domenica 16 giugno 2013

IL DISSENSO E LA DEMENZA STRUMENTALE



Sono settimane drammatiche, si ha la consapevolezza della slavina che sta procedendo, inesorabile, insensibile al parlar vuoto dei politici "tradizionali" fasulli fannulloni, ministri  (ministro= colui che amministra) che non saprebbero mandare avanti nemmeno un condominio di 6 appartamenti in periferia (neanche rubando sui ponteggi e sugli intonaci). All'estero succede di tutto, in Turchia (e chi se ne frega, anche geograficamente non siamo tanto certi di dove sia, ci dicono che il modello europeo è l'obiettivo di quel popolo, peccato che la loro cultura, di stampo  mitteleuropeo sia da oltre cent'anni in dialogo con quella europea, di cui hanno ben maturate e smitizzate le "magìe") la gente in moti di piazza rifiuta l'interventismo di Erdogan contro la nazione vicina - la Siria - che più di tutte è aggredita dal neocolonialismo. Gas nervini usati dai mercenari qaedisti anti-Assad che, pur denunciati da un magistrato della Corte dell'Aja e dagli stessi turchi, vengono paradossalmente usati a pretesto alla rovescia - dal Nobel con gli orecchi a sventola, degno epigono del suo  psicopatico predecessore Bush, il profeta in epoca (non) sospetta della "Nuova Pearl Harbour" - per ragliare della necessità di attaccare l'ennesimo stato sovrano, la Siria, già "stato canaglia" come, prima e insieme a Libia, Iraq, Iran, ecc.ecc.
In Italia le quinte colonne della demenza e dello satus quo (vero rischio di ogni movimento dalla base, di ogni tentativo rivoluzionario di democrazia diretta) si ingegnano nella disinformazione.

Riporto per intero la riflessione di Sergio Di Cori Modigliani sul tema dei soggetti che voltan gabbana.

SERGIO DI CORI MODIGLIANI – Libero pensiero -
Non avevo la minima idea di chi fosse la senatrice Adele Gambaro. Seguito a non averla.
Ma esistono soltanto due ipotesi: o la senatrice è una povera scema, oppure è una povera intelligente.
Se il suo obiettivo consisteva nel creare scompiglio, attenzione mediatiche, trovarsi nelle condizioni di essere espulsa per poi passare al gruppo misto, e non essere più costretta a rispettare la logica interna del movimento, allora ha fatto davvero una mossa intelligente. Si fa così. Ed è bene che tutti gli eletti del M5s imparino da lei, così prima lo fanno meglio è, e si fa la conta.
Se invece il suo obiettivo non consisteva nel finire al gruppo misto, ma era sua intenzione acquisire una certa visibilità come soggetto politico autonomo, ha dimostrato di non aver nè capito, nè compreso, nè incorporato il Senso di appartenenza al M5s e soprattutto “che cosa vuol dire svolgere attività politica in Italia”.
Sostenere che “Grillo è un problema” significa sottoscrivere il principale punto (il primo del loro programma esecutivo) dell’attuale governo in carica. In pratica, vuol dire aver votato la fiducia a Letta-Alfano. E’ infatti ciò che loro sostengono, dato che per il PD e per il PDL la sola esistenza di M5s e di Beppe Grillo è davvero un problema che non sono in grado nè di gestire, nè tantomeno comprendere.
E’ da settimane che investono una inenarrabile quantità di energia per riuscire a far credere alla nazione che “Grillo è il problema”. Ci ha provato prima Bersani ed è finito maluccio, poverino: costretto alle dimissioni, con la segreteria saltata. L’aveva adontato anche la Bindi. Pure lei, fuori da ogni carica, sparita dalle notizie.
Negli ultimi venti giorni, avvicinandosi importanti scadenze economiche, istituzionali, parlamentari, e trovandosi il governo in chiara difficoltà di fronte al peggioramento quotidiano della situazione economica, psicologica e sociale della nazione, l’oligarchia dinastica al potere, appoggiata dalle truppe mediatiche, sta facendo di tutto per far passare l’idea che “Grillo è il problema”.
Anche a settembre del 2011 “lo spread era il problema”. Risolto lo spread, il problema è rimasto; in compenso l’Italia ha aumentato il disavanzo pubblico e da un previsto (parole di Monti) +0,4% si è invece assestato a un solido -3% del pil.
Anche a febbraio del 2012 era “l’articolo 18 è il problema”. Cambiato il 18, il problema è rimasto; in compenso sono state licenziate 1 milione di persone, la disoccupazione ha toccato la punta record del 12% ed è crollato il mercato del lavoro e dei consumi interni.
Anche a gennaio del 2013, Bersani e Letta sostenevano che “Berlusconi è il problema”. Finite le elezioni, ci hanno fatto il governo insieme. Anche un mese fa, Enrico Letta ha detto che “è l’Europa il problema: vado a Bruxelles”. Ci è andato, è tornato, l’Europa è rimasta dove sta, il problema Italia non è stato neppure affrontato: gli hanno sbattuto la porta in faccia.
Anche venti giorni fa, l’attuale ministro dello sviluppo economico ha sostenuto “il problema sono i crediti alle imprese”; in compenso, va in giro da un convegno all’altro a fare conferenze e alle imprese non è stato dato neppure un euro nè è prevista nessuna forma di pagamento immediato.
Potrei continuare a lungo l’elenco.
Il problema è che la nazione ha davvero gravi problemi strutturali e il suo affondamento è sotto gli occhi di tutti.
E il problema sarebbe Grillo?
La Indesit chiude lo stabilimento di Fabriano, e 2.800 lavoratori perdono il posto e il problema è Grillo?
Le aziende italiane chiudono per fallimento ogni giorno, e il problema è Grillo?
L’Italia è il 68esimo posto al mondo come libertà di stampa e il problema è Grillo?
Ogni giorno la cronaca segnala episodi raccapriccianti di suicidio si gente disperata e il problema è Grillo ?
Ecc.,ecc.
Niente di nuovo sotto il sole.
Ho visto il suo video intervista a skytg24. Ha un’aria povera, nel senso di idee.
La critica non c’entra nulla.
In politica ciò che conta è il risultato che si ottiene con il proprio comportamento, dichiarazione, azione.
Sostenendo che “Grillo è il problema” si aiuta a sopravvivere qualche giorno in più il governo che dopo appena un mese già sbanda e traballa paurosamente perchè non è in grado di far fronte all’emergenza del paese. Tutto qui.
Le critiche costruttive, e quindi intrise di Senso politico, caso mai sono quelle che fa Andrea Scanzi, sempre intelligente -e senza mai risparmiare strali- ma con argomentazioni solide il cui fine consiste nello spingere gli aderenti al M5s a rimboccarsi le maniche e alzare la soglia dell’attenzione e della formazione, perchè è sempre costruttivo. Come fa anche Marco Travaglio.
E’ un segno dei tempi ed è già triste doverne parlare, fa perdere tempo a tutti.
Come già segnalato, è fin troppo chiaro che esiste una necessità di nuova classe dirigente, e non è facile colmare questa lacuna in tempi brevissimi. Bisognava mettere in bilancio l’idea che ci sarebbero state persone assolutamente prive di ogni strumento che avrebbe provocato danni anche gravi. E’ fisiologico. Tutto qui.
Non mi sembra neppure una notizia.
Ed è bene non cadere nella trappola mediatica che la senatrice ha contribuito a costruire: parlarne o non parlarne.
Se uno ne parla si svia l’attenzione, se uno si rifiuta di parlarne è accusato di non contemplare il diritto alla critica.
Non è questo il caso.
Una senatrice del M5s che sostiene “Grillo è il problema” non può rappresentare in alcun modo nè le esigenze nè il programma nè le idee del movimento, che ha una visione lunga e ha bisogno di lungimiranza.
Prima se ne vanno, persone come lei, meglio è per tutti.
Lo ripeto fino alla sfinimento: siamo soltanto all’inizio di una lunga battaglia appena iniziata,.
L’obiettivo non è un posto in parlamento o far varare una legge che nessuno applicherà mai, bensì dare un solido contributo a cambiare il paese e fermare l’inarrestabile declino.
Lo si fa con coerenza, fedeltà, serietà, disciplina e rispetto dei patti sanciti.
Soprattutto con ricchezza interiore.
Per questo la considero una povera.
O è una povera scema o è una povera intelligente.
Non la conosco e non ne ho idea.
Comunque sia, sempre povera è.
A noi serve ricchezza.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it

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