E
così l’illuminato Presidente Mattarella ha – con scelta
brillante ed inaspettata – nominato il Conte Carlo Gentiloni Primo
Ministro e Capo del Governo succeduto alla débacle referendaria
renziana. Così il Conte, che già si era distinto nella veste di
Ministro degli Esteri per acume e fiuto politico – potremmo anche
dire intelligenza – andando ad ossequiare il Nobel per la Guerra
Obama (nessuno ha notato la semplice differenza tra i nomi Osama e
Obama?) e proferendosi ai piedi del Pericolo Pubblico Numero 1 la
psicopatica Hellary alla vigilia delle presidenziali americane.
A
parte la insipienza e la pochezza strategica del soggetto è da
rimarcare la totale sudditanza a quelli che – lui e quelli come lui
– credono i vincenti della Storia (perché la pusillanimità si
associa ai prepotenti, da sempre, ma non è detto che siano loro a
vincere, alla fine).
Gentiloni
è uno di quelli che sulla Siria hanno la coscienza sporca. Per la
sua carica di Ministro degli Esteri non può ignorare la vera genesi
della guerra alla Siria, non può ignorare le alleanze sul campo ed i
doppigiochismi in atto, potete farlo voi, lettori di blog
alternativi, lo possono a maggior ragione gli ingenui che si bevono
le notizie “ufficiali” della stampa blasonata, ma non può farlo
uno come lui. Se lo fa è perché è in malafede oppure non viene
informato dai servizi. Ergo: se è in malafede non ha diritto di
esser Ministro, se non ha informazioni coerenti dai servizi vuol dire
che non ha gli attributi per governare…
E
sulla Siria, sulla Libia Gentiloni ha le idee precise, le ha anche
sul TTIP, basta vedere un po' di sue dichiarazioni servili ad un
recente convegno, gli fa da spalla nientepopodimeno che Giuliano
Amato, il principe delle pensioni d’oro, giusto per ricordarci che
la Casta non muore mai...e la manteniamo noi.
IL RUOLO
DEGLI STATI UNITI
Una funzione di guida
– ha spiegato il responsabile della politica estera italiana –
da esercitare, però, in modo del tutto nuovo rispetto al
passato, anche recente. “E’ una leadership diversa“,
ha rilevato Gentiloni, per il quale “in questo mondo
fatto di tensioni e disordini” le relazioni
transatlantiche sono diventate ancora più rilevanti. A una
condizione però: che sia confermata “la maggiore
condivisione d’intenti” dell’amministrazione Obama,
visto che oggi gli Usa, inevitabilmente, “non si fanno
più carico della sicurezza globale” in modo esclusivo.
Non
si capisce di che genere di superalcolico Gentiloni faccia abuso, per
asserire simili scemenze.
LA STAGIONE
DEL MULTILATERALISMO
Lo scenario
geopolitico globale – ha detto Gentiloni – è ormai
caratterizzato da un nuovo equilibrio. “L’impegno
multilaterale non è un’opzione ma una necessità“,
ha osservato il ministro. Ed è anche su questa sfida – già
ingaggiata da Obama – che si misurerà la capacità degli Usa
di continuare a svolgere il suo ruolo di Paese leader, ma in un
contesto completamente diverso.
Paese
leader in sovvertimenti di governi legittimi, in genere erano nel sud
del mondo, con l’uomo dei droni si è passati all’Europa.
DALL’HARD
AL SOFT POWER
Che questo
cambiamento sia stato avviato dall’attuale inquilino della Casa
Bianca, non ha dubbi Giuliano Amato –
giudice costituzionale, professore universitario ed ex presidente del
Consiglio – intervenuto
anche lui al dibattito al Centro Studi Americani. Secondo Amato,
uno dei principali meriti di Obama consiste nell’aver determinato
“il passaggio dall’hard power al soft power“.
In sostanza – ha spiegato l’ex premier – la prima opzione Usa
per risolvere le controversie internazionali in passato era
rappresentata dall’uso dello strumento militare, mentre oggi non è
più così. Meno
male che ce lo assicura Amato, la sua parola è una garanzia.
“Gli Stati Uniti continuano ad avere la prima
forza militare al mondo” ha dichiarato Amato, “ma
l’amministrazione Obama ha dimostrato di cercare soluzioni
alternative all’uso di quello strumento“.
Soluzioni
alternative? E quali, professore universitario e giudice
costituzionale? Lo domandiamo ai siriani, agli iraqeni, ai libici,
agli ukraini...
UNA “SPECIAL RELATIONSHIP”
UNA “SPECIAL RELATIONSHIP”
Ma in questo contesto
sempre più multilaterale a che punto sono le relazioni Italia-Usa?
“Esiste senza dubbio una special relationship“,
ha spiegato Gentiloni, che ha poi indicato quali fatti, a suo modo di
vedere, confermano la comunanza di idee esistente tra
l’amministrazione Renzi e
l’amministrazione Obama. Innanzitutto “la crisi
siriana“, a proposito della quale l’Italia è stata
“antesignana” della posizione poi assunta
dagli Stati Uniti che il nostro Paese, oggi, sta sostenendo “molto
più degli altri“. In secondo luogo la Libia,
sulla quale “stiamo cooperando con gli Usa”
a tutti i livelli: dal punto di vista “diplomatico,
logistico, d’intelligence, militare“ Intelligence
militare infatti non si traduce con intelligenza, ma significa
servizi segreti militari. , e non solo.
Infine, i comuni timori circa lo
stop al TTIP (Transatlantic Trade and Investment
Partnership), l’accordo
di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea. “Condividiamo
le preoccupazioni del governo americano“, ha commentato
il ministro degli Esteri italiano: “Siamo favorevoli
all’apertura dei mercati e delle relazioni economiche“.
Lui è
favorevole all’apertura dei mercati e non si preoccupa di difendere
il nostro commercio dalle norme che rimandano alla legislazione
americana tutte le vertenze...povero servo, che vergogna avere
ministri di questa fatta.
Quindi
sulla questione siriana che è questione oramai di principio per
valutare la credibilità dei politici e delle istituzioni facciamo un
passo indietro.
La
questione siriana daterebbe agli anni ‘90 allorché la Siria
mantiene in Libano proprie forze armate (come Israele, d’altra
parte), entra allora nella lista nera (ma non vi entra Israele al cui
indirizzo vi è anche la risoluzione 520 del Consiglio di sicurezza
dell’ONU), del Syria Accountability Act promulgato nel 2003 da uno
statista del calibro di G.W. Bush, appena spenti i fuochi più
latenti delle armi non convenzionali sperimentate dall’esercito più
etico del mondo a Falluja.
- Risoluzione 497
(1981): dichiara che l’annessione israeliana del Golan siriano è
nulla e chiede che Israele revochi immediatamente la sua decisione;
La Siria mantiene truppe per rivendicare il
proprio territorio.
Un
breve elenco delle risoluzioni ONU sul Libano,curiosamente il
destinatario non è la Siria:
- Risoluzione 498
(1981): chiede a Israele di ritirarsi dal Libano;
- Risoluzione 501
(1982): chiede a Israele di fermare gli attacchi contro il Libano e
di ritirare le sue truppe;
- Risoluzione 509
(1982): chiede ad Israele di ritirare immediatamente e
incondizionatamente le sue forze dal Libano;
- Risoluzione 515
(1982): chiede ad Israele di allentare l’assedio di Beirut e di
consentire l’ingresso di approvvigionamenti alimentari;
- Risoluzione 517
(1982): censura Israele per non obbedire alle risoluzioni ONU e gli
chiede di ritirare le sue forze dal Libano;
- Risoluzione 518
(1982): chiede che Israele cooperi pienamente con le forze delle
Nazioni Unite in Libano;
- Risoluzione 520
(1982): condanna l’attacco di Israele a Beirut Ovest;
- Risoluzione 573
(1985): condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti in Tunisia
durante l’attacco alla sede dell’OLP;
- Risoluzione 587
(1986): prende atto della precedente richiesta a Israele di ritirare
le sue forze dal Libano ed esorta tutte le parti a ritirarsi.
Ma è solo la Siria ad
entrare nella black-list dei “falchi” della banda
Cheney-Rumsfeld. Poi ci inventano il film delle Primavere Arabe –
servivano solo a disintegrare Libia e Siria e destabilizzare l’Egitto
– quattro gonzi nel Bahrein ci cascano e vengono massacrati per le
strade ma nessuno li difende (vedrai, la V° flotta americana è di
stanza laggiù, ospite degli Al Khalifa…), la Tunisia fa fuori il
sistema clientelare filo occidentale di Ben Ali e si ritrova
l’oscurantismo degli ennhadisti, che alla prima elezione vengon
messi da parte ma rimane bacino di malessere per tutto il maghreb. La
Libia viene lasciata sola dai machiavellismi dei paesi con diritto di
veto: convenzionali quanto alla Cina, cinicamente spiegabili quelli
della Russia; e viene disintegrata, da marzo al 20 ottobre 2011 si
oppone alla più forte coalizione militare della storia ma è sola,
il primo paese africano con velleità e possibilità “continentali”
vien ridotta a stato fallito, la Siria dovrebbe seguire la stessa
rapida sorte ma è fedele alleata della Russia, la Russia ha là una
base navale, sfida nella sfida per i “falchi” (o sarebbe più
opportuno dire “avvoltoi”) di Washington, sfida che sta volgendo
all’epilogo con la débacle nella débacle per gli Obama ed i
Clinton della cricca criminale già denunciata da Donald Trump in
campagna elettorale.
Qui di seguito un filmato con traduzione in francese di un attacco durissimo di Trump alla lobby criminale dei Clinton.
E il nostro futuro Primo
Ministro è andato a strusciarsi a questi mentecatti criminali?!
Ora, tutte queste cose
voi potete non saperle ma un Ministro degli Esteri deve
conoscerle.
Come pure saprà, sicuramente, che mr. Kerry non è solo quello che vuol apparire, è comunque un rampollo di un famoso "botanico" (Francis Blackwell Forbes) nelle indie nei tempi in cui il commercio dell'Oppio era un qualcosa di molto in voga. Vedasi le guerre dell'oppio ed i legami - familiari - di altri soggetti politici americani con quella dimensione "opaca".
«Aleppo è andata, ma la Russia ha bisogno di una pace, ora è
il momento di riprendere le trattative guidate dalle Nazioni Unite» bel Genio della geopolitica il nipotino del grande "botanico" |
Come pure dovrebbe
conoscere la posizione sul campo della UE, dell’America dei Turchi
e della Russia che – ad oggi – appare davvero la sola ad essersi
opposta ai terroristi. Ed è abbastanza logico, dato che tutti gli
analisti – oltre ai blogger complottisti – concordano su un dato
di fatto: la creatura qaedista e la sua evoluzine ISIL ISIS DAESH con
le varie AL Nusra sono foraggiate dagli USA attraverso vari canali,
sono regolarmente rifornite dagli aerei della cosidetta coalizione
che per buona misura appena possono (come oggi in Iraq) bombardano i
soldati regolari.
Una blogger francese –
oops ho scritto blogger, mi è sfuggito – si tratta di CarolineGalacteros, docente di strategie militari per l’Armée Francaise
analizza sul proprio blog, senza tanti fronzoli, la questione sul
campo, attribuendo agli americani né più né meno quelle che sono
le loro sordide responsabilità di sostegno al terrorismo estremista
ed attribuendo alla Russia di Putin il ruolo che le compete, quello
di paese che al terrorismo si oppone, quali che possano essere i
ritorni...andatevi a leggere i dati che espone la Galacteros, se vi
servono referenze e griffe lei può metterle a vostra disposizione.
Inutile suggerirlo a Gentiloni, lui per l’intelligence ha le
sue fonti (dove intelligence non sta per intelligenza, dicevo
prima…), quelle del dipartimento di stato – ai tempi della
psicopatica – o della Botteri...il problema è – sempre – che i
danni fatti da questi soggetti ricadono su di noi.
Non si capisce di che genere di superalcolico Gentiloni faccia abuso, per asserire simili scemenze.
RispondiElimina...forse l'assenzio ?
La nomina del DucaConte Gentiloni (per dirla alla Fantozzi) è la perfetta dimostrazione (che solo un cretino o uno in malafede non può vedere) del totale disprezzo delal volontà popolare e dell'ormai (ex) popolo sovrano.
Ritengo che, a prescindere dal colore, sia molto più onesta una dittaura reale che questo schifo mascherato.
Prima di chiudere faccio notare una cosa: a Genova il SI al referendum ha vinto SOLO nei quartieri dove risiede l'imprenditoria, la nobiltà, gli iperprofessionisti strapagati insomma quelli con tante (ma tante davvero) palanche (soldi in genovese) e cioè Albaro, Manin, S.Ilario e Castelletto...aveva ragione Spengler
saluti
Piero e famiglia