare un'occhiata ad un sito ben più "pesante" sull'argomento e documentato del mio
    operamundi.uol.com.br/conteudo/babel/27651/50+verdades+sobre+hugo+chavez+y+la+revolucion+bolivariana.shtml

    per quanto riguarda per l'appunto il Tuo suggerimento sulla miglior prospettiva data dalla distanza, beh, è qualche anno che il sottoscritto argomenta su racconti e saggi proprio di questo "metodo" oltre all'andare sul campo. Quindi, davvero leggiTi qualcosa di mio, Ti renderai conto che - paradossalmente, dato l'argomento del contendere - in questo caso molto vicino hai un interlocutore che sia sul campo che da distanza sa starci e ci sta abitualmente. Anche senza le "griffe" degli aristocratici dell'informazione o della omologata cultura ed opinione di apparato. Dopo le "curiose" opinioni dei mostri sacri Capuozzo e Biloslavo nell'agosto 2011 me ne sono sceso - solo soletto e certo non per denaro - a vedere con i miei occhi cosa stava succedendo in quei paesi del Nordafrica in cui ho amici e conoscenti. Perché certo in molti casi è migliore la prospettiva da lontano (e poi non si rischia niente...cosa non di poco conto) ma in altri casi bisogna aprile certe porte, bisogna vedere coi propri occhi, Cristo non è morto di sonno ma qualcuno prova ancora, e molto spesso, a raccontarcelo. L'Uruguay ha un presidente che si accontenta di 1500 euro al mese o giù di lì ed in luogo di auto blu ha un maggiolino azzurro...non so che prospettiva Tu prediliga, a me piacciono queste di persone, persone vere, non barbagianni imbalsamati che hanno perso il contatto con la realtà del proprio paese.
    Emilio.

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    1. Rieccomi...avevo dovuto lasciare a metà la risposta.
      Non usare in modo demagogico e furbetto il termine "democrazia", rispetto la Tua opinione in quanto tale ma devi riconoscere che di quel termine oggi viene fatto un uso ed abuso notevole, specie dai regnanti - per l'appunto delle aristocrazie della politica - dei governi "occidentali".La democrazia poi non è un pacchetto che si esporta e si impone in casa d'altri, specie con metodi discutibili come quelli di psicopatici della caratura di Bush, o di affaristi e strateghi come Kissinger, Cheney, Rumsfeld, Brzezinski . Ahmadinejad non sarà nemmen democratico come dici Tu ma francamente mi sembra - davvero - l'ultimo dei problemi. E poi che ne sai Tu, ci sei mai stata in Iran? Conosci la cultura di quel paese? Sai cos'era ai tempi dello Scià Reza Pahlevi?
      Che ne sai Tu della Libia, prima durante e dopo Gheddafi? Solo quello che Ti raccontano i media. Poniti questo di quesito semmai. Gheddafi era un bullo un terrorista e si vestiva anche in modo da far apparire Oscar Giannino un Lord Brummel. E questa l'immagine che ne hai? Parliamone se vuoi però - davvero - senza frasi fatte e senza paroline magiche, il tempo del politically correct per il sottoscritto è fuori moda da un bel pezzo.
      No, democrazia non è parolina magica che tappa la bocca a tutti e non basta cambiar nome alle cose per trasformare business in aiuti umanitari e non basta ribattezzare "urgence de proteger" quella che altro non è che una aggressione imperialista inserita in un disegno - quello di AFRICOM - di ben più ampio e datato respiro.
      Emilio

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  5. A proposito di democrazia: si dice che la democrazia sia nata in Grecia. Certo, la Grecia antica dove le donne non contavano nulla, salvo che a fare figli ed occuparsi della casa e che oltre i due terzi erano schiavi. Democrazia come negli USA dove ai neri fu tolto anche il diritto di voto nel 1892 (glielo diede Linconl, ma molti non erano d'accordo) e fino a 45 50 anni (non 100 anni fa) fa vigevano leggi segregazioniste. Democratica e' anche l'Italia che ha tolto a tanti laureati della mia generazione (40 enni o giu' di li)il premio di una vita rispettata e decorosa,quando sono costretti a fare lavori di quart'ordine, ma oltre il danno di non riuscire a costruirsi una vita anche la beffa da parte di quelli "bravi" che c'e' l'hanno fatta che etichettano come "choosy" se vogliono muovere qualche passo in avanti, o "bamboccioni" se da soli non ce la fanno.
    E allora, cara Valentina (mi riferisco a te ma a tutti i democtratically correct) non e' possibile muovere alcuna critica a questi sistemi perche' democratici? Il concetto di difesa della "democrazia" come difesa dello stato di cose esistente?. Non si puo' prescindere dalla premessa che i sistemi "democratici" (leggi occidentali) sono e saranno i migliori del mondo? Lenin ai tempi della I guerra mondiale definiva la democrazia come il miglior involucro dell'imperialismo. Anche oggi non e' un caso i paesi che esportano piu' guerre sono per lo piu' paesi democratici...
    Alessandro

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  6. Caro Emilio, mi hai messo in bocca parole che non ho mai detto. Io non penso che il modello occidentale di democrazia sia da esportare e sono critica quanto te rispetto a questa "brutta abitudine" che hanno gli Stati Uniti. Dico solo che il consenso di massa non fa di per sé un buon governante né uno statista. Io di Ahmadinejad e Gheddafi non ho mai detto le cose che hai scritto tu, né ho mai detto che i tempi dello Scià erano migliori. Ho solo letto libri, non articoli di giornale, di chi non era d'accordo in Iran e penso che anche loro, per quanto minoranza, debbano avere una dignità. Riguardo a Gheddafi, leggiti "Bilal" di Fabrizio Gatti, certo non un giornalista che non aspetta altro di tornare all'aria condizionata dell'hotel, e dimmi cosa ne pensi del trattamento riservato ai migranti sub-sahariani. Tenere conto di queste differenze è la democrazia, in ogni parte del mondo.

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  7. Meno male non sono il solo ad avere interpretato così le Tue parole, avrei pensato ad una senile demenza. Credimi, Valentina - e non equivocare la mia disponibilità al dialogo con la debolezza - alle esperienze riportate preferisco le mie, dirette, e sono oramai ben più di trent'anni che frequento quelle regioni, dove ho rapporti davvero "familiari" (passami il termine, che è il più appropriato) con molte persone con le quali ho avuto di recente, nel 2011, il privilegio di condividere a caldo e sul posto discussioni e riflessioni sui moti nordafricani, dall'interno. Credo che la mail di Alessandro, che Ti precede, risponda al tema democrazia e segregazione (che è sicuramente sullo stesso piano dei migranti cui Ti riferisci e che riguardano tutta l'africa subsahariana e tutti i paesi frontalieri del Mediterraneo, non semplificare per sentito dire... (sai come veniva interpretato da amici arabi il Gheddafi degli ultimi anni ? "...ha abbandonato gli arabi per stare con gli Africani...", pensa un pò, e dietro ci sono azioni vere da statista panafricano, investimenti miliardari in mezzo continente e non per le casse di famiglia ) Ma non vorrei inseguirTi all'infinito su un tema che è diverso da quello iniziale, e sul quale mi spiace non posso condividere le Tue visioni. Le dinamiche mondiali tendono a schiacciare chi non si allinea, vi sono Uomini che a queste non si sono piegati ed uomini che vi soggiacciono per interesse o per paura. I due soggetti rammentati in queste nostre righe non si sono chinati a queste "forze", non hanno cambiato giubba, forse sarà segno di primitività, forse (anzi sicuramente) non ci si allunga la vita, ma a me piace la gente così, un pò all'antica. Ah, ultima cosa, non leggerTi solo le griffe propagandate dalla grande editoria, è come andare in un museo e dire che un Picasso è una straordinaria opera d'arte, troppo facile, il "pittore" devi scoprirtelo da te. Se ti interessa. Altrimenti, va bene lo stesso, questo è il trend, basta esser convinti di quello che diciamo, no? in realtà spesso la gente discute solo per edonismo, non per convincere l'interlocutore.
    Il consenso di massa cos'è per Te? una folla che saluta un feretro, o il 60% alle elezioni (da noi venderebbero la mamma per averlo)? Non Ti vanno bene, allora cosa vuoi? Lumumba sciolto nell'acido?
    Emilio

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    1. Cari Emilio e Valentina.
      Leggo troppe volte dibattiti su cosa si intenda per democrazia, o, almeno, su coma la intende ciascuno, perchè il concetto è davvero astratto....
      Democrazia è libertà per tutti? o forse é un modo per consentire a pochi di decidere la vita di tutti?
      O democrazia è come "speranza" che, come disse un grande ora scomparso, è una parola inventata dai ricchi e dai potenti per fare credere che potrà andare meglio in futuro, adducendo poi mille scuse per far credere che va meno peggio e mantenere quindi lo status quo (ed il potere ed il denaro)...
      E grazie anche alle religioni che di speranza fanno vivere i disgraziati: beati gli ultimi, saranno primi nel regno dei cieli...
      Verso la fine '700, in America, quando si trattava di imbracciare le armi per scacciare gli inglesi, un colono "americano" disse che non vedeva differenza tra l'essere governato da un solo uomo a tremila miglia di distanza o da molti uomini vicini poche miglia. (era un film? forse). E guarda ora come è "ridotta" l'America, dove il 10% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e la ricchezza è concentrata in poche unità percentuali.... un pò come nei nostri paesi europei ad alta democraticità (o si dice democratizzazione?).
      Lo tsunami Berlusconi - Monti (ma non è colpa sua, bensì del "sistema democratico") ha portato anche noi ad avvicinare quel 10% di popolazione che vive vicino alle soglie della povertà...
      Ma non importa: è importante credere che con pochi euri (è plurale: lira/lire euro/euri) al mese si può adottare e quindi "salvare" un bimbo dalla fame, mentre gli altri possono tranquillamente morire, chi se ne frega, l'importante è mantenere lo status quo: denaro e potere ai ricchi, stenti e sissignore ai poveri..
      E poveri sono gli umani del terzo mondo, ai quali rubiamo milioni di ettari di terreno per coltivare il cibo per gli allevamenti di animali, che poi mangiamo noi ricchi, ed ai poveri un c.... niente: che si facciano la guerra tra loro per un tozzo di pane o un pezzo di terra....
      Sono andato fuori tema, come sempre ai tempi di scuola, e mi fermo: benedetti o maledetti i Gheddafi, i Chavez, gli Ahmadinejad, i Castro, le Tatcher, i colonnelli argentini e greci e cileni, i Mussolini e gli Hitler, ma anche gli Andreotti, i Craxi e via e via.
      E speriamo che questo benedettissimo INTERNET ci aiuti a vedere la democrazia più da vicino, fino quasi a toccarla con mano..... Grillo potrebbe forse avere indicato la via per la luce, o forse no! Vedremo.
      Scusate

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  8. Da quello che ho capito: l'occidente e la sua democrazia possono essere criticati (cosa che faccio ogni giorno anch'io anche se a te piace dipingermi come la paladina dell'occidente). Tutto quello che avviene nel sud del mondo invece è incriticabile.

    Detto questo, per me la discussione è chiusa. Non ha senso dibattere con chi mi risponde basandosi su un preconcetto che io non ho mai espresso. Penso che per discutere con una persona bisogna innanzitutto ascoltare e non interpretare etichettando una persona a priori.

    Ma forse il problema forse è il mezzo. Discutere su blog e social network ormai è di moda e pare sia l'unico modo di aprire discussioni. Mi rimetto alle abitudini della massa, come democrazia impone.

    Buon "dibattito".

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  9. ...ci sei andata vicino, ma al solito con una prospettiva eurocentrica, spesso i popoli del "sud del mondo" meno contaminati da una follia cannibalesca che contraddistingue il modello di sviluppo ( per taluni civiltà) nostrano conservano una naturale saggezza, in quella traduzione al contemporaneo di tradizioni (non è un gioco di parole) che alle nostre "opulente" latitudini è scambiato per obsoleti atavismi.
    Guarda un pò come sono provincialotti ed ingenui, laggiù al sud, son rimasti ai tempi delle strette di mano, ai tempi di Attilio Regolo, ma si può mai?!
    Mi spiace se non giochi più, io continuo....
    Se hai tempo (una decina di minuti) guardaTi (a proposito di saggezza, di presidenti e di sud del mondo)questo filmato del discorso al G20 del giugno scorso del presidente dell'Uruguay http://cultura.blogosfere.it/2013/01/jose-mujica-il-discorso-al-g20-del-presidente-delluruguay.html

    Emilio

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