domenica 29 settembre 2013

La New WAVE

dove WAVE sta per World Against Violence and Extremism (il Mondo Contro la Violenza e l'Estremismo)

Ho ascoltato attentamente le dichiarazioni fatte oggi all’Assemblea Generale dal presidente Obama … spero che si eviterà di seguire gli interessi a breve termine dei gruppi di pressione guerrafondai e che si potrà creare un contesto nel quale gestire le nostre differenze....Le trattative possono sempre avere luogo, su un piano di parità e governate da mutuo rispetto ”. Le frasi di Hassan Rouhani, il nuovo Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran spiazzano la diplomazia militare degli Stati Uniti e dei loro alleati e suggeritori, dagli emirati del Golfo, i principi della Casa dei Saud, all'Europa delle nostalgie per la Compagnia delle Indie e delle aristocrazie in odor di idrocarburi. “Di certo, ci aspettiamo di sentire una voce coerente provenire da Washington. Negli ultimi anni, la voce dominante appoggiava un’opzione militare......Come primo passo propongo … e invito tutti gli Stati … a compiere nuovi sforzi per guidare il mondo in questa direzione … dovremmo iniziare a pensare a un'alleanza per la pace in tutto il mondo, invece che alle inefficaci coalizioni belliche” Pensare ad una coalizione di Pace anziché a coalizioni di Guerra?! Monsieur de La Palisse!
Ma da quale pianeta atterra questo marziano? Ma nel suo paese oscurantista non hanno i “guardiani della Rivoluzione”? I Pasdaran? Quelli che frustan le donne per strada? Avevano lo Scià di Persia e l'hanno cacciato, poveretto, con Farah Diba e il pargoletto Reza Ciro...ah, come, Obama ha ammesso che dietro il capovolgimento del governo di Mossadeq (democraticamente eletto) c'era stata la mano di Washington!?
Ma comunque come fa a parlar di pace quando perfino le aziende lavorano in termini di guerra?
Leggetevi l'edificante pistolotto di IKEA nel proprio catalogo, a metà strada tra il demenzial/politically correct e il cinico allorché vanta le capacità di durata delle proprie cellule abitative che invece di durar pochi mesi possono ospitare rifugiati PER ANNI!!!

Siamo nel mondo del paradosso. Il Nobel per la Pace dalle orecchie a sventola, nero e quindi buono e giusto per definizione e se fa la guerra ai neri (direttamente o per interposta persona) lui sì che se ne intende, un po' come la Kyenge all'Integrazione (chi meglio di una nera...?!), il Nobel per la Pace – dicevo – che ogni settimana firma l'elenco dei bersagli umani per i suoi droni e non riesce a liberarsi dal ricatto dei propri consiglieri finanziario-usurai ed il nemico continentale numero Uno – Putin – che in una disamina storico-escatologica della contemporaneità svela la profondità delle convinzioni che rendono da sempre l'Eurasia il principale bersaglio delle riflessioni di sottili criminali come il buon Zbigniew Brzezinski, "da sempre" consulente di presidenti e di agenzie d'oltre Atlantico. Intanto l'Italia dei morti di fame inaugura la "sua" base a Gibuti, ad imitazione di Francia, Stati Uniti e compagnia cantante di Germania, Spagna e .... Giappone, non sazio delle sue catastrofi, impero di sudditi della coca-cola, paese ormai privo della minima dignità nella sua rincorsa dietro al padrone-carnefice. Nel 2012 la base italiana, figlia non tanto delle nostalgie coloniali del ministro Di Paola quanto della follia degli accordi NATO, è costata forse tre milioni e mezzo di euro, poi costerà qualcosa come due milioni e mezzo di euro l'anno, almeno fino al 2020. E non si trovano i denari per l'IVA.
A  CASA   !!!!!!!!  I NOSTRI  MERCENARI  TUTTI, QUELLI DI  MONTECITORIO  E  QUELLI  DI  GIBUTI !!!!!
PIRATI!!??? MA ILARIA  ALPI  NON  SE  LA  RICORDA  NESSUNO????!!!!

Un amico mi ha passato il testo, desunto da un articolo di Maurizio Blondet, che riporta le riflessioni del leader russo esposte nel recente Forum Valdai ( un equipollente eurasiatico del Bilderberg). Al di là del fatto che possano essere farina non completamente del suo sacco ( e sarebbe normale, da che mondo è mondo i Presidenti hanno ghost writer ed addetti stampa ) questi passaggi ci dimostrano la differenza tra l'aver come suggeritori uomini di cultura piuttosto che pendagli da forca. Ve ne offro una sintesi, non la leggerete certo su Repubblica o su Il Fatto o Il Corriere, o Libero o Il Giornale... il Web talvolta informa...è un impegno, ma ne vale la pena, credo.
BUONA  RIFLESSIONE:
«Oggi ci occorrono nuove strategie per preservare la nostra identità in un mondo che cambia rapidamente, un mondo che è diventato più aperto, trasparente ed interdipendente. Questo fatto sfida praticamente tutti i popoli e i paesi in un modo o nell’altro, russi, europei, cinesi ed americani – le società di tutti i paesi, di fatto.

... Per noi (parlo dei russi e della Russia) le domande sul chi siamo e chi vogliamo essere sono sempre più in primo piano. Ci siamo lasciati alle spalle l’ideologia sovietica, e non c’è ritorno. Chi propone un conservatorismo fondamentale, e idealizza la Russia pre-1917, sembra ugualmente lontano dal realismo, così come sono i sostenitori di un liberalismo estremo, all’occidentale.

È evidentemente impossibile andare avanti senza auto-determinazione spirituale, culturale e nazionale. Senza questo, non saremo capaci di resistere alle sfide interne ed estere, né riusciremo nella competizione globale. Oggi vediamo una nuova tornata di questa competizione, centrate sull’economico-tecnologico e sull’ideologico-informazionale. I problemi militari e le condizioni generali stanno peggiorando. Il mondo diventa più rigido, e spesso scavalca non solo il diritto internazionale, ma anche l’elementare decenza».
…...........
«Ogni Statodeve disporre di forza militare, tecnologica ed economica; ma la cosa prima che ne determinerà il successo è la qualità dei suoi cittadini, la qualità della società: la loro forza intellettuale, spirituale e morale. Alla fin fine, crescita economica, prosperità ed influenza geopolitica derivano da tali condizioni della società. Se i cittadini di un dato Paese si considerano una nazione, se e fino a che punto si identificano con la propria storia, coi propri valori e tradizioni, e se sono uniti da fini e responsabilità comuni. In questo senso, la questione di trovare e rafforzare l’identità nazionale è davvero fondamentale per la Russia».

«E intanto, l’identità nazionale della Russia odierna subisce non solo la pressione oggettiva che viene dalla globalizzazione, ma anche le conseguenze delle catastrofi nazionali del ventesimo secolo, quando abbiamo provato il collasso del nostro stato per ben due volte. L’effetto è stato un colpo devastante ai codici culturali e spirituali della nostra nazione; abbiamo fronteggiato la rottura di tradizioni e consonanza della storia, con la demoralizzazione della società, con una perdita di fiducia e responsabilità. Queste sono le cause radicali dei tanti urgenti problemi che affrontiamo. La questione della responsabilità verso se stesso, verso la società e il diritto, è qualcosa di fondamentale per la vita di ogni giorno come per la vita del diritto».
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«L’esperienza ha mostrato che una nuova idea nazionale non compare da sé, né si sviluppa secondo regole di mercato. Uno Stato ed una società costruiti “spontaneamente” non funzionano, né funziona copiare meccanicamente le esperienze di altri Paesi. Tali imprestiti rozzi e tentativi di civilizzare la Russia dall’esterno non sono state accettati dalla maggioranza assoluta del nostro popolo. Ciò perché l’aspirazione all’indipendenza e alla sovranità nella sfera spirituale, ideologica e nella politica estera è parte integrante del nostro carattere nazionale. Detto tra parentesi, tali approcci sono falliti anche in altre nazioni. I tempi in cui modelli e stili di vita già bell’e fatti potevano essere inseriti in Paesi stranieri come programmi nei computers sono passati.

Comprendiamo anche che l’identità e un’idea nazionale non può essere imposta dall’alto, per mezzo di un monopolio ideologico. È una costruzione molto instabile e vulnerabile, e lo sappiamo per esperienza personale; non ha futuro nel mondo moderno. Abbiamo bisogno di creatività storica, d’una sintesi dei costumi e delle idee nazionali migliori, una comprensione delle nostre tradizioni culturali, spirituali e politiche colte da diversi punti di vista; bisogna capire che (l’identità nazionale) non è qualcosa di rigido che durerà per sempre, ma piuttosto un organismo vivente. Solo così la nostra identità sarà fondata su solida base, diretta verso il futuro e non il passato. Questo è il principale argomento a riprova che un’ideologia di sviluppo deve essere discussa da persone che hanno visioni differenti, e diverse opinioni sul come risolvere dati problemi.

Sicché tutti noi – i cosiddetti neo-slavofili e i neo-occidentalisti, gli statalisti e i cosiddetti liberisti – tutta la società deve lavorare insieme per creare fini comuni di sviluppo (...). Ciò significa che i liberisti devono imparare a parlare ai rappresentanti della sinistra e che d’altro canto i nazionalisti devono ricordare che la Russia è stata formata specificamente come stato pluri-etnico e multi-confessionale fin dalla sua nascita (...). La sovranità, indipendenza e integrità territoriale della Russia sono incondizionate. Qui ci sono “linee rosse” che a nessuno è permesso scavalcare. Per quanto differenti siano le nostre vedute, le discussione sull’identità e il nostro futuro nazionale sono impossibili se coloro che vi prendono parte non sono patriottici. Ovviamente intendo patriottismo nel più puro senso della parola».

MA QUA VI SONO GLI ASPETTI PIU' SIGNIFICANTI
«Altra grave sfida all’identità della Russia è legata ad eventi che hanno luogo nel mondo. Sono aspetti insieme di politica estera, e morali. Possiamo vedere come i Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana.

La “political correctness” ha raggiunto tali eccessi, che ci sono persone che discutono seriamente di registrare partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la sua religione. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza (religiosa) viene nascosta, così come il loro fondamento morale. Sono convinto che questo apre una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale.

E cos’altro se non la perdita della capacità di auto-riprodursi testimonia più drammaticamente della crisi morale di una società umana? Oggi la massima parte delle nazioni sviluppate non sono più capaci di perpetuarsi, nemmeno con l’aiuto delle immigrazioni. Senza i valori incorporati nel Cristianesimo e nelle altre religioni storiche, senza gli standard di moralità che hanno preso forma dai millenni, le persone perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Ebbene: noi riteniamo naturale e giusto difendere questi valori. Si devono rispettare i diritti di ogni minoranza di essere differente, ma i diritti della maggioranza non vanno posti in questione.

Simultaneamente, vediamo sforzi di far rivivere in qualche modo un modello standardizzato di mondo unipolare e offuscare le istituzioni di diritto internazionale e di sovranità nazionale. Questo mondo unipolare e standardizzato non richiede Stati sovrani; richiede vassalli. Ciò equivale sul piano storico al rinnegamento della propria identità, della diversità del mondo voluta da Dio»...



SORPRENDENTE, NO? ! MENTRE IKEA PRODURRA' RICOVERI DA QUATTRO SOLDI PER MORTI DI FAME SENZA PIU' CASA PROPRIA IL MANGIAPRETI STORICO CHE PARLA DI DIO, DI SPIRITUALITA' E DI SATANA...

Da questo a far di Putin un santo, ovviamente ce ne corre, da crederlo un disinteressato filantropo prossimo ad ascensioni in luoghi pregni di spiritualità anche ce ne corre, da questo a volerlo assolvere per la vigliaccata ai danni di Gheddafi nel non porre il veto alla risoluzione sulla no-fly-zone, ce ne corre, ma tant'è, almeno ogni tanto ad avere un pò di dignità ci prova, e si circonda di consiglieri intelligenti non di cazzari e yes-men della levatura di John Kerry.

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